2024-08-27
Migranti, la strage sveglia pure Berlino. E Scholz ordina: «Più deportazioni»
Alla vigilia del voto in Sassonia e Turingia volano le estreme, a destra e a sinistra. Cancelliere spiazzato: «Stop ai coltelli».Più che dello ius sanguinis, in Germania è il momento del sangue. Che induce a una qualche riflessione anche le anime belle dell’accoglienza a prescindere. Dopo la strage di matrice islamista di Solingen, nel Nordreno-Vestfalia, la politica invoca improvvisamente una stretta sull’immigrazione clandestina e il cancelliere, Olaf Scholz, promette anche norme più severe sulla detenzione delle armi, coltelli compresi. E visto che l’autore del massacro stava in Germania da irregolare, il cancelliere socialdemocratico minaccia anche un giro di vite sull’esecuzione degli ordini di espulsione, arrivando a parlare, con una parola decisamente infelice per un tedesco, di possibili «deportazioni» di stranieri. Il momento politico è abbastanza surreale, in un’Europa che fatica a prendere atto del rischio terrorismo con la guerra a Gaza e il Medio Oriente incendiato dal conflitto tra Iran e Israele. In Italia si è intenti da giorni a dibattere sullo ius scholae rilanciato da Forza Italia, mentre nell’Ovest della Germania, a Solingen, venerdì scorso un siriano irregolare e radicalizzato si è lanciato in un raid all’arma bianca che ha lasciato per terra tre morti e otto feriti. Ora, i principali partiti di area progressista e moderata, che per anni hanno imposto alla Germania una legislazione molto aperta in tema di immigrazione, corrono a rivedere le proprie posizioni per non regalare le prossime elezioni all’estrema destra e all’estrema sinistra, entrambe a favore di un maggior rigore. Il primo appuntamento con le urne va in scena domenica prossima in Turingia e in Sassonia, mentre il 22 settembre vanno al voto i cittadini del Brandeburgo. Già prima degli accoltellamenti di venerdì, la destra radicale di Alternative für Deutschland (Afd), era data come primo partito in tutti e tre gli stati, anche se resterà all’opposizione perché tutti gli altri partiti tedeschi non sono disponibili ad alleanze con lei. In Turingia, gli ultimi sondaggi danno Afd al 30 per cento, mentre in Sassonia è addirittura al 32 per cento. Poi c’è la sinistra radicale di Bsw, che per difendere i lavoratori tedeschi e il loro wellfare ha una posizione rigida sugli ingressi ed è accreditata di un 20 per cento in Turingia e di un 15 per cento in Sassonia. In questo contesto, ecco che Scholz ieri ha parlato come un socialdemocratico tedesco mai parlerebbe, se non di fronte a un’opinione pubblica assai turbata e al pericolo di una debacle elettorale. Il cancelliere è andato a fare visita a Solingen, per ironia della sorte famosa anche come «la città delle lame» per via delle fabbriche di coltelli, spade e lance, nonché per aver dato i natali al gerarca nazista Adolf Eichmann. Scholz ha subito promesso norme più severe sulle armi, con queste parole: «Ora dovremo inasprire le norme sulle armi... in particolare per quanto riguarda l’uso dei coltelli». Dopo di che, riferendosi al fatto che il siriano arrestato per la strage non doveva trovarsi in Germania da più di anno (era scappato da un centro), ha aggiunto: «Dovremo fare tutto il possibile affinché coloro che non possono e non devono restare qui in Germania vengano rimpatriati e deportati». Nelle varie dichiarazioni di membri del governo è tornato di moda anche l’aggettivo politicamente scorretto «islamista». Del resto, a rivendicare l’attacco è stato il gruppo Stato islamico, affermando in una nota che l’azione intendeva «vendicare i musulmani della Palestina e di tutto il mondo». Quanto al presunto attentatore, Issa al H., era arrivato in Germania nel dicembre del 2022 e aveva ricevuto un mandato di espulsione verso la Bulgaria, che sarebbe lo Stato dell’Unione europea in cui era stato registrato il suo ingresso. Come si vede, il sistema di accoglienza tedesco in questo caso ha fatto acqua da tutte le parti e non ha saputo tutelare un bene non meno importante dell’accoglienza, come la sicurezza di tutti i tedeschi. «È stato un atto di terrorismo contro tutti noi», ha riconosciuto ieri Scholz, che però arriva politicamente in grande ritardo e ora annaspa. Bjorn Hocke, il capolista di Afd in Turingia, ha fatto notare che, «viste le notizie quasi quotidiane di violenze da parte di stranieri, non si può continuare a dire che eventi come quello di venerdì siano sorprendenti o imprevedibili». E per il partito di estrema destra, le forze politiche al governo federale sono in tutto e per tutto «complici». Ma, soprattutto, ieri dalla Cdu è arrivata una mossa improvvisa: con una lettera aperta al cancelliere, ha chiesto il blocco delle richieste di asilo da Afghanistan e Siria e, contemporaneamente, l’espulsione effettiva e immediata di coloro che non sono in regola. Anche da sinistra arrivano richieste di linea dura. Il leader di Bsw, la populista rossa Sarah Wagenknecht, da mesi fa campagna contro il continuo arrivo di migranti economici in Germania e dopo l’attentato di venerdì i partiti della sinistra più moderata sono terrorizzati all’idea che Bsw sfondi. E per rendersi conto di come il sangue di Solingen abbia svegliato una nazione, va ricordato che appena due mesi fa, a giugno, la Germania aveva modificato le proprie leggi in tema di cittadinanza in chiave espansiva, permettendo la doppia cittadinanza allo straniero che acquisisce il passaporto tedesco. Finora, si trattava di una possibilità soggetta a mille restrizioni.
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