
Proteste nel Paese per la proposta che apre a derive autoritarie. Claudia Sheinbaum la difende ma ammette che servono modifiche.Il governo del Messico, guidato dalla leader di sinistra Claudia Sheinbaum, ha tentato di far passare una legge federale sulle telecomunicazioni che sapeva di deriva autoritaria. Il disegno di legge era stato approvato giovedì scorso e l’elemento che ha sollevato polemiche è stato quello secondo cui, su richiesta delle «autorità competenti», ossia l’Agenzia per la trasformazione digitale e le telecomunicazioni, il governo può bloccare temporaneamente una piattaforma digitale. Il documento non specifica quali situazioni giustificherebbero un blocco né a quali piattaforme si riferisca ma segnala che includerebbe social network, piattaforme di streaming, e servizi di messaggistica: segnatamente i colossi del comparto tech, ossia Youtube, Netflix, Whatsapp o Telegram.Ora, l’esecutivo messicano si è visto costretto a fare marcia indietro e la Sheinbaum ha richiesto ai legislatori di fermare l’approvazione della nuova legge e di modificare, se non eliminare definitivamente, l’articolo controverso. Il presidente ha ribadito che non intende censurare la libertà di espressione e ha chiesto al Senato di aprire un periodo di analisi più approfondito, in contrasto con l’urgenza iniziale con cui la maggioranza voleva approvare la norma. «Questo articolo deve essere chiarito affinché non si dia nessun argomento all’opposizione o ad altri per sostenere che vogliamo censurare piattaforme digitali come Facebook, Youtube, eccetera», ha dichiarato.Un altro motivo di polemica riguarda l’ammontare delle multe previste per i proprietari di emittenti radiofoniche e televisive che trasmettano propaganda di governi stranieri, misura inserita nella legge dopo che Televisa, uno dei concessionari più potenti del Paese, aveva trasmesso alcuni spot della campagna anti immigrazione di Donald Trump. Opposizione e aziende dei media, come Tv Azteca, del magnate Ricardo Salinas Pliego, hanno accusato Sheinbaum di derive autoritarie, paragonando il suo governo a regimi in cui vige la censura e la libertà di espressione è limitata. Il presidente si è difeso dalle critiche: «Siamo sempre stati contrari alla censura. Se quel determinato articolo crea confusione, sarà eliminato o riscritto, affinché sia chiaro che il Messico non censurerà nessuno, tanto meno ciò che viene pubblicato sulle piattaforme digitali».Ma ha anche ammesso che all’interno del governo non sono mancate le perplessità riguardo ai nuovi poteri attribuiti all’Agenzia digitale, che eserciterà il controllo sullo spettro radiofonico e sarà responsabile dell’assegnazione delle concessioni e della supervisione del loro utilizzo da parte delle imprese. Dubbi ai quali la Sheinbaum ha risposto: «Che vadano in Senato gli esperti che hanno contribuito a redigere questa legge a spiegare perché è fondamentale il recupero delle attribuzioni da parte dello Stato messicano e che si apra la discussione: non si tratta di imporre nulla».
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
Povera matematica: per superare il centrodestra, la segretaria Pd, che non voleva nemmeno Giani, s’inventa le preferenze cumulative. E spara: «Se sommiamo Toscana, Marche e Calabria prendiamo più del governo».
(Ansa)
Bombole di gas e quel che resta di molotov sono state rinvenute nella casa colonica esplosa a Castel d'Azzano, nel veronese. I Vigili del fuoco hanno recuperato 5 bombole che erano state collocate in più stanze della casa e ora si trovano accatastate nel cortile.
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
Gli ex carabinieri della Procura Spoto e Sapone si contraddicono su ordini ricevuti e attività di indagine nell’inchiesta su Sempio del 2017. I due erano alle dipendenze dell’ex magistrato indagato per corruzione.
2025-10-14
Fiocchi: «Stop alle sostanze chimiche, una scelta strategica per futuro di Ue e Lombardia»
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(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».