2019-10-24
Multe per i negozi che rifiutano il cash. Le città americane difendono i contanti
Da noi la sinistra tifa per pos e carte di credito. I democratici Usa invece li avversano per non discriminare i più poveri.Tra i grandi sostenitori della guerra contro il denaro contante che oggi tanto coinvolge la sinistra italiana e i 5 stelle non possiamo dimenticare Vladimir Lenin. Fu lui a spiegare, in Stato e rivoluzione, che - con il comunismo realizzato - ogni membro della società, in cambio del suo lavoro «socialmente necessario», avrebbe ricevuto «uno scontrino da cui risulta ch'egli ha prestato tanto lavoro. Con questo scontrino egli ritira dai magazzini pubblici di oggetti di consumo una corrispondente quantità di prodotti». Il sogno di Lenin non si è mai realizzato, anche se in Unione Sovietica le restrizioni sull'uso di contante erano piuttosto pesanti. In compenso, oggi i fanatici del neoliberismo stanno portando a compimento l'opera del capo bolscevico, solo che al posto dello «scontrino» ci sono le carte di credito. Del resto Lenin e i turbocapitalisti condividono gli stessi obiettivi: da un lato controllare la popolazione, dall'altro ostacolare (o direttamente impedire) l'accumulo di denaro da parte della borghesia. In sostanza, ciò a cui mirano le politiche «cashless» è colpire il risparmio, e si può dire che su questo punto siano piuttosto efficaci. L'altro effetto che producono - riscontrato più o meno ovunque siano state applicate - è quello di danneggiare le fasce sociali più deboli: anziani, poveri, emarginati, in alcuni casi persino i giovani. I progressisti italiani non sembrano curarsene più di tanto, anche se - almeno sulla carta - dovrebbero avere a cuore la causa. In compenso tanti democratici statunitensi da tempo si stanno occupando del problema e un po' dappertutto stanno lanciando leggi o proposte di legge per impedire che il contante sia eliminato. Jim Kenney, sindaco di Philadelphia per il Partito democratico, in luglio ha firmato una legge che punisce gli esercizi commerciali che rifiutano il pagamento in contanti con multe fino a 2.000 dollari. Le ragioni di questa scelta le ha spiegate Lauren Cox, portavoce del sindaco: «In una città che ha un tasso di povertà del 26%, è fondamentale fare tutto ciò che è possibile per garantire uguali possibilità a tutti i residenti», ha detto. «Ci sono ragioni socioeconomiche per cui molte famiglie negli Stati Uniti non hanno un conto in banca. Fino a che non sarà possibile rimuovere questi ostacoli, dobbiamo assicurare a tutte le persone di poter partecipare all'economia cittadina». Una misura analoga a quella adottata da Philadelphia è stata proposta dal consigliere democratico Ritchie Torres nella città di New York. Stando alla stampa americana, dovrebbe essere approvata entro la fine di questo mese e prevede multe fino a 500 euro per i negozi retail che non accettano denaro contante. Anche in questo caso dietro la proposta ci sono motivazioni sociali: eliminare il contante danneggia le classi meno abbienti. Piccolo problema: i poveri non sono una minoranza protetta dalle leggi federali sui diritti civili. Dunque Torres ha giocato la carta razziale. In sostanza, il consigliere ha fatto presente che circa il 12% degli «unbanked» (cioè di coloro che non hanno un conto corrente) sono persone di colore, motivo per cui non consentire a costoro di pagare in contanti sarebbe discriminazione razziale. È evidente che si tratti di un escamotage, ma quel che conta è l'idea alla base della proposta: nei fatti, la società «cashless» danneggia i più poveri. Nello specifico americano si tratta in gran parte di neri e di latini. La vera discriminazione, tuttavia, non è etnica, bensì economica o «di classe», come si sarebbe detto un tempo. Ecco perché in varie località degli Stati Uniti esistono leggi che proibiscono di rifiutare il denaro contante. Nello Stato del Massachussets, ad esempio, esiste una legge datata 1978 che vieta ai negozianti di compiere discriminazioni rifiutando il contante e pretendendo una carta di credito. La Pennsylvania ha addirittura un «Cash consumer protection act» risalente al 1984. Più di recente, a San Francisco è stata avanzata una proposta di legge che in parte assomiglia a quella già approvata a Philadelphia. Lo Stato del New Jersey, invece, ha approvato una legge analoga a quella del Massachussets alla metà di marzo di quest'anno. L'ha firmata Phil Murphy, governatore del Partito democratico che - fatto curioso - ha alle spalle ben 23 anni di servizio nella finanza presso Goldman Sachs. Le multe per chi rifiuta il cash sono salatissime: 2.500 dollari che diventano 5.000 già alla seconda violazione. Paul Moriarty, esponente democratico del New Jersey, ha ribadito più volte che «qualsiasi tentativo da parte degli esercizi commerciali di vietare l'uso di denaro contante è discriminatorio nei confronti delle persone che non hanno accesso al credito». E ha aggiunto che la legge a difesa dei contanti protegge qiamti «non vogliono che ogni aspetto della loro vita venga registrato, archiviato e monetizzato dalle società di carte di credito». È un discorso di totale buon senso che può valere tranquillamente anche per l'Italia. I ricorsi storici sono davvero straordinari. La sinistra di casa nostra - a partire dal Pd - cerca in ogni modo di scimmiottare i democratici americani e fa di tutto per scrollarsi di dosso la pesante eredità comunista. Eppure, quando le fa comodo, non esita a ripudiare gli amati liberal e schierarsi dalla parte del caro vecchio Lenin.