2023-06-16
Guru agli opposti: Gates in Cina, Musk da noi
Giorgia Meloni e Elon Musk (Ansa)
Dopo lo scontro con l’Ue sulle norme anti fake news, il patron di Twitter e Tesla ha incontrato Meloni e Tajani. Tra i temi pure natalità, cybersicurezza e auto elettriche. Oggi la visita a Macron. Mentre il fondatore di Microsoft, atteso a Pechino, fa da apripista a Blinken.Tappa romana ieri per Elon Musk. Il capo di Tesla ha avuto innanzitutto un incontro con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Abbiamo parlato di tante cose, di cybersecurity, di spazio, di Twitter, di libertà di informazione che in tante parti del mondo non c’è», ha detto il titolare della Farnesina. «Abbiamo parlato di politica industriale, di auto elettrica. Gli ho detto che l’Italia è il miglior Paese in Europa per investire, se fosse interessato a investire», ha aggiunto. Successivamente, nel tardo pomeriggio, il magnate è stato ricevuto dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per un colloquio, definito dal premier «Molto proficuo e un momento di grande cordialità» incentrato sui temi di natalità, intelligenza artificiale e regole europee di mercato. Oggi, secondo Reuters, Musk dovrebbe vedere a Parigi il presidente francese, Emmanuel Macron: si tratta del secondo incontro tra i due nell’arco di poco più di un mese. Da quanto trapelato, dovrebbero parlare di regolamentazione tecnologica e della possibilità di aprire uno stabilimento Tesla in territorio francese. «Sarebbe fantastico avere una fabbrica Tesla in Francia. Ci sono stati molti sforzi ed energie per assicurarsi che ciò sia possibile e che possa accadere», ha dichiarato il ministro francese per le Telecomunicazioni, Jean-Noel Barrot. Tra l’altro, proprio Tesla ha rappresentato un po’ il centro del recente viaggio di Musk in Cina, svoltosi poche settimane fa: una visita in cui il magnate ha avuto modo di incontrare, tra gli altri, il ministro degli Esteri di Pechino, Qin Gang. Insomma, sembra proprio che il tour europeo di Musk sia principalmente finalizzato a capire dove aprire una seconda gigafactory, dopo quella avviata l’anno scorso in Germania. Ma non è detto che Tesla rappresenti l’unico dossier al centro di questo viaggio. È infatti plausibile ritenere che Musk si stia muovendo anche per Twitter. Pochi giorni fa, il social cinguettante ha infatti abbandonato il codice di condotta dell’Ue sulla disinformazione. Una mossa che ha mandato su tutte le furie la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova. «Se Twitter vuole operare e fare soldi nel mercato europeo deve rispettare le nostre norme e prendere le misure appropriate», ha tuonato quest’ultima. Non si può quindi escludere che Musk punti a creare una sorta di fronte di Paesi europei «amici» in grado di contrastare la linea dura della Commissione Ue nei confronti di Twitter. Si tratta di una questione molto delicata per il magnate: il New York Times ha infatti recentemente riportato che, ad aprile, la piattaforma ha registrato una riduzione del 59% dei ricavi pubblicitari rispetto all’anno precedente. In terzo luogo, ma qui siamo nel campo della pura ipotesi, è possibile che il capo di Tesla stia usando questo tour anche per «promuovere», davanti ai leader che incontra, la figura di Ron DeSantis. Non è d’altronde un mistero che Musk spalleggi il governatore della Florida alle attuali primarie repubblicane: non solo gli aveva dato un mezzo endorsement già a novembre, ma ha anche ospitato su Twitter Spaces l’annuncio della sua discesa in campo a maggio. Dall’altra parte, DeSantis ha bisogno di accreditarsi maggiormente a livello internazionale: quello stesso DeSantis che, al netto di alcune difficoltà, resta al momento l’unico candidato capace di contendere la nomination presidenziale del Gop a Donald Trump. Giova infine ricordare che Musk intrattiene legami con il Dipartimento della difesa americano: due settimane fa, Starlink si è aggiudicata un contratto del Pentagono per servizi satellitari in Ucraina. Non possiamo quindi del tutto escludere che, nel suo tour europeo, il ceo di Tesla si stia facendo latore anche di qualche messaggio da parte degli apparati governativi di Washington: chissà, magari per qualche ulteriore collaborazione nel settore dell’aerospazio. Più in generale, che Musk abbia incontrato la Meloni e Tajani è l’ulteriore dimostrazione del fatto che l’attuale governo italiano è tutt’altro che isolato sul piano internazionale. Ma Musk non è l’unico magnate a viaggiare in questi giorni. L’altro ieri è arrivato in Cina Bill Gates, che dovrebbe incontrare oggi Xi Jinping. L’ultimo faccia a faccia tra i due risale al 2015 e non è chiaro di che cosa dovrebbero parlare stavolta. Tuttavia, in un tweet, il fondatore di Microsoft ha dichiarato che la sua visita cinese sarà principalmente finalizzata a incontrare «i partner che lavorano alle sfide globali per la salute e lo sviluppo con la Fondazione Gates da oltre 15 anni». Gates è piuttosto legato a Tedros Ghebreyesus, il quale -secondo il National Interest- arrivò al vertice dell’Oms soprattutto grazie all’appoggio politico di Pechino. Quella stessa Oms che vede nella Fondazione Gates uno dei propri principali finanziatori. È quindi verosimile che l’eventuale faccia a faccia con Xi sarà principalmente dedicato ai temi sanitari. Gates potrebbe inoltre fungere ufficiosamente da apripista per il difficile viaggio, previsto questo fine settimane, del segretario di Stato americano, Tony Blinken, in Cina.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci