2025-09-02
Il Napoli sale di livello, Inter sul filo. La Juve sprinta, Milan usato sicuro
Lang, Kdb, Hojlund: Conte ha avuto i rinforzi che chiedeva per sostenere l’Europa. Marotta si limita all’indispensabile con Akanji e Sucic. Per i bianconeri blitz Openda, mentre Tare va su Rabiot e Modric. I sogni si spengono alle 20: la chiusura del calciomercato di ieri sera consegna ai tifosi italiani una griglia di partenza che, sulla carta, riproduce la classifica finale del campionato dello scorso anno, con un piccolo passo indietro dell’Inter, uno in avanti della Juve, un Milan tutto da scoprire. Partiamo dai campioni d’Italia: il supercolpo del mercato di Aurelio De Laurentiis è stato la conferma di Antonio Conte in panchina. Il tecnico sembrava orientato a partire, invece alla fine di un lungo tira e molla con il patron è rimasto, chiedendo garanzie sulla stagione appena iniziata, con il Napoli impegnato, a differenza dello scorso anno, su due fronti. Conte è stato accontentato, il Napoli ora ha due squadre. Il colpo più affascinante è stato certamente l’arrivo di De Bruyne, schierato titolare nelle prime due gare, con McTominay spostato sulla sinistra; l’acquisto più solido, probabilmente, quello del difensore del Bologna Beukema. Lucca dall’Udinese doveva essere la riserva di Lukaku, l’infortunio del bomberone ha costretto De Laurentiis a fiondarsi su Hojlund. Elmas è tornato a casa dopo un anno al Torino, l’esterno d’attacco Lang dal Psv è la scommessa per spaccare le partite. In porta, Meret deve guardarsi dalla concorrenza di Milinkovic-Savic. In casa nerazzurra si punta sul gruppo dello scorso anno, con innesti come l’ottimo Susic a rinforzare il centrocampo e il colpaccio dell’ultim’ora, Akanji, arrivato ieri dal City per puntellare la difesa: prestito oneroso da 2 milioni di euro con diritto di riscatto (che diventa obbligo in caso di vittoria del campionato) a 15. Mercato leggero, quello nerazzurro, con la suggestione Lookman sfumata per la resistenza dell’Atalanta. La vera incognita per l’Inter è in panchina: Christian Chivu deve de-inzaghizzare una squadra che è rimasta praticamente la stessa dell’anno scorso. Morale alto, invece, in casa rossonera, dove Max Allegri viene considerato garanzia di ottimi risultati, mentre anche il mercato, seppure assai caotico, lascia ben sperare i tifosi del Milan. Il tormentone della scorsa estate, «Cardinale devi vendere!», ha trovato ascolto: via Reinders, Thiaw, Okafor, Kalulu, Emerson Royal, Terracciano, Bondo, Jovic e tanti altri comprimari. Una bella ripulita che ha portato nelle casse del Milan i denari per ingaggiare un certo Modric (parametro zero), i difensori De Winter, Estupinian e Athekame, i gemellini del centrocampo Ricci e Jashari. La clamorosa sconfitta in casa alla prima contro la Cremonese ha convinto l’ «aziendalista» Allegri a incalzare la società, e così, dopo Rabiot, ieri è arrivato il centravanti Nkunku, acquisto più costoso dell’intero mercato italiano, 36 milioni al Chelsea. Tarantolato, anzi tarentolato da Allegri, Tare ha anche preso in extremis il centrale difensivo tedesco Odogu. Soddisfazione, dicevamo, in casa-Juve: anno primo dell’era Comolli, ancora senza un direttore sportivo e con le macerie della gestione Giuntoli a ingombrare la strada, per la Vecchia signora questa sessione partiva decisamente in salita. Il manager francese, tuttavia, ha saputo vendere bene (inaspettate e indolori le uscite dei flop Douglas Luiz e Nico Gonzalez) e soprattutto alle sue condizioni. Con gli innesti di David, Zhegrova e Openda, più Joao Mario sulla fascia, la fase offensiva bianconera spicca il volo. Peccato che centrocampo e difesa siano invariati e traballanti, ritorno di Bremer a parte. Che comunque non è poco. Detto del mercato fermo per cause di forza maggiore della Lazio, che confida comunque in Maurizio Sarri, sul versante romanista le indicazioni di Gasperini non sono state rispettate: la rosa è incompleta, mancano almeno un centrocampista e un esterno sinistro, ma tra Massara che ha preso le redini del mercato il 19 giugno e la telenovela-Sancho le giustificazioni non mancano. Laziali e giallorossi sono accomunati dal fattore-panchina: la speranza di un campionato di vertice è affidata ai due tecnici. A proposito di tecnici, in casa-Atalanta la successione di Gasperini si è rivelata ancora più difficile del previsto, con Juric già sulla graticola. Retegui è stato sostituito da Scamacca, in attacco è arrivato anche Krstovic; rinforza il centrocampo, puntellato anche da Musah. Bergamo trema, Como se la gode: la squadra di Fabregas punta decisa all’Europa. Nico Paz è rimasto, ed è già, come si dice oggi, tanta roba. In attacco c’è la garanzia Morata, pronto a segnare ma più ancora a far segnare (suscita qualche perplessità che in quel ruolo, oltre al collaudatissimo Alvaro, ci sia solo Douvikas). Lunga la lista dei nuovi arrivi sulle sponde del lago: l’esterno offensivo Jesús Rodríguez, l’ala tedesca Kühn, il trequartista croato Baturina, e poi Addai, Perrone, Valle, Van der Brempt, Ramon. Ieri sono arrivati anche Posch e Diego Carlos. Ha speso, il Como, ma occorre segnalare che gli investimenti sono stati fatti su giovani intorno ai 20 anni. Curiosità per ciò che riuscirà a fare il Genoa: Vieira si dice soddisfatto del mercato, ma fatto sta che al centro dell’attacco Pinamonti è stato sostituito da Colombo, che non ha certo la media realizzativa del suo predecessore. C’è anche Cornet, di ritorno a Marassi. Si va verso un 4-2-3-1 con Carboni, Stanciu e Ellertsson o Gronabek alle spalle della punta. In difesa bene l’arrivo dell’esperto Ostigard. Il Torino si è assicurato le prestazioni del Cholito Simeone. Non manca qualche affare romantico, come gli arrivi di Vardy alla Cremonese, di Albiol al Pisa, di Dzeko alla Fiorentina. L’Udinese ha chiuso il mercato con una doppia zeta: Zanoli e il ritorno in Italia di Zaniolo. Trasferimento dell’ultim’ora quello dell’eterna promessa del calcio italiano che arriva in Friuli dal Galatasaray. Il gallo Belotti va al Cagliari. Si chiude un calciomercato senza colpi clamorosi: i migliori acquisti li ha fatti chi è riuscito a trattenere i propri gioielli. Ora la parola passa definitivamente al campo, in attesa del prossimo valzer del mercato di gennaio.
Friedrich Merz e Giorgia Meloni (Ansa)
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