È l'ultima trovata di Dana White, il padre dell'Ufc, Ultimate Fighting Championship, un'azienda che vale ormai 5 miliardi di sterline. L'11 gennaio a Las Vegas inizia il primo campionato di schiaffoni. L'obiettivo è replicare il successo delle arti marziali miste. Ma i medici lanciano l'allarme. «Non ci si può difendere».
È l'ultima trovata di Dana White, il padre dell'Ufc, Ultimate Fighting Championship, un'azienda che vale ormai 5 miliardi di sterline. L'11 gennaio a Las Vegas inizia il primo campionato di schiaffoni. L'obiettivo è replicare il successo delle arti marziali miste. Ma i medici lanciano l'allarme. «Non ci si può difendere».Manca poco. L’11 gennaio potrebbe rappresentare una data storica per gli sport di combattimento. Inizierà infatti a Las Vegas il campionato di Power Slap, ovvero di schiaffi a mani aperte. Due concorrenti, a turno si scambiano dei veri e propri schiaffoni fino a quando uno vince l'incontro. Il lancio di una monetina decide chi sarà il primo a incominciare. Per schiaffeggiare ci sono 30 secondi, con un minimo di 3 round. Durante ogni round entrambi i concorrenti hanno la possibilità di sferrare un solo colpo in faccia all'avversario. E l'obbligo di ricevere in cambio il colpo dell'avversario. Come la boxe e le arti marziali miste, il giudizio Power Slap si basa su un «sistema da 10 punti», con un vincitore del round che segna 10 punti e l'avversario che ne segna 9 o meno. I criteri di valutazione si basano sull'efficacia degli attaccanti, nonché sulla reazione di chi incassa il colpo e sui tempi di recupero. Negli Stati Uniti si è già aperta una polemica perché secondo alcuni medici un tipo di combattimento di questo genere potrebbe essere molto pericoloso. Nitin Agarwal, un neurochirurgo della Washington University School of Medicine di St. Louis, la cui ricerca si concentra sulle lesioni cerebrali traumatiche, ha detto al Washington Post come il problema sia non potersi difendere. «Non puoi usare la spalla per proteggerti, non puoi usare le mani per proteggerti, non puoi nemmeno girare la testa per attutire il colpo o controllare da dove arriverà. Quindi è molto preoccupante».L’ideatore di Power Slap altro non è che Dana White, il padre della Ufc, l’Ultimate Fighting Championship, il combattimento delle Mma (Mix Martial Arts), l’uomo che più di tutti a rivoluzionato il mondo degli sport da contatto. Nato nel 1969 a Manchester, cittadina di 60.000abitanti in Connecticut, sostenitore di Donald Trump alle ultime elezioni presidenziali, un’infanzia difficile alle spalle, White vanta ormai un patrimonio che si aggira intorno ai 500 milioni di dollari. Amministra un'azienda che ha filiali in tutto il mondo, con un valore stimato di 5 miliardi di sterline e in crescita costante, come riportava lo scorso anno il Daily Mail. «Mio padre era un alcolizzato, non c'era mai e quando arrivava non lo volevi intorno», ha spiegato diverse volte. '«Una delle cose di crescere da soli è che ci sono un sacco di cose che devi imparare da solo. Onestamente non cambierei nulla del modo in cui sono cresciuto. Se non fossi cresciuto in quel modo, non sarei quello che sono oggi». Ormai la sua realtà esiste dal 2001, quando acquistò la Ufc che era nata poco tempo prima ma non riusciva ancora sfondare come business. Il primo combattimento nella gabbia nella storia dell’Ultimate Fighting si è svolto il 12 novembre del 1993. A combattere furono un lottatore di sumo e uno di karate. Non c’erano regole, né categorie di peso e non si usavano i guantoni. I primi ideatori dell’Ufc avrebbero voluto chiudere i due lottatori in una gabbia elettrificata circondata da un fossato pieno di coccodrilli, ma «poi lo considerarono un po’ troppo eccessivo», come scrive Jonathan Gottschall nel libro Il Professore sul ring. Negli anni Novanta nel lotte nella gabbia non sfondavano. Era ancora il wrestling a farla da padrone. E’ servito l’arrivo di Dan White per cambiare le regole. Così dopo aver rilevato la società nel 2001 ha iniziato a rilanciare. Ha trascorso gran parte dei primi anni volando in giro per gli Stati Uniti parlando appunto di «arti marziali miste» e diventando di fatto un «cacciatore di orsi umani», come lo definì l’ex candidato repubblicano John McCain. White ha introdotto delle regole, ma all’inizio non è stato facile. C’è voluto del tempo perché il campionato di combattimento nelle gabbie prendesse piede in tutto il mondo. Come ci sono riusciti? Il volano del successo fu la serie televisiva The Ultimate Fighter, un reality show che fu lanciato nel 2005. White lo spiegò in questo modo alla Espn: "Questo è stato il nostro cavallo di Troia". Stai guardando gente che combatte, ma è una registrazione, in questo modo il pubblico non è così spaventato. Si può così dare un'occhiata a quel mondo e far vedere ai fan quanto è bello questo sport, quanto sono emozionanti i combattimenti, quanto sono interessanti le vite di chi combatte». Da lì il mondo dello sport è cambiato. Sono arrivati i campioni come Conor Mcgregor o Khabib Nurmagomedov. L’azienda vale ormai 5 miliardi di sterline. White è il presidente. L'Ufc ha più di 100 strutture di allenamento in tutto il mondo, ha organizzato più di 500 eventi dal vivo ed è stato trasmesso in televisione in 175 paesi. Ora è arrivato il turno del Power Slap. «Sono molto eccitato per il lancio di Power Slap», ha spiegato Dana White. «Ci sto lavorando dal 2017. Ho visto alcuni filmati di schiaffi sui social media e ne sono rimasto subito affascinato. Dal primo giorno che l'ho visto, ho pensato che potesse essere grande. Sapevo cosa bisognava fare per renderlo un vero sport proprio come abbiamo fatto con le Mma. L'abbiamo ottenuto il via libera dalla Nevada State Athletic Commission (Nsac) con regole, classifiche e classi di peso definite».
Svitlana Grynchuk (Ansa)
Scoperta una maxi rete di corruzione. L’entourage presidenziale: «Colpa di Mosca» Da Bruxelles arrivano ancora 6 miliardi, ma crescono i dubbi sull’uso degli asset russi
Manfredi Catella (Ansa)
La Cassazione conferma la revoca degli arresti e «grazia» l’ex assessore Tancredi.
La decisione della Corte di Cassazione che ha confermato la revoca degli arresti domiciliari per Manfredi Catella, Salvatore Scandurra e gli altri indagati (e annullato le misure interdittive verso l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni e l’architetto Federico Pella) rappresenta un passaggio favorevole alle difese nell’inchiesta urbanistica milanese. Secondo i giudici, che hanno respinto il ricorso dei pm, il quadro indiziario relativo al presunto sistema di pressioni e corruzione non era sufficiente per applicare misure cautelari.
Giorgia Meloni (Ansa)
Il premier: «Tirana si comporta già come una nazione membro dell’Unione europea».
Il primo vertice intergovernativo tra Italia e Albania si trasforma in una nuova occasione per rinsaldare l’amicizia tra Roma e Tirana e tradurre un’amicizia in una «fratellanza», come detto dal primo ministro Edy Rama, che ha definito Giorgia Meloni una «sorella». «È una giornata che per le nostre relazioni si può definire storica», ha dichiarato Meloni davanti alla stampa. «È una cooperazione che parte da un’amicizia che viene da lontano ma che oggi vuole essere una cooperazione più sistemica. C’è la volontà di interagire in maniera sempre più strutturata su tanti temi: dalla difesa, alla protezione civile, dalla sicurezza, all’economia fino alla finanza».
Il direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana (Imagoeconomica)
Se il punto è la propaganda, ogni leader è sospetto. Il precedente dell’inviato Rai, Marc Innaro, che più volte ha rivelato di avere proposto un’intervista a Lavrov. Risposta dei vertici dell’azienda: «Non diamo loro voce».
«Domandare è lecito, rispondere è cortesia». Il motto gozzaniano delle nostre nonne torna d’attualità nella querelle fra Corriere della Sera e Sergej Lavrov riguardo all’intervista con domande preconfezionate, poi cancellata dalla direzione che si è rifiutata di pubblicarla dopo aver letto «il testo sterminato, pieno di accuse e tesi propagandistiche». Motivazione legittima e singolare, perché è difficile immaginare che il ministro degli Esteri russo potesse rivelare: è tutta colpa nostra, L’Europa non aveva scelta, Le sanzioni sono una giusta punizione. Troppa grazia.







