2019-08-14
Morandi, le indagini confermano: non fu una fatalità
Un anno dopo, le ipotesi degli inquirenti portano tutte a indicare nella scarsa manutenzione di Atlantia le cause del crollo.Oggi Genova si fermerà per la messa di commemorazione delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi del 14 agosto di un anno fa. Come è già accaduto per altre tragedie cittadine, alle 11.36, minuto esatto della tragedia, risuoneranno nell'aria le sirene delle navi attraccate in porto e i rintocchi delle campane a morto delle chiese cittadine. Sono attesi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio (che l'anno scorso vennero accolti dagli applausi dei genovesi, chissà oggi) e altri ministri, come Danilo Toninelli, titolare delle Infrastrutture. L'appuntamento è alle 10 nei pressi dell'area dove sta sorgendo la nuova Pila 9, la prima del futuro viadotto sul torrente Polcevera. In città ci saranno anche due maxischermi per seguire la cerimonia officiata dal cardinale e arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco.Dodici mesi dopo il cedimento del Morandi, la città è ancora spezzata in due e ci vorranno molte settimane perché venga concluso il nuovo viadotto immaginato da Renzo Piano. Per ora gli abitanti del capoluogo ligure, in particolare chi risiede a Ponente, sono costretti a convivere con code chilometriche negli orari di punta.Ma se i lavori, dopo l'abbattimento degli ultimi monconi del ponte, procedono, un'altra importante partita continua a giocarsi nelle aule giudiziarie, dove potrebbero finire alla sbarra i vertici di Autostrade per l'Italia (Aspi) e quelli del braccio operativo Spea engineering (incaricata delle manutenzioni), entrambe controllate dal gruppo Atlantia, la cassaforte dei Benetton.Dal giorno del crollo questo giornale ha indicato la mancata manutenzione da parte della società autostradale di proprietà della famiglia veneta come la principale responsabile della tragedia. E le indagini giudiziarie stanno confermando la bontà di questa linea. Tanto che una quindicina di dirigenti, tecnici e funzionari sono finiti in un'inchiesta parallela a quella sul disastro. Gli uomini di Autostrade e Spea sono accusati di falso e in particolare di aver taroccato le carte delle ispezioni anche per evitare limitazioni al traffico su tratti autostradali. Qui i principali indagati sono Michele Donferri Mitelli, ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade, e Antonino Galatà, amministratore delegato di Spea.Tali imbrogli sarebbero stati commessi non solo prima, ma anche dopo il crollo del ponte Morandi. Falsi che non possono far escludere agli investigatori una reiterazione del reato da parte di chi non ha modificato i propri comportamenti neppure di fronte all'immane tragedia del 14 agosto 2018. Una condotta che potrebbe indurre la Procura a chiedere provvedimenti. Il procuratore Francesco Cozzi non nega e non conferma: «È come se mi chiedesse come fare 13 alla prossima schedina. Non le posso rispondere su questo».I filoni processuali, come detto, sono due: il primo riguarda il cedimento del ponte e ha 71 indagati, per la maggior parte dipendenti di Autostrade e Spea, ma anche del ministero delle Infrastrutture, sotto inchiesta per i mancati controlli. Il nome più noto di questo elenco è quello dell'ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, oggi ad di Atlantia. Sono contestati a vario titolo i reati di disastro e omicidio colposi, di omicidio stradale e di attentato alla sicurezza dei trasporti, oltre alla contestazione ad Aspi del mancato rispetto delle norme sui luoghi di lavoro. Nell'ambito del primo incidente probatorio che dovrà stabilire quali fossero le condizioni del ponte al momento del crollo sono state depositate tutte le perizie degli esperti scelti dal gip e i risultati indicano uno stato di degrado diffuso e pronunciato. È in corso un secondo incidente probatorio per accertare le cause del collasso. Nell'ambito di questo filone è stato reso pubblico un filmato considerato dagli investigatori della Guardia di finanza guidati dal colonnello Ivan Bixio un documento particolarmente importante. In base alle immagini e ad altri indizi l'ipotesi più plausibile del crollo pare il cedimento dello strallo numero 132, uno dei più usurati da ruggine e salsedine.La fine delle investigazioni dovrebbe coincidere con la conclusione del secondo incidente prevista per fine anno e quindi l'avviso di chiusura delle indagini preliminari dovrebbe arrivare ai 71 indagati a inizio 2020, anno in cui il sindaco di Genova Marco Bucci spera di inaugurare il nuovo ponte. Nel frattempo un gran numero delle potenziali parti civili hanno già raggiunto un accordo transattivo di risarcimento con Autostrade. La fase istruttoria del procedimento sui falsi, invece, potrebbe chiudersi già il prossimo autunno.Qualche buona notizia riguarda i rimborsi per gli sfollati del ponte Morandi. «Entro febbraio 2019 sono stati indennizzati tutti gli aventi diritto» ha spiegato Franco Ravera, presidente del comitato «Quelli del ponte Morandi». I proprietari hanno ricevuto 2.025,50 euro di indennizzo per ogni metro quadrato di casa. Il Comune, invece, riceverà un contributo di 210 mila euro per il 2019 e il 2020 per il minor gettito di Imu e Tasi. Va detto che la tragedia ha ulteriormente depresso il mercato immobiliare cittadino e si è registrata una diminuzione nella richiesta di mutui.Gli sfollati si riuniranno oggi alle 11, come hanno fatto tutti i 14 del mese da settembre, per ricordare le vittime con 43 rose bianche. «Questa sarà l'ultima volta, poi bisogna voltare pagina» ha concluso Ravera a nome dei genovesi che vogliono ripartire.
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