2018-11-08
Nel fondo per gli sbancati spunta il cavillo salva Consob e Bankitalia
I risparmiatori che accetteranno il rimborso (del 30%) non potranno più fare causa. Con buona pace delle banche che si mettono al riparo da eventuali beghe legali.Il testo del disegno di legge di bilancio 2019 è di 75 pagine, per cui, a volte, può non essere facile scovare tutte le novità contenute al suo interno. Norme su cui, magari, il governo può non avere troppo interesse a porre l'accento per paura di ricevere critiche. Una di queste potrebbe essere quella pensata per salvaguardare le banche, ma soprattutto Consob e Banca d'Italia dal rischio di dover rispondere delle colpe che iniziano a emergere nei tribunali. La storia è ormai nota: le associazioni di risparmiatori puntano il dito contro con la scelta di mandare «in risoluzione» Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara e di liquidare a Intesa Sanpaolo la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Scelte che avrebbero mandato in fumo i risparmi di 15.000 obbligazionisti e 440.000 azionisti. Il punto è che, da tempo, i risparmiatori chiedevano di essere rimborsati integralmente e anche questa volta non l'avranno vinta. Ma non è questo il problema maggiore. All'interno dell'articolo 38 presente nella legge di bilancio il governo Conte ha previsto 1,5 miliardi da stanziare nei prossimi tre anni. I soldi devono arrivare dai conti dormienti, quelli cioè non toccati da almeno 20 anni. Il rimborso è limitato al 30% della cifra persa e fino a un massimo di 100.000 euro. Per averlo, però, serve aver ottenuto una sentenza del giudice o dell'Arbitro per le controversie finanziarie della Consob che provi la vendita fraudolenta delle azioni da parte degli istituti. Ma, come ha svelato ieri Il Fatto Quotidiano, qui viene il bello: chi accetta il risarcimento rinuncia a qualsiasi azione legale su quegli importi. «L'accettazione equivale a rinuncia all'esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni», recita la lettera F, del comma 3 dell'articolo 38 della manovra. In poche parole, chi accetta, ottiene il 30% di quanto perso ma, allo stesso tempo, dice no al 70% del maltolto accertato da una sentenza. Con buona pace delle banche che si mettono al riparo da eventuali beghe legali. Lo stesso vale per Consob e Bankitalia che, così facendo, non possono essere accusate di non aver vigilato a sufficienza sulle scelte di certi istituti bancari. All'interno del decreto Genova, invece, rileva il Sole 24 Ore, il governo ha inserito una sanatoria per le zone del centro Italia colpite dal terremoto del 2016 che prevede la possibilità di regolarizzare ogni incremento di volume fino al limite del 20%. Si tratta di un condono, voluto dai due deputati marchigiani Tullio Patassini della Lega e Patrizia Terzoni dei 5 stelle, che interessa 140 Comuni dislocati tra: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. I cittadini di queste zone potranno mettere in regola una serie di interventi edilizi realizzati senza alcuna autorizzazione pagando una sanzione fino a 5.000 euro. Si potranno condonare opere di manutenzione straordinaria riguardanti le parti strutturali di un edificio, così come gli interventi di restauro e di risanamento conservativo e quelli di ristrutturazione. Per interventi che sono al di sotto del limite del 5% della cubatura dell'immobile, non servirà nemmeno presentare una richiesta formale. Le critiche non sono mancate. La deputata Terzoni ha minimizzato sottolineando che, così facendo, si possono risolvere situazioni di piccola irregolarità che risalgono a decenni fa. Due giorni fa le commissioni Lavori pubblici e Ambiente si sono riunite per parlare del decreto ma alla fine uno dei relatori, Paolo Ripamonti della Lega, ha fatto sapere che «ci preme di più fare in fretta, a Genova si aspettano questo».