
Sì dell’assemblea con l’86,48%. Lovaglio: «Grande opportunità». Caltagirone, che ha in corso una richiesta di risarcimento da 741 milioni di euro verso Mps, sale al 9,96% e diventa il primo socio privato dell’istituto.I soci di Mps sostengono con una maggioranza bulgara l’offensiva su Mediobanca. Un voto che rappresenta non solo un passo fondamentale per l’istituto senese, ma anche un segnale di fiducia nel progetto di consolidamento nel sistema bancario nazionale. Soddisfatto anche Matteo Salvini: «Mps ha scritto un’altra pagina nella storia finanziaria del nostro Paese», ha dichiarato, «nonostante la sinistra, solo pochi anni fa, la volesse liquidare definitivamente». Il consenso dei soci accorsi in massa (in sala il 73,59% del capitale) ha superato ogni aspettativa. La delibera di aumento di capitale è stata approvata con l’86,48% dei voti consegnando all’amministratore delegato Luigi Lovaglio un mandato forte per avviare l’Ops da 13 miliardi sulla blasonata banca d’affari. I contrari sono stati l’11,81% e gli astenuti l’1,7%. L’esito della votazione è stato accolto con un applauso dei soci: «Un momento importante per chi ci ha creduto e l’ha portato avanti», ha commentato il presidente Nicola Maione, mentre Lovaglio ha parlato di «ulteriore spinta di fiducia» da parte degli investitori che hanno compreso la «valenza industriale» del progetto. Nella compagine sociale si è consolidato il gruppo Caltagirone, che, risulta dai documenti dell’assemblea, ha ancora in corso un contenzioso da 741 milioni con Siena e al momento - avverte la banca - non ci sono trattative per la definizione bonaria del giudizio. Il gruppo romano ha arrotondato dall’8% al 9,96% la quota, divenendo il primo azionista privato e il secondo in assoluto alle spalle del Mef (11,7%). Segue Delfin (9,86%). Assieme ai primi tre soci hanno votato a favore dell’aumento di capitale non solo Banco Bpm (5%), Anima (4%), le Fondazioni (1,5%), Enpam (2%) ed Enasarco (3%) ma anche tanti nomi illustri del mercato. Fra gli altri Norges bank, Amundi, Pimco, Vanguard (ma non Blackrock), evidentemente convinti della bontà dell'operazione. Ai soci Lovaglio ha ribadito che Mediobanca è «il partner ideale» per creare «il terzo operatore nazionale» del credito. Un polo con accresciuta capacità di servire «famiglie e imprese». In grado anche di garantire «una significativa creazione di valore» ai soci. Distribuirà infatti «il 100% degli utili» e offrirà una redditività sul capitale del 14%, mantenendo «un bilancio solido» per resistere a qualsiasi scenario economico. «Abbiamo chiesto agli investitori di sostenerci tre anni fa» con l’aumento di capitale «e quelli che lo hanno fatto sono stati premiati. Ci impegniamo a fare lo stesso con questa transazione». È la promessa di Lovaglio, che ha ribadito la natura «industriale» di un’operazione in cui la quota di Mediobanca in Generali «è importante» come fonte di diversificazione dei ricavi ma non «strategica» e dunque in futuro cedibile anche se la scadenza nel 2027 dell’accordo di bancassurance con Axa «offre un’ulteriore opzionalità». L’ad, sicuro del «successo» che avrà l’Ops, non ha escluso future operazioni con Banco Bpm, che sta cercando di sottrarsi all’attacco di Unicredit: con Mediobanca il Monte avrà «un ruolo da protagonista in un mercato che andrà necessariamente a consolidarsi» e Siena avrà una dimensione «che ci consentirà di sedere al tavolo con un diverso posizionamento». Con il via libera dell’assemblea inizia il secondo tempo della partita su Mediobanca. Mps prevede che l’Ops possa partire a «giugno-luglio», una volta ottenute tutte le autorizzazioni. Mps «conferma l’obiettivo di conseguire almeno il 66,67%» del capitale di Piazzetta Cuccia ma ritiene che «gli obiettivi strategici» dell’offerta «saranno realizzabili» anche con il l 51%. Il Monte, che non ha «notizia di offerte alternative», continua a ritenere la sua proposta «adeguata» e non si attende «impatti» dai dazi. Nelle risposte scritte Lovaglio ha anche escluso l’esistenza di un «accordo» con Caltagirone per spartire la quota in Generali mentre di fronte alle ipotesi di un patto tra Delfin e Caltagirone per prendere il controllo del Leone, ha precisato che la scalata a Mediobanca «è stata strutturata dalla banca in piena autonomia di giudizio». Lovaglio l’aveva prospettata a Giorgetti, la prima volta nel dicembre 2022. Poi a novembre scorso, dopo l’affondo di Unicredit sul Banco, l’accelerazione perché «non potevamo stare lì ad aspettare che qualcosa accadesse».
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Dal 2000 le quotazioni fondiarie valgono oltre il 20% in meno, depurate dall’inflazione. Pac più magra, Green deal e frontiere aperte hanno fatto sparire 1,2 milioni di aziende.
Bill Emmott (Ansa)
Giannini su «Rep» favoleggia di un mondo parallelo di complotti neri, mentre sulla «Stampa» Emmott minimizza il video manipolato di The Donald. Quando giova ai loro obiettivi, indulgono su bavagli e odio.
S’avanza la Cosa Nera. Un orrore primordiale simile all’It evocato da Stephen King, entità oscura che stringe la città di Derry nelle sue maligne grinfie. Allo stesso modo agiscono le «tenebre della destra mondiale» descritte ieri su Repubblica da Massimo Giannini, che si è preso una vacanza dal giornalismo per dedicarsi alla narrativa horror. E ci è riuscito molto bene, sceneggiando una nuova serie televisiva: dopo Stranger Things ecco Populist Things. Una narrazione ambientata in un mondo parallelo e totalmente immaginario in cui «populisti e estremisti deridono le istituzioni democratiche, avvelenano i nostri dibattiti, traggono profitto dalla paura». Un universo alternativo e contorto in cui «gli autocrati possono spacciare le loro verità alternative a community scientemente addestrate a un analfabetismo funzionale coerente con lo spirito del tempo».
Maurizio Landini (Ansa)
- Aumentano gli scontenti dopo il divorzio dalla Uil. Ma il leader insiste sulla linea movimentista e anti Meloni In vista di elezioni e referendum è pronto a imporre il fedelissimo Gesmundo come segretario organizzativo.
- Proteste contro l’emendamento che chiede di comunicare 7 giorni prima l’adesione.
Lo speciale contiene due articoli.
Da mesi, chi segue da vicino le vicende del sindacato e della politica economica del Paese si pone una domanda, se vogliamo banale: ma è possibile che di fronte alla trasformazione della Cgil in una sorta di movimento d’opposizione al governo, ai continui no rispetto a qualsiasi accordo o contratto di lavoro che possa coinvolgere la Meloni e a cospetto di un isolamento sempre più profondo, non ci sia nessuno che dall’interno critichi o comunque ponga qualche domanda a Maurizio Landini?
2025-11-16
Borghi: «Tassare le banche? Sostenibile e utile. Pur con i conti a posto l’Ue non ci premierà»
Claudio Borghi (Ansa)
Il senatore della Lega: «Legge di bilancio da modificare in Aula, servono più denari per la sicurezza. E bisogna uscire dal Mes».
«Due punti in più di Irap sulle banche? È un prelievo sostenibilissimo e utile a creare risorse da destinare alla sicurezza. Le pensioni? È passato inosservato un emendamento che diminuisce di un mese l’età pensionabile invece di aumentarla. La rottamazione? Alla fine, anche gli alleati si sono accodati». Claudio Borghi, capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato e relatore alla legge di bilancio, sciorina a raffica gli emendamenti di «bandiera» del suo partito con una premessa: «Indicano una intenzione politica che va, poi, approfondita». E aggiunge: «Certo, la manovra avrebbe potuto essere più sfidante ma il premier Giorgia Meloni non ha fatto mistero di volerci presentare nella Ue come i primi della classe, come coloro che anticipano il traguardo di un deficit sotto il 3% del Pil. Io, però, temo che alla fine non ci daranno alcun premio, anche perché, ad esempio, la Bce ha già premiato la Francia che ha un deficit superiore al nostro. Quindi, attenti a non farsi illusioni».






