2021-09-09
A Milano la fiera sull’utero in affitto. E Palazzo Marino resta in silenzio
Beppe Sala (Getty Images)
La città accoglierà «Un sogno chiamato bebè», un evento dedicato a maternità surrogata, fecondazione eterologa e adozioni per le coppie gay. Tutte pratiche vietate in Italia. Muto il sindaco arcobaleno.Il Partito democratico, terrorizzato all'idea di rimediare l'ennesima pessima figura, ha pensato bene di calendarizzare il ddl Zan dopo le elezioni amministrative. Dopo averne rimarcato per mesi l'assoluta urgenza, i dem comunicano ora che i (presunti) diritti possono aspettare: prima, come sempre, viene l'interesse di bottega. Il fatto che la legge bavaglio si allontani, però, non significa che la marcia della ideologia gender si sia arrestata, anzi. Sostenuta dai grandi media e dai portabandiera del neoliberismo internazionale, l'ondata Lgbt minaccia di sommergerci, continua a battere sugli scogli per sbriciolarli. Dunque occorre non abbassare mai la guardia, nemmeno un secondo. Basta un lampo di distrazione, infatti, e si viene infilzati. Rischiava di passare sotto silenzio, ad esempio, una incredibile vicenda riguardante la città di Milano. L'ha svelata ieri Avvenire, che se n'è accorto soltanto perché ha spedito una inviata in Francia. Carlotta Cappelletti, giurista e militante femminista, ha visitato per conto del quotidiano cattolico il salone della procreazione assistita chiamato Désir d'enfant, che si è svolto per la seconda volta a Parigi sabato 4 e domenica 5 settembre. Ne abbiamo parlato anche su queste pagine. Si tratta di un enorme evento dedicato alla procreazione artificiale che, ovviamente, non trascura la maternità surrogata. All'esposizione sono presenti gli stand delle cliniche che si occupano di procacciare donne disposte ad affittare il proprio ventre (dietro pagamento di alcune decine di migliaia di euro) alle coppie gay ed etero intenzionate ad acquistare un bambino. Perché di acquisto si tratta, a tutti gli effetti. Che a Parigi si tenga questa molto discutibile manifestazione è purtroppo noto. A giungere totalmente inaspettata, invece, è la notizia che, per la prima volta nella storia, una fiera della procreazione assistita è in programma anche a Milano. L'inviata di Avvenire se n'è accorta leggendo una brochure informativa trovata in Francia. L'opuscolo spiegava che il 14 e il 15 maggio dalle nostre parti sarebbe andato in scena Un sogno chiamato bebè, ospitato dalla città governata da Beppe Sala. Una rapida ricerca sul Web basta a confermare tutto. Esiste un sito ufficiale della manifestazione, il quale spiega che Un sogno chiamato bebè è un «evento unico nel suo genere, che si terrà a Milano il 20 e 21 novembre 2021». Rispetto alle informazioni diffuse in Francia, cambiano solo le date. I contenuti sono gli stessi: si tratta di una fiera della procreazione artificiale. Gli organizzatori fanno sapere ai futuri visitatori che troveranno «in un solo luogo, specialisti, consigli, prodotti, informazioni affidabili e supporto per aiutarvi a fondare o a espandere la vostra famiglia». Sempre dal sito ufficiale appendiamo che non ci saranno soltanto stand rivolti a coppie interessate a trattamenti per favorire la fertilità (che in Italia sono legali). No, saranno presenti anche spazi informativi e saranno a disposizione servizi per chi intenda avvalersi della fecondazione eterologa (che qui è vietata per le coppie gay) e soprattutto dell'utero in affitto. Sulla pagina web è scritto senza pudore: «Qui troverai informazioni sull'affido e sulle adozioni, discussioni su argomenti di portata internazionale quali il trattamento dei donatori, la maternità surrogata e le opzioni per le coppie e le persone Lgbt». Ora, in Italia l'utero in affitto è severamente proibito dalla legge. Nonostante i ripetuti tentativi - portati avanti anche dai tifosi del ddl Zan - è considerato dalle istituzioni una pratica abietta, umiliante per la donna, che conduce alla commercializzazione della vita umana. Semplicemente, non è accettabile che in una città italiana si arrivi anche soltanto a pensare di organizzare una manifestazione che propagandi la maternità surrogata. Beppe Sala non può permettere che a Milano vada in scena uno spettacolo degli orrori di questo genere. Dunque è chiamato a mettere da parte per un attimo le sue velleità arcobaleno e a fare il suo dovere: sindaco, fermi la fiera dell'utero in affitto. Il centrodestra lo sta chiedendo con una sola voce, lo pretendono associazioni come ProVita e famiglia. Matteo Forte, capogruppo di Milano popolare a Palazzo Marino, fa affermazioni totalmente condivisibili: «Sarebbe interessante sapere», dice, «con quali autorità hanno preso contatto gli organizzatori della fiera prevista per il prossimo maggio a Milano per realizzare il Salone dell'utero in affitto. Già con la trascrizione all'anagrafe comunale di minori come figli di coppie omosessuali la giunta Sala ha legittimato non solo qualcosa che è espressamente vietato dalla legge, ma che risulta altresì disumano. Qualcuno si assuma la responsabilità e risponda».Già: qualcuno dal Comune deve fornire spiegazioni. Che sia in programma a novembre o a maggio, che sia stata solo annunciata o sia già in fase di preparazione, questa manifestazione non s'ha da fare. Ne va della dignità di un'intera città, di un'intera nazione.
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