2025-06-17
Missione Meloni: trattare con il tycoon
Giorgia Meloni al G7 in Canada (Ansa)
Il presidente del Consiglio protagonista di vari bilaterali in Canada per stemperare le tensioni tra capi di Stato e governo. Poi rilancia l’iniziativa per il cessate fuoco a Gaza. Sul tavolo anche le contrattazioni sulla rimodulazione dei dazi.Il ministro degli Esteri italiano e l’angoscia per il conflitto che minaccia italiani e filiera del petrolio.Lo speciale contiene due articoliG7, ovvero Giorgia7: la riunione dei capi di Stato e di governo delle 7 nazioni più industrializzate del mondo in corso a Kananaskis, in Canada, vede il presidente del Consiglio italiano vestire i panni della protagonista assoluta. Il motivo, o uno dei motivi, è che sarà molto difficile stavolta trovare una intesa piena su tutti i temi più scottanti tra Donald Trump e gli altri leader, e l’unica che può tentare in qualche modo di ammorbidire il tycoon è proprio Giorgia Meloni. Detto ciò, tentare non significa riuscire, non stavolta, non in questo G7 che fonti diplomatiche definiscono alla Verità come «concitato», con il conflitto tra Israele e Iran che tiene banco e rischia di offuscare gli altri dossier sul tavolo, dalla situazione in Ucraina a quella a Gaza, per finire ai dazi. Concitazione e pure «confusione», ci viene riferito, con la proposta di Trump di far svolgere a Vladimir Putin il ruolo di mediatore tra Israele e Iran che ha acuito la frattura tra il tycoon e gli altri leader; un clima di incertezza testimoniato ad esempio dalla indiscrezione rilanciata dalla Reuters ieri pomeriggio alle 17.20 ora italiana, le 11.20 in Canada, che riferisce che Donald Trump non avrebbe ancora firmato il comunicato congiunto per la de-escalation del conflitto tra Israele e Iran. La bozza contiene l'impegno per salvaguardare la stabilità dei mercati, quelli energetici, e sostiene che Israele ha il diritto di difendersi. Tanto per non farsi mancare niente, tra l’altro, prima di arrivare in Canada, Emmanuel Macron è andato in Groenlandia, accolto dalla premier danese Mette Frederiksen, e ha rifilato una bella stoccata a Trump: «Sono venuto», ha detto Macron, «per trasmettere un messaggio di solidarietà alla Danimarca, alla Groenlandia e al popolo groenlandese: la Groenlandia non può essere venduta». Tornando alla Meloni, prima dell’apertura dei lavori il premier ha partecipato a una riunione di coordinamento europeo con Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nella serata precedente c’era già stato un lungo colloquio informale tra la Meloni, Macron, Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro canadese, Mark Carney. L’obiettivo di questi colloqui, trovare una posizione coordinata dei Paesi europei e del Canada sul conflitto in Medio Oriente per poi cercare tutti insieme un punto d’incontro con Trump. Non solo: a quanto si apprende, nelle discussioni con i leader del G7 a margine dei lavori del vertice, Giorgia Meloni si è impegnata per proporre un’iniziativa comune per un cessate il fuoco a Gaza, su cui ha riscontrato aperture da parte dei partner europei. Potrebbe essere inquadrato in questa cornice il colloquio telefonico che la Meloni ha avuto con l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani. Con Starmer e Merz la Meloni ha avuto anche due incontri bilaterali: il presidente del Consiglio e il cancelliere tedesco, ha riferito Palazzo Chigi, hanno tra l'altro avuto uno scambio di vedute sui più recenti sviluppi in Medio Oriente e sulla guerra in Ucraina, nel quadro delle relazioni transatlantiche e in vista del prossimo vertice Nato dell’Aja. A breve distanza dal loro recente colloquio a Palazzo Chigi, prosegue la nota, «l’incontro ha permesso di confermare la comune volontà di riunire a Roma, a inizio 2026, una nuova edizione del vertice intergovernativo tra Italia e Germania e di mantenere uno stretto coordinamento sui principali temi dell’agenda Ue, come il contrasto alle migrazioni irregolari e la competitività». Fruttuoso anche il bilaterale con Starmer, con il quale pure si è discusso di Ucraina e Medio Oriente: «Penso che sia un’ottima occasione», ha detto la Meloni incontrando il leader britannico, «trascorrere due giorni insieme in questo momento difficile e cercare di discutere tutti i temi: i recenti avvenimenti in Medio Oriente, il percorso verso una pace giusta e duratura in Ucraina, e poi gli sforzi che dovremo compiere in Europa per rafforzare la nostra difesa e la nostra sicurezza, che ci porteranno al vertice della Nato. E molti temi bilaterali, molte cose importantissime che l'Italia e il Regno Unito stanno facendo insieme, anche ad esempio in materia di difesa con il Gcap e altre iniziative molto strategiche. Sono molto soddisfatta», ha sottolineato la Meloni, «della nostra cooperazione in materia di migrazione». A proposito di migrazione, l’argomento è stato uno dei più importanti tra quelli trattati nella quarta sessione dei lavori di ieri, che si è conclusa quando in Italia era notte fonda, dedicata al tema «rendere sicuro il mondo»: non a caso, il coordinamento di questa sessione è stato affidato proprio a Giorgia Meloni, che ha avuto nel pomeriggio di ieri un altro bilaterale con il padrone di casa, il premier canadese Carney. Fonti diplomatiche fanno notare alla Verità che sul tema della migrazione e del contrasto al traffico di essere umani la presidenza del G7 canadese sta procedendo in continuità con quella italiana. Parlando di dazi, invece, il cancelliere tedesco Merz ha auspicato «progressi nella controversia sui dazi con gli Stati Uniti. Io, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni», ha detto Merz, «siamo determinati a tentare di discutere nuovamente la questione dei dazi con la controparte statunitense durante questi due giorni. Non ci sarà una soluzione in questo vertice, ma forse potremmo avvicinarci a una soluzione a piccoli passi». Oggi in Canada arriva anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che dovrebbe avere un bilaterale con la Meloni. Infine, una curiosità: mentre si avvicinavano alla tavola rotonda del vertice, ieri sera, il nostro premier ha scambiato qualche parola con Donald Trump e poi con Macron: con l’inquilino dell’Eliseo il dialogo è stato fitto e, a quanto si vede in filmati che hanno fatto subito il giro dei social, l’espressione della Meloni dopo aver ascoltato le parole del leader francese è stata un mix tra lo stupore e l’incredulità.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/missione-meloni-trattare-con-trump-2672383029.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="pronto-qui-tajani-telefonate-in-serie-agli-omologhi-negoziare" data-post-id="2672383029" data-published-at="1750144643" data-use-pagination="False"> «Pronto, qui Tajani». Telefonate in serie agli omologhi: negoziare Nella corsa contro il tempo per disinnescare l’escalation tra Israele e Iran, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avuto dei colloqui telefonici direttamente con i protagonisti del conflitto.Parlando con il ministro degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, Tajani, ha esortato «le parti coinvolte nel conflitto a ritrovare un dialogo», chiedendo anche «di continuare a tutelare la sicurezza degli italiani presenti nella regione». Nel post condiviso su X, il vicepremier ha confermato: «Lavoriamo per una ripresa del negoziato, l’Italia ribadisce la sua contrarietà alla ricerca nucleare a uso militare in Iran». E ha sottolineato l’importanza che resti «aperto lo stretto di Hormuz», visto che è «fondamentale snodo per il commercio internazionale». La de-escalation e la tutela degli italiani sono state al centro anche della conversazione con l’omologo israeliano, Gideon Sa'ar.«Ho ribadito l’importanza di riprendere il dialogo attraverso i negoziati», senza dimenticare la richiesta di «garantire l’incolumità dei cittadini italiani in Israele» ha spiegato il vicepremier. Dall’altra parte, l’impegno del governo italiano è orientato «a proteggere le sedi diplomatiche israeliane e i luoghi di culto ebraici in Italia» e «a prevenire tutti i rischi di attentati».Ma la costante attività diplomatica del titolare della Farnesina si è estesa anche ad altri Paesi mediorientali su cui incombe il rischio dell’allargamento del conflitto, con potenziali effetti economici inclusi. Con il principe dell’Arabia Saudita, Faisal Bin Farhan al Saud, oltre a ripetere l’appello per il ritorno dell’Iran al tavolo dei negoziati sul nucleare e l’invito alla de-escalation, ha affrontato i pericoli connessi alla navigazione nello stretto di Hormuz. Anche riguardo alle attività svolte dai tecnici internazionali, nonché italiani, nelle infrastrutture petrolifere. I due si sono anche espressi su Gaza, ribadendo la necessità del cessate il fuoco, della tutela dei gazawi e della ripresa degli aiuti umanitari. Tajani ha espresso le stesse posizioni anche con il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e con il vice primo ministro e ministro degli Esteri dell’Iraq, Fuad Hussein. Il primo ha fatto presente i rischi delle operazioni militari per il Qatar, ponendo l’accento anche sui 10.000 tecnici internazionali che lavorano sulle piattaforme petrolifere off-shore nel Paese. Verso il secondo, Tajani ha rivolto parole di apprezzamento per la linea moderata intrapresa dall’Iraq, auspicando anche che Baghdad eserciti un ruolo importante per convincere Teheran a riprendere i negoziati. Dall’altra parte, Fuad Hussein ha fornito informazioni «sulla agibilità momentanea dei punti di imbarco del petrolio iracheno» come afferma un comunicato del ministero. Gli stessi argomenti sono stati affrontati nella riunione di Tajani con gli ambasciatori delle sedi interessate dal conflitto. Tra l’altro, i consolati e le ambasciate stanno fornendo assistenza agli italiani che intendono andarsene da Israele e dall’Iran.
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
(Ansa)
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».