2023-07-18
Nel 2011 appello al Pd per bonificare i fiumi dell’alluvione in Emilia
Interrogazione di Forza Italia 12 anni fa: «Una grossa piena non verrebbe smaltita». Oggi Stefano Bonaccini parla di eventi straordinari.Per Stefano Bonaccini l’alluvione di maggio in Romagna è stata «un evento straordinario e clamoroso». Sarà, ma già nell’autunno del 2011, quando presidente della Regione era il suo compagno di partito Vasco Errani, un consigliere regionale di Forza Italia, Gianguido Bazzoni, denunciava una grave situazione di pericolo, chiedeva interventi urgenti sui corsi d’acqua e avvertiva che «i fiumi che scorrono nella provincia di Ravenna, con particolare riferimento al Lamone, sono da decenni in un totale stato di abbandono». La risposta di Paola Gazzolo (Pd), assessore competente dell’epoca, fu che qualcosa si stava facendo, ma i mezzi erano «insufficienti» e i trasferimenti dal governo erano in grave ritardo. Nell’alluvione di due mesi fa sono morte 15 persone. La catastrofe ha toccato 44 comuni romagnoli, in gran parte nella provincia di Ravenna, oltre alle province di Forlì e Cesena, Rimini, Bologna, Modena e Reggio Emilia. Un’ondata di piogge violentissime ha causato lo straripamento di 23 corsi d’acqua, tra cui il fiume Lamone, il Sillaro, il Savio, il Montone, il Rabbi, il Bidente-Ronco e il Santerno. Nell’area colpita si sono verificati 250 dissesti e frane in 48 comuni. Per il presidente della Regione Bonaccini, che voleva essere nominato commissario straordinario, non c’era nessun esame di coscienza da farsi. Semplicemente, è caduta troppa acqua. Il 26 maggio, il mancato segretario del Pd se l’è cavata così: «L’alluvione è stata un evento talmente straordinario e clamoroso che ha sormontato fiumi, anche senza rotture di argini, laddove, penso al Lamone, dove l’anno scorso sono state tolte dal letto 400 tonnellate di legname, ferro e rifiuti». Poi, sempre ai microfoni de La7, ha aggiunto: «È stato un evento incredibile».E però vengono i brividi a leggere questo documento scovato dalla Verità, un’interrogazione del consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni, tra i fondatori di Forza Italia a Ravenna, datata 29 novembre 2011. Bazzoni fa una breve introduzione sui cambiamenti climatici, sull’eccessivo consumo di suolo e sugli «errori della sistemazione idraulica». Poi, ecco che cosa scrive: «I fiumi che scorrono nella provincia di Ravenna, con particolare riferimento al Lamone, sono da decenni in uno stato di totale abbandono per quanto riguarda la situazione dell’alveo e la possibilità che un’eventuale piena eccezionale possa scorrere con facilità». Il consigliere di opposizione segnala che «ciò è dovuto soprattutto alla presenza sulle rive di fitte “foreste” di alberi anche di alto fusto che ne ricoprono il letto e parte degli argini e che spesso hanno più di 20/25 anni». Poi, Bazzoni avverte: «Un’eventuale grossa piena non verrebbe smaltita e potrebbe determinare esondazioni, rottura di argini, danni ai ponti, pericolo per la popolazione, soprattutto nel caso in cui il fiume attraversi una città, come è il caso di Faenza». Faenza, per la cronaca, a maggio è finita sott’acqua. Infine, un appello: «nei casi di gravi sciagure, recenti e non, tutti sono stati concordi nell’affermare che la responsabilità principale era in capo agli organi preposti che non avevano, o avevano in maniera sbagliata, svolto il loro compito di tutela e messa in sicurezza del territorio». La risposta arriva da Paola Gazzolo, oggi presidente del consiglio comunale di Piacenza e all’epoca assessore alla «Sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa, protezione civile». L’amministratore del Pd non nega i problemi, elenca una serie di piccoli interventi e stanziamenti, ma alla fine ammette che «tali mezzi, pur significativi, non sono tuttavia sicuramente sufficienti a far fronte all’insieme delle criticità sul territorio regionale». All’epoca, il presidente della Regione era Vasco Errani ed erano passate appena due settimane dalla disastrosa alluvione di Genova. Il 5 novembre del 2011, ecco che cosa dichiara Errani, anche nella sua veste di presidente della Conferenza Stato Regioni: «È chiaro a tutti che occorre una svolta vera per la prevenzione [...] Per puntare ad evitare tragedie, come quelle che hanno colpito la Liguria e la Toscana, occorre rimettere al centro l’attività di prevenzione dai rischi idrogeologici attraverso un grande Piano nazionale a cui tutti i livelli istituzionali devono concorrere». Per la cronaca, nel 2017 c’è stata un’altra alluvione tra Parma e Reggio e nel 2020 è toccato al Modenese. Le belle parole non sono bastate e neppure un po’ di taglio del bosco lungo gli argini del Lamone. A Bonaccini e al suo «evento incredibile» aveva già risposto, lo scorso 18 maggio, la sezione emiliano romagnola di Legambiente, non esattamente un’accolita di destrorsi. In una nota, l’organizzazione ambientalista denunciava: «L’Emilia Romagna è stata impreparata in modo evidente, avendo “dimenticato” di provvedere a una serie di messe in sicurezza e cautele. Ha solo perso tempo». Legambiente aggiungeva che oggi esistono «modelli che permettono di conoscere l’estensione dell’allagamento per diversi scenari di alluvione, l’altezza che può raggiungere l’acqua fuoriuscita dagli alvei e la superficie marina rispetto al piano campagna». Forse il consigliere forzista che aveva lanciato l’allarme nel 2011 era un mezzo indovino. Oppure, era semplicemente un bravo amministratore, dotato anche di coscienza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.