2021-12-10
Multa da 1,1 miliardi contro Amazon: «Danni ai concorrenti della logistica»
Jeff Bezos (Getty images)
L’Antitrust impone una sanzione per abuso di posizione dominante e nuove regole interne. Il gruppo annuncia il ricorso: «Obblighi sproporzionati». Bruxelles, che ha aperto due indagini sul colosso, festeggiaAmazon riceve un’altra multa dall’Antitrust. Dopo la sanzione da 68,7 milioni di fine novembre per l’intesa stretta con Apple che avrebbe ristretto la concorrenza di altri venditori, il Garante stavolta chiede complessivamente oltre un miliardo (la cifra esatta è 1.128.596.156,33 euro) alle società Amazon Europe core, Amazon services Europe, Amazon Eu, Amazon Italia services e Amazon Italia logistica per abuso di posizione dominante. Secondo l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli, il colosso dell’e-commerce detiene una posizione di assoluta dominanza nel mercato italiano dei servizi di intermediazione su marketplace che le ha consentito di favorire il proprio servizio di logistica, denominato Logistica di Amazon, presso i venditori attivi sulla piattaforma Amazon.it ai danni degli operatori concorrenti in tale mercato e di rafforzare la propria posizione dominante. Le società, aggiunge l’Antitrust, hanno legato all’utilizzo del servizio Logistica di Amazon l’accesso a un insieme di vantaggi essenziali per ottenere visibilità e migliori prospettive di vendite su Amazon.it. Tra questi vantaggi esclusivi spicca l’etichetta Prime, che consente di vendere con più facilità ai consumatori più fedeli e alto spendenti aderenti all’omonimo programma di fidelizzazione di Amazon, nonché di partecipare ai famosi eventi speciali gestiti da Amazon (come il Black friday). Amazon, aggiunge l’Autorità, ha così impedito ai venditori terzi di associare l’etichetta Prime alle offerte non gestite con Fba, il programma di logistica del gruppo. Oltre alla maxi multa, l’Autorità ha imposto ad Amazon di concedere ogni privilegio di vendita e di visibilità sulla propria piattaforma a tutti i venditori terzi che sappiano rispettare standard equi e non discriminatori di evasione dei propri ordini, in linea con il livello di servizio che Amazon intende garantire ai consumatori Prime; definire e pubblicare tali standard e, a far data da un anno dall’assunzione della decisione, astenersi dal negoziare con i vettori o con gli operatori di logistica concorrenti - per conto dei venditori - tariffe e altre condizioni contrattuali applicate per la logistica dei loro ordini su Amazon.it, al di fuori di Fba. Il gruppo di Jeff Bezos ha già annunciato che presenterà ricorso e in una nota ha definito la sanzione e gli obblighi imposti «ingiustificati e sproporzionati» sottolineando che «più della metà di tutte le vendite annuali su Amazon in Italia sono generate da piccole e medie imprese» che «hanno molteplici canali per vendere i loro prodotti sia online sia offline: Amazon è solo una di queste opzioni. Investiamo costantemente per sostenere la crescita delle 18.000 piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon e forniamo molteplici strumenti ai nostri partner di vendita, anche a quelli che gestiscono autonomamente le spedizioni». Amazon ricorda poi che la sua logistica è un programma facoltativo e che i partner possono utilizzarlo o meno, anche per singoli prodotti, e che la maggior parte dei partner di vendita non usa il programma Logistica di Amazon. L’azienda inoltre spiega che in ogni Paese in cui opera ci sono rivenditori più grandi e che in Italia, nel 2021, l’incidenza delle vendite ecommerce sul totale delle vendite retail è passata dal 9% del 2020 al 10% secondo la recente analisi dell’Osservatorio ecommerce B2C del Politecnico di MilanoNel frattempo, però, a esprimere soddisfazione è Bruxelles dove si evidenzia che il caso Amazon «è un esempio di coordinamento riuscito tra la Commissione europea e l’Autorità italiana garante della concorrenza, che era nella posizione ideale per condurre un’indagine separata sulla condotta di Amazon in Italia». Non solo. «L’attribuzione della causa è stata concordata congiuntamente» tra Italia e Ue che ha ancora in corso indagini nei confronti della società di Bezos. Nello specifico, il 10 novembre 2020 la Commissione ha messo formalmente sotto accusa Amazon (nell’ambito di un’indagine avviata nel 2019) per l’utilizzo improprio dei dati aziendali non pubblici dei venditori indipendenti che usano la sua piattaforma di vendita, una pratica con cui creerebbe un vantaggio per le proprie attività di vendita al dettaglio a discapito degli stessi venditori terzi, e ha avviato una seconda indagine formale sulle pratiche commerciali della multinazionale per vederci chiaro sulle modalità attraverso le quali spinge i propri servizi come Buy box e il programma fedeltà Prime. La mossa italiana, quindi, dìventa un assist importante. Chissà, intanto, cosa ne pensa Poste italiane che a luglio ha rinnovato la partnership triennale con Amazon per la consegna di prodotti sul territorio nazionale attraverso l’impiego delle reti e degli asset logistici del gruppo guidato da Matteo Del Fante. L’accordo consente una crescita dei volumi e dei ricavi di Poste, bilanciando i volumi delle aree urbane e rurali e introducendo servizi a più alto valore aggiunto come le consegne programmate.