2025-04-20
Il Colle sbaglia: la sola legge-guida è quella italiana
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
«Quel che conta è la legge del mare», titolava ieri l’Unità, riportando le parole di Sergio Mattarella a proposito di migranti. Per il quotidiano fondato da Antonio Gramsci e riaffondato da Matteo Renzi (nel 2015 lo riaprì facendolo dirigere da un tizio che a Firenze si occupava di acqua e fogne e finì male ), poi risorto con Piero Sansonetti, il presidente della Repubblica sta con le Ong e contro il governo.Non so se questa sia la sintesi corretta del pensiero del capo dello Stato, nel caso però mi corre l’obbligo di osservare che se l’inquilino del Quirinale sta con le organizzazioni non governative che vanno a pesca di stranieri nel Mediterraneo, significa che non sta con il buon senso e, soprattutto, con gli italiani. Già. Mattarella anche in passato si è espresso a favore dell’accoglienza, lodando le associazioni che si danno da fare per soccorrere i migranti. Non di rado le sue prediche sono apparse contrapposte a quelle di esponenti di governo che, invece, sul tema sono impegnati per cercare di arginare gli sbarchi e si danno da fare per rispedire a casa chi, da clandestino, non ha titolo per restare nel nostro Paese.Ma anche se il presidente della Repubblica si schiera con le Ong e contro la maggioranza di centrodestra, assumendo atteggiamenti che lo fanno apparire più come il leader dell’opposizione che come l’arbitro fra parti politiche contrapposte, il sentimento degli italiani, a proposito di immigrati, è chiaro. Gran parte della popolazione ritiene che si debba porre un freno agli sbarchi, altro che salvataggi.Il capo dello Stato ha tutto il diritto, ma rimanendo all’interno dei compiti che gli assegna la Costituzione e possibilmente non fuori, di esprimere la propria opinione. Tuttavia, ciò che conta non è la legge del mare, bensì quella degli italiani. E credo che da questo punto di vista il parere degli elettori sia stato chiaro, sia il 25 settembre del 2022, quando Giorgia Meloni e il centrodestra vinsero le elezioni, sia l’8 e 9 giugno dello scorso anno, quando la maggioranza di governo ottenne, con il voto europeo, la conferma del gradimento del Paese. Premier e ministri, in questo modo, hanno avuto il mandato per la realizzazione di un programma che, come è a tutti noto, prevede di affrontare sbarchi e immigrazione clandestina con determinazione. Altro che legge del mare. Quella che conta è la legge italiana, ovvero il contrasto a qualsiasi forma di illegalità.Nei mesi scorsi si è molto discusso, in seguito a delle sentenze un po’ originali, dei centri di trattenimento e rimpatrio in Albania. E, come abbiamo visto, anche se con lentezza e ritardo, l’Europa sta andando nella direzione indicata dal nostro governo, riconoscendo una lista di Paesi sicuri verso cui rimandare chi non ha diritto a restare sul nostro territorio.Ribadisco: non conta la legge del mare, checché ne dica il presidente della Repubblica. Conta la legge italiana. Che troppe volte viene violata da chi la dovrebbe rispettare in segno di ringraziamento per essere stato accolto nel nostro Paese. Ho rivisto in questi giorni i dati sui reati commessi dagli stranieri. La serie di violenze che hanno avuto per protagonisti dei clandestini mi ha portato a controllare arresti e condanne per stupro. Se all’incirca il 40% di questo odioso reato è commesso da migranti, la maggior parte dei quali non dovrebbero stare in Italia, è evidente che abbiamo un problema. E le prediche buoniste, dell’Unità o di Mattarella, anche se pronunciate in prossimità della Pasqua, non servono a nulla, se non a esasperare ancor più gli animi di chi i guasti dell’immigrazione clandestina li misura ogni giorno sulla propria pelle, ferite che nessuna «legge del mare» potrà mai rimarginare.
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