2020-08-16
Monopattini: quando un giocattolo diventa pericoloso
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Una quarantina di incidenti in pochi mesi in Italia, statisticamente tra Usa ed Europa ci si fa male seriamente in 19 ogni 100.000 spostamenti a causa di impatto contro altri veicoli, mentre in circa 12.000 si subiscono sinistri dovuti a fattori esterni, dall'imperizia alle cause ambientali. Questo il risultato di una ricerca focalizzata all'uso dei monopattini a propulsione elettrica condotta da Consumer Report che dal 2017 raccoglie dati statistici su diverse forme di mobilità.Ma ancor prima di invocare l'obbligo di casco e assicurazione, azioni che metterebbero una pezza ma non impedirebbero certo gli eventi, è bene ricordare che questo tipo di mezzo si era affermato nei secoli scorsi come gioco per ragazzini e non per caso è rimasto tale per tanto tempo.Ci sono diversi fattori che incidono sulla pericolosità intrinseca dei monopattini, in primis l'instabilità dovuta al fatto che il baricentro di un corpo normoforme è posizionato all'incirca all'altezza dell'inguine, e quando si sta in piedi su un monopattino, il sistema macchina + uomo non abbassa il baricentro come invece avviene quando si sta seduti su una bicicletta, e questo in caso di buca nella quale cada la ruota anteriore provoca l'immediata proiezione in avanti della persona, la quale non ha alcuna protezione. Questa condizione mal si concilia con il traffico intenso nel quale è necessario reagire rapidamente per evitare incidenti, ed anche con terreni umidi, bagnati, o quando addirittura instabili a causa di brecciolino (piccola ghiaia) sul quale ci si potrebbe trovare a frenare di colpo. Dunque più si è alti peggio è, lo dice la fisica.Altri fattori negativi stanno sia nello sterzo, estremamente diretto e con un manubrio troppo piccolo per favorire l'equilibrio laterale (si pensi al funambolo con l'asta e alla differenza con le biciclette), sia nelle dimensioni delle ruote, che non a caso nel settore degli scooter sono cresciute di diametro insieme con la statura delle persone, che in mezzo secolo ha guadagnato circa trenta centimetri.Ruote piccole significa avere limiti sui fondi sconnessi, ed ogni colpo proveniente dal basso si ripercuote diretto su manubrio e pedana. Infine, a voler essere pignoli, a parte qualche modello in alluminio, di ecologico i monopattini in carbonio o in materiali compositi hanno ben poco, poiché seppure la loro massa sia limitata, per realizzarne il telaio è necessaria parecchia energia e poca di meno occorre per smaltirli una volta in disuso. Senza contare la batteria, anch'essa da smaltire.Quanto alla velocità, 25 km/h possono sembrare pochi, ma convertendo le unità di misura ci accorgiamo che sono quasi sette metri al secondo. Se pesiamo 75kg, a quella velocità la nostra quantità di moto è pari a 525 kgm/s concentrati idealmente proprio in quel baricentro alto circa un metro da terra, equivalenti a 5.148 Joule, l'unità di misura del lavoro e dell'energia. E se immaginiamo di scaricare questa energia in un secondo (ma gli urti e le reazioni dei nostri riflessi avvengono in decimi, quindi è anche peggio), è come essere spinti contro qualcosa da un motore di quasi sei cavalli di potenza. E da adulti, le ossa non hanno l'elasticità della gioventù. Dunque un disastro annunciato? Abbastanza, anche se per limitare i possibili danni li usiamo con estrema cautela, su piste ciclabili, non sempre al massimo della velocità e indossando le dovute protezioni. Ma come forma di mobilità è necessario considerarla estremamente limitata. Anzi, precaria.
Cristian Murianni-Davide Croatto-Andrea Carulli