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Museo Cdp, la via italiana al fare impresa passa per arte e cultura

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Museo Cdp, la via italiana al fare impresa passa per arte e cultura
Arnaldo Pomodoro, Colonna del viaggiatore, 1966

Domenica 13 aprile 2025 si è tenuta l’apertura straordinaria al pubblico del Museo di Cassa Depositi e Prestiti nella storica sede di Via Goito a Roma, in occasione della seconda edizione della «Giornata Nazionale del Made in Italy» promossa dal MIMIT.

Arnaldo Pomodoro - dettaglio Colonna del viaggiatore, 1966



Il Museo di Cdp è la dimostrazione che la storia dell'impresa italiana non racconta solo di numeri, ma anche di arti e cultura. Quella del 13 aprile è una delle ultime aperture al pubblico prima del trasferimento del Museo nel 2026 nella nuova sede di CDP in Piazza Verdi a Roma, nell'ex sede della Zecca di Stato. Cassa Depositi e Prestiti ha rivolto particolare attenzione alla valorizzazione del patrimonio artistico e archivistico del Gruppo, quali fattori rilevanti per il progresso sociale ed economico del Paese. In linea con questo impegno è stato avviato un processo di recupero e promozione delle sue collezioni che nel 2020 ha portato alla creazione del museo aziendale.

La nascita scaturisce da un impegno di studio e di catalogazione, volto a raccogliere e custodire il vasto patrimonio artistico e archivistico proveniente dall’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), acquisito tramite il comodato d’uso gratuito da Fintecna, una delle società del Gruppo CDP. Il Museo CDP non è soltanto uno spazio di conservazione del passato, ma diventa una risorsa per il presente e per il futuro, offrendo una testimonianza concreta di una via italiana al fare impresa attraverso la cultura e le arti. Dal 2022 il Museo è, infatti, aperto alle visite della comunità aziendale, delle scuole e degli stakeholders.L’attenzione al contemporaneo e alla valorizzazione delle eccellenze artistiche italiane prosegue anche in ambito internazionale. Grazie al progetto espositivo di Cassa Depositi e Prestiti, l’opera «pneumOS». LaConoscenza dell'Aria è Open Source dell’artista Oriana Persico, è presente all’interno del Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka che è stato inaugurato domenica 13 aprile. A metà fra un polmone cibernetico e uno strumento musicale, «pneumOS» è un'opera vivente che trasforma i dati ambientali raccolti da sensori urbani in impulsi elettrici. Commissionata dal Comune di Ravenna, unisce arte, scienza, salute, musica e tecnologia, creando un dialogo unico tra il mondo digitale e quello sensoriale.

Il progetto di Cassa Depositi e Prestiti presso il Padiglione Italia si completa di quattro oggetti industriali, espressione del rapporto tra tecnologia e design e provenienti da aziende partecipate del Gruppo CDP. Un percorso che, nel suo complesso, sottolinea il ruolo e la necessità di promuovere il dialogo generativo fra l'arte, la scienza e l'innovazione tecnologica che da sempre rappresenta il tratto distintivo del nostro Paese.

Fs aumenta gli investimenti e la puntualità
Stefano Donnarumma, ad di Fs
L’ad Stefano Donnarumma presenta le nuove strategie: pronti 18 miliardi per il 2025 e progetti per 177 miliardi fino al 2034. La flotta verrà rinnovata e si punterà su digitalizzazione della rete e apertura ai privati. Matteo Salvini rilancia i cantieri e il Ponte di Messina.

Investimenti per 18 miliardi nel 2025, 7 di questi solo per il Pnrr. Cifre senza precedenti per il gruppo Fs come spiegato dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma ieri in occasione della presentazione del Piano strategico 2025-2029. «Questi risultati rappresentano le fondamenta della traiettoria di lungo periodo delineata nell’aggiornamento del Piano strategico, che prevede ulteriori investimenti per 177 miliardi di euro nel periodo 2026-2034. Il prossimo anno puntiamo a superare il target dei 18 miliardi», mentre per quanto riguarda gli obiettivi al 2029, nonostante una perdita iniziale pari a 200 milioni di euro nel 2024, restano gli stessi: «20 miliardi di euro di ricavi, 3,5 miliardi di euro di Ebitda e un risultato netto pari a 500 milioni di euro, coerenti con la traiettoria di crescita prevista per i prossimi anni», ha commentato presentandosi sul palco vestito da ferroviere per «trasmettere l’orgoglio e l’emozione di essere ferrovieri e italiani».

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Lista d’attesa lunga per avere le cure: chiede l’eutanasia. E il Canada gliela dà
Iniezione letale (iStock)
Donna affetta da una patologia rara, ma non grave, si deprime per le tempistiche dell’operazione e ottiene l’ok al fine vita.

Una donna affetta da una malattia rara, ma tutt’altro che in fin di vita bensì semplicemente stanca di aspettare l’intervento chirurgico di cui avrebbe bisogno, arriva a chiedere - e ottiene - la morte assistita. Sembra assurdo che un caso simile possa esistere e, probabilmente, lo è. Peccato sia una storia vera: quella che vede suo malgrado protagonista Jolene Van Alstine, 37 anni, residente nella provincia canadese del Saskatchewan. La donna soffre da otto anni di iperparatiroidismo primario normocalcemico, una malattia paratiroidea molto rara ma curabile. Il punto è che nel Saskatchewan pare non ci siano chirurghi in grado di eseguire l’operazione di cui ha bisogno. Per questo, la trentasettenne deve essere indirizzata fuori provincia, ma non può ottenere un’indicazione senza prima essere visitata da un endocrinologo e - di quelli della sua zona, alcune decine - nessuno accetta nuovi pazienti.

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Marco Scatarzi e Lorenzo Cafarchio raccontano boicottaggi, accuse grottesche e tentativi di censura tra fiere del libro e festival. Perché il pluralismo diventa un problema solo quando non è di sinistra?

La strage silente delle miocarditi da vaccini
Vaccini (iStock)
È provato che il farmaco usato per il Covid, specie nei soggetti giovani, possa causare microlesioni rilevabili solo con esami mirati. Spesso la sintomatologia è nulla: arriva solo un’aritmia improvvisa e fatale. Eppure la «scienza» dà dei cialtroni alle tante vittime.

Il malore improvviso ha un nome. La mio/pericardite associata ai vaccini a mRna contro Sars-CoV-2, è un fenomeno epidemiologicamente ben documentato, in particolare nei maschi tra 12 e 29 anni. Studi pubblicati su The Lancet, Nature, Jama hanno confermato infatti un aumento dell’incidenza rispetto ai tassi di background pre-Covid, soprattutto nella settimana successiva alla seconda dose.

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