
Mirko Provenzano e la compagna sono pronti a uscire dal processo. Erano finiti nei guai per il business con la Eventi 6, ditta di babbo Tiziano e della signora Laura: per la famiglia la situazione si fa scomoda.Le brutte notizie sono come le ciliegie. Una tira l'altra. Laura Bovoli, la mamma di Matteo Renzi, è in attesa, insieme con il marito Tiziano Renzi, del rinvio a giudizio per la presunta emissione di fatture false, ma nei prossimi giorni la signora, presidente e amministratore della Eventi 6, la ditta di famiglia, potrebbe ricevere un altro plico verde proveniente dalla Procura di Cuneo contenente l'avviso di chiusura indagini per il crac della ditta cuneese Direkta srl. I principali coindagati della Bovoli sono già a processo e molto probabilmente il prossimo 27 luglio chiederanno al gup di patteggiare l'accusa di bancarotta. Stiamo parlando di Mirko Provenzano ed Erika Conterno, imprenditori ed ex amici personali dei Renzi. Per esempio Provenzano, quando è finito sotto indagine, è stato assunto in una coop legata ai genitori dell'ex premier ed è stato ospitato a Rignano sull'Arno. I legali dell'imprenditore, considerato il principale artefice del crac, non hanno ancora deciso se chiedere il patteggiamento o il rito abbreviato per il loro assistito. Prima, però, Provenzano dovrà accordarsi per una transazione con il curatore fallimentare Alberto Peluttiero. Per il crac milionario, dopo una prima richiesta di 300-400.000 euro, il curatore ha rilanciato chiedendo 150.000 euro, ma nella migliore delle ipotesi Provenzano restituirà poco più della metà e difficilmente la procedura si dichiarerà soddisfatta, rimanendo parte civile nel procedimento. La Conterno, invece, a quanto risulta alla Verità, sembra pronta a chiudere il procedimento per bancarotta accordandosi con la Procura per una pena di 1 anno e 8 mesi. La sua posizione si è alleggerita dopo che ha restituito 40.000 euro alla procedura fallimentare, che per questo non si è costituita contro di lei nel processo. La madre di Provenzano, la pensionata Bambina Licciardi, ha già ottenuto l'assenso della Procura a un patteggiamento di 1 anno e 4 mesi. Un altro indagato ha chiesto la messa in prova, mentre il commercialista Bruno Pagamici verrà giudicato con il rito ordinario. Resta aperto il capitolo giudiziario collegato ai reati fiscali riscontrati nell'inchiesta. Qui la partita potrà chiudersi in tempi stretti solo se gli imputati pagheranno all'erario tutto il dovuto, tra tasse evase e sanzioni. Altrimenti si andrà verso il rito ordinario. Nell'avviso di garanzia che è stato recapitato alla Bovoli ad aprile viene contestata la retrodatazione di alcuni documenti. Provenzano il 13 aprile 2013 aveva scritto ai Renzi: «Ciao a tutti. Come detto al telefono ad Andrea (Conticini, il cognato di Matteo Renzi ndr) avrei bisogno di avere delle richieste su carta intestata Eventi 6 di note di credito per penali e disservizi con data antecedente di un giorno o due alla data delle emissioni delle note di credito (da parte della Direkta ndr)». La Bovoli avrebbe subito preparato e firmato i documenti richiesti. I finanzieri hanno chiosato così l'operazione: «Tale richiesta avanzata da Mirko Provenzano (…) di lettere della Eventi 6, palesemente retrodatate, a giustificazione dell'emissione nel 2012 da parte della Direkta di note di credito nei confronti della Eventi 6 aveva come fine ultimo la dimostrazione di inadempimenti a carico delle cooperative di Giorgio Fossati», un subsubappaltatore della Eventi 6, con un credito di 1.700.000 euro nei confronti della Direkta. Dunque per non pagare Fossati, Provenzano aveva chiesto ai genitori di Renzi di mettere per iscritto lamentele «per non meglio specificati “penali e disservizi"» scritte nel 2013, ma datate 2012. Per gli inquirenti si tratterebbe di «documentazione da ritenersi falsa».L'iscrizione della Bovoli sul registro degli indagati è scattata dopo l'interrogatorio reso l'8 febbraio scorso dallo stesso Provenzano, il quale davanti ai magistrati ha ammesso: «Ho fatto carte false perché ero costretto dalla situazione finanziaria in cui versavo». Le carte raccolte dagli investigatori nelle sedi della Direkta e della Eventi 6 della famiglia Renzi hanno regalato agli inquirenti un quadro giudicato abbastanza chiaro: quando un'azienda doveva sistemare una voce di bilancio o giustificare una fattura tra il Piemonte e la Toscana iniziava una fitta corrispondenza, con l'obiettivo di far tornare i conti. Una materia (far tornare i conti) in cui Laura Bovoli si sentiva particolarmente ferrata. Tanto da scrivere all'amica Conterno: «Se tu fossi più vicina ti insegnerei a tenerti da sola l'amministrazione. A parte il fattore economico, avresti sempre sotto mano la situazione alla lira, cosa che comporta una maggior facilità di movimenti e una programmazione più utile».
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






