2022-12-25
L'incidente natalizio di Colombo che cambiò la geografia del globo
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Incisione della Santa Maria arenata nei pressi della costa di Haiti (Getty Images)
Il 25 dicembre 1492 l'ammiraglio genovese perse la nave Santa Maria, arenatasi su una secca per un errore umano. Da questo incidente nacque il primo insediamento europeo nelle Americhe, la colonia di La Navidad ad Haiti.La Santa Maria, l'ammiraglia di Cristoforo Colombo, fu il primo insediamento spagnolo del Nuovo Mondo. Lo divenne il giorno di Natale del 1492 in circostanze drammatiche.La nave, che non era una caravella bensì una nau (per le caratteristiche costruttive e dimensioni maggiori di Pinta e Nina) era giunta durante il primo viaggio dell'ammiraglio ad esplorare la costa di Haiti, che Colombo aveva battezzato Hispaniola. Sull'isola caraibica la flotta portoghese era venuta in contatto con i nativi del cacicco Guacanagari all'inizio del mese di dicembre del 1492, con il quale i rapporti furono inizialmente rispettosi. Il 25 dicembre Cristoforo Colombo decise di ritirarsi nella sua cabina, poiché non aveva praticamente dormito per due notti durante le missioni di esplorazione della costa, attorno alle ore 23.00. Avendo navigato quelle acque nei giorni precedenti, l'equipaggio aveva notato un passaggio che conduceva ad una grande rada protetta dai venti nei pressi di quella che sarà battezzata Punta Santa. Decisi a trascorrere una notte tranquilla, gli uomini dell' equipaggio diedero istruzioni al timoniere, che fece rotta verso quel passaggio con il mare in calma piatta. Poco dopo, alla barra fu messo un giovane mozzo, lasciato ai comandi viste le condizioni favorevoli ad una navigazione tranquilla. Era la prima volta che il comando veniva lasciato ad un giovane marinaio inesperto in quanto Colombo, che in quel momenrto riposava tranquillo a poppa, aveva sempre proibito categoricamente tale pratica. Poco prima di mezzanotte le correnti della baia spinsero la Santa Maria (che comunemente è immaginata come una grande imbarcazione mentre in realtà era lunga solo 26,5 metri) a collidere con una secca, senza che il ragazzo de ne accorgesse. Sentito il fondale che ostacolava il timone e bloccava la barra, il giovane marinaio si mise ad urlare. Colombo fu tra i primi ad accorrere, seguito dal nostromo Juan de la Cosa (che era anche il proprietario dell'imbarcazione) e ad accorgersi del disastro . Nell'impatto con la secca in un tratto di mare a poca distanza dall'attuale Cap-Haitien, l'ammiraglia aveva riportato danni giudicati da Colombo irreparabili, tanto che per ordine dello stesso comandante fu calata la scialuppa dove nella confusione i marinai si accalcarono per cercare soccorso dalla caravella Nina, ormeggiata a qualche miglio di distanza. Nel frattempo la nave, mentre la marea si ritirava progressivamente, si inclinava su un fianco. L'ammiraglio genovese fece un ultimo tentativo per salvare la Santa Maria: ordinò di alleggerire il più possibile il carico e di tagliare l'albero maestro ma fu tutto inutile, perchè la marea si ritirò ulteriormente e non fu possibile tentare di disincagliarla strappandola tramite il traino all'ancora dall'abbraccio mortale del basso fondale caraibico. Era finita così, per un errore di un ragazzo a cui era stato affidato il timone della nave più famosa della storia, la vita della Santa Maria, varata appena tre anni prima del viaggio di Colombo verso le Indie. Durante la lunghissima notte tra il 25 e il 26 dicembre Colombo stesso raggiunse la Nina nel trasferimento del suo equipaggio sulla piccola caravella, con la quale prima dell'alba raggiunse il relitto della Santa Maria per potersi meglio rendere conto dell'estensione della secca. All'alba del giorno di Santo Stefano l'equipaggio raggiunse il villaggio del cacicco per chiedere aiuto e trasportare a terra il carico dell'imbarcazione. Chi immagina un Cristoforo Colombo infuriato per l'accaduto è smentito dalla trascrizione del suo diario di bordo, che rivela quanto l'ammiraglio in realtà visse l'incidente della nave ammiraglia come un segno del destino voluto da Dio. La nave sarebbe diventata, una volta smantellata sul posto, il primo insediamento dei coloni del Nuovo Mondo. I suoi legni sarebbero stati utilizzati per costruire un forte difeso dalle armi in dotazione alla Santa Maria, reso autosufficiente dalle abbondanti provviste di bordo e dalle sementi presenti nella stiva. Aiutati dalle piroghe dei nativi, gli uomini che attraversarono l'Atlantico scaricarono il contenuto della nave nei pressi del villaggio di Guacanagari, che garantì il permesso all'insediamento degli stranieri. Il fortino fu battezzato “La Navidad” in onore al Natale di Cristo, data del naufragio. La storiografia colombiana ha tramandato differenti versioni su quanto in realtà fosse accaduto in quella notte santa. Da una parte alcuni interpretano la fretta di Colombo nello smantellare la Santa Maria come un espediente per garantirsi il futuro dominio personale su quelle terre, in quanto i regnanti portoghesi avevano aggiunto al contratto con l'ammiraglio una clausola capestro che garantiva il possesso e lo sfruttamento dei nuovi territori e dei suoi beni preziosi soltanto a chi occupasse manu militari la terra e non soltanto come riconoscimento per la scoperta della terra stessa. Secondo tale versione, un fortino organizzato e armato avrebbe potuto rappresentare un occupazione e quindi il diritto al possesso dei beni materiali. In altri casi si punta l'indice sul rapporto tra Colombo e Juan de la Cosa, armatore alle cui dipendenze stava la maggior parte dell'equipaggio dell'ammiraglia, formato da spagnoli della regione della Galizia. Nazione in competizione con il Portogallo negli anni del dominio delle terre e dei mari da parte dei regni iberici, la Spagna aveva in precedenza combattuto una guerra contro il regno del Portogallo sul possesso della Guinea dopo la sua esplorazione, perché in mancanza di un insediamento da parte dei lusitani la Spagna e altre potenze europee avocarono a sé il diritto di sfruttamento di quella nuova colonia. La diversa visione del destino della Santa Maria è visto da alcuni come un'estensione della lunga tensione tra le due potenze coloniali e come un'opportunità per l'ammiraglio genovese di imporre i propri diritti indebolendo la fazione spagnola della spedizione con la perdita di una nave. La decisione finale fu quella di lasciare 39 uomini nel fortino di Navidad, con la promessa di una parte dei preziosi in caso fossero stati reperiti nella vicina zona di Cibao, effettivamente ricca d'oro. Diversi uomini dell'equipaggio decisero volontariamente di rimanere, incitati dallo stesso ammiraglio. Colombo assicurò ai primi coloni del Nuovo Mondo che sarebbe tornato a riprenderli con un nuovo viaggio. Mentre nei mesi successivi in Europa scoppiava la contesa tra la corona spagnola e quella portoghese per il dominio sulle nuove terre, la guarnigione dei 39 marinai della Santa Maria fu coinvolta in una lotta tra le tribù locali ed ebbe la peggio. Al ritorno di Cristoforo Colombo il 23 novembre 1493 il grande navigatore scoprì che tutti gli uomini di Navidad erano stati massacrati dagli indigeni. Questa strage segnò il radicale cambiamento di rotta da parte dei regnanti iberici, che dopo il trattato di Tordesillas si erano accordati sulla spartizione delle terre scoperte tra Portogallo e Spagna. La repressione da parte dei nuovi coloni ebbe inizio e le malattie infettive portate dalla vecchia Europa fecero il resto nel processo di estinzione dei nativi. E tutto era cominciato il giorno di Natale del 1492, dai legni del rudere della ammiraglia Santa Maria.
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