2025-02-24
«Mi dimetto se entriamo nella Nato»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Volodymyr Zelensky pronto a rinunciare alla presidenza «per la pace». Record di droni russi (267) sull’Ucraina. In Italia sinistra spaccata in piazza: Pd pro Kiev (ma Elly Schlein non si vede).Alla vigilia del terzo anniversario dall’inizio della guerra, il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato di essere pronto a dimettersi immediatamente in cambio dell’adesione dell’Ucraina alla Nato. Annuncio che arriva proprio mentre va avanti la fase «prenegoziale» per la pace condotta da Donald Trump e Vladimir Putin. Infatti, domani ci saranno altri colloqui a Riad tra le delegazioni americane e russe e domenica prossima si svolgerà un incontro a Kiev tra «direttori politici» russi, americani e stavolta anche ucraini. Passaggi diplomatici malgrado sabato notte Mosca abbia sferrato un massiccio attacco sull’Ucraina con 267 droni Shahed. Nel frattempo ieri nelle piazze italiane pro Ucraina ha sfilato un centrosinistra affatto compatto.Ma andiamo con ordine. Mentre la Russia chiede che Kiev indica nuove elezioni essendo Zelensky già «scaduto», ieri al forum «Ucraina: anno 2025» per la prima volta il presidente ha parlato di dimissioni: «Mi aspetto da Trump garanzie di sicurezza», ha affermato, prima di dirsi pronto a lasciare per la pace nel Paese, visto che non vuole «governare per decenni ma neanche che Putin governi la terra ucraina». Zelensky ha chiesto al tycoon Usa «comprensione»: «Voglio che Trump capisca molto bene la nostra posizione, le garanzie di sicurezza da parte di Trump sono molto necessarie». E proprio in cambio dell’assistenza per la sicurezza ha sottolineato che Kiev e Washington sono più vicine a un accordo sull’accesso degli Stati Uniti alle risorse minerarie ucraine. «Stiamo facendo progressi ma non firmerò qualcosa che sarà pagato da dieci generazioni di ucraini», ha ricordato riferendosi alla richiesta di 500 miliardi del presidente Usa, considerata eccessiva da Kiev. «Siamo pronti a condividere le risorse», ha aggiunto il leader ucraino, ma «prima Washington si assicuri che Putin ponga fine a questa guerra».Zelensky continua ad «ingolosire» Trump con l’arma delle risorse naturali «essenziali», tra cui il titanio, che valgono 350 miliardi di dollari, ma che si trovano nei territori occupati dalla Russia. Per questo Zelensky vuole incontrare Trump prima che lui veda lo zar anche se ritiene che comunque il punto di svolta ci sarà oggi quando 13 leader europei, compresi Ursula von der Leyen, Antonio Costa (che ha convocato un Consiglio europeo straordinario il 6 marzo) e Roberta Metsola, saranno a Kiev per celebrare il terzo anniversario della guerra. «Una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità», ha scritto ieri il Papa. Altri 24 leader saranno online, come il premier Giorgia Meloni impegnata nell’incontro con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed Bin Zayed Al Nahyan e con la riunione del G7. «Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l’Ucraina. Ciò è possibile con l’unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l’Europa, la forza dell’America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura» ha scritto il leader ucraino su Telegram.Domani Emmanuel Macron e giovedì il primo ministro britannico Keir Starmer andranno a Washington. «Macron è un mio amico, Starmer è una persona carina ma non hanno fatto niente. Io invece sta agendo per un motivo: odio vedere tutti questi morti», ha evidenziato comunque Trump a Fox. Su un altro fronte, l’Ucraina ha fatto sapere che sta lavorando a una «alternativa» ai sistemi di telecomunicazioni Starlink, fondamentali per il suo esercito, anche se Elon Musk, proprietario del gruppo, ha smentito di voler staccare il collegamento se non sarà firmato l’accordo sulle terre rare.In 12 piazze italiane ieri si svolti cortei pro Ucraina, che hanno ricevuto il sostegno di Palazzo Chigi ma sono stati disertati da M5s e Avs e dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, penalizzata dai sondaggi che danno in calo il suo partito a favore del M5s. A Milano hanno sfilato per Forza Italia Giulio Gallera, Marco Cappato dei Radicali, Ivan Scalfarotto e Lisa Noja di Italia Viva, Pierfrancesco Maran del Pd. Alla manifestazione romana all’Esquilino, per +Europa c’era il segretario Riccardo Magi mentre la delegazione del Pd era guidata dal responsabile Esteri al Nazareno, Peppe Provenzano, con Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Andrea Casu, Cecilia D’Elia e Beatrice Lorenzin.