Private equity, venture capital e real asset attraggono sempre più investitori individuali grazie a rendimenti potenziali, diversificazione e nuove piattaforme digitali, ma richiedono consapevolezza sui rischi e sulla scarsa liquidità.
Private equity, venture capital e real asset attraggono sempre più investitori individuali grazie a rendimenti potenziali, diversificazione e nuove piattaforme digitali, ma richiedono consapevolezza sui rischi e sulla scarsa liquidità.Negli ultimi anni, i mercati privati – noti anche come «private markets2» – hanno registrato una crescente attenzione da parte degli investitori di ogni dimensione. Se in passato erano riservati a grandi fondi istituzionali, family office o investitori professionali, oggi stanno diventando sempre più accessibili anche ai piccoli risparmiatori. Ma cosa sono esattamente i private markets e perché stanno diventando una forma di investimento interessante per un pubblico più ampio?Si tratta di strumenti che comprendono tutte le attività di investimento che avvengono al di fuori dei mercati pubblici come la Borsa. Tra questi rientrano gli investimenti in aziende non quotate (private equity), i prestiti a imprese erogati fuori dai circuiti bancari tradizionali (private debt), i capitali destinati a startup ad alto potenziale (venture capital) e gli investimenti in asset tangibili come immobili, energia o trasporti (infrastrutture e real assets).Una delle ragioni principali è il rendimento potenziale più elevato. I private markets, infatti, spesso offrono ritorni più alti rispetto agli strumenti tradizionali, sebbene comportino anche un maggiore rischio e una minore liquidità. In un contesto economico in cui i tassi di interesse rimangono bassi o incerti, molti risparmiatori sono alla ricerca di soluzioni più redditizie. Anche perché i rendimenti in arrivo da prodotti più tradizionali come obbligazioni o fondi comuni sono sempre più complessi da ottenere.Un altro aspetto interessante è la possibilità di diversificare il portafoglio. Gli investimenti nei mercati privati tendono a muoversi in modo meno correlato rispetto ai mercati azionari tradizionali. Questo significa che, anche in presenza di turbolenze in Borsa, una parte del portafoglio può mantenere una certa stabilità, migliorando l’equilibrio complessivo.Inoltre, negli ultimi anni si è registrato un notevole aumento dell’accessibilità a questi strumenti. Grazie all’innovazione digitale, sono nate piattaforme e veicoli d’investimento che permettono di partecipare a operazioni di private equity o private debt anche con capitali contenuti, rendendo possibile l’ingresso anche a chi dispone di qualche migliaio di euro.Infine, i private markets spesso finanziano progetti ad alto contenuto innovativo o con forte impatto sociale e ambientale. Questo li rende particolarmente attraenti per gli investitori più giovani o per chi desidera dare un senso più profondo al proprio risparmio, andando oltre il solo ritorno economico.È importante però non trascurare i rischi associati a questi strumenti. Il capitale investito può rimanere vincolato per lunghi periodi, rendendo l’investimento illiquido. Inoltre, le informazioni disponibili sulle aziende non quotate sono spesso limitate, rendendo più difficile una valutazione trasparente. Non bisogna dimenticare, infine, che le realtà imprenditoriali emergenti possono incontrare difficoltà operative o non riuscire a crescere come previsto.I private markets rappresentano una nuova frontiera dell’investimento, oggi sempre più accessibile anche ai piccoli risparmiatori. Offrono opportunità interessanti in termini di rendimento e diversificazione, ma richiedono anche una buona consapevolezza del rischio. Con la giusta strategia, possono diventare un tassello prezioso per chi cerca alternative agli strumenti finanziari tradizionali.State Street, colosso degli investimenti, parla di «rivoluzione retail» dei mercati privati. Secondo l’ultima edizione della ricerca del gruppo dal titolo The New Private Markets Advantage, gli investitori individuali sono destinati a diventare la principale fonte di raccolta in questo segmento. In particolare, l’indagine, condotta su un campione di 500 investitori istituzionali tra gestori tradizionali, operatori dei mercati privati e investitori in Nord America, Europa, Medio Oriente e Asia-Pacifico, rivela che la maggior parte degli intervistati (56%) ritiene che entro 1-2 almeno la metà dei flussi verso i mercati privati deriverà anni da veicoli semi-liquidi, strutturati in stile retail e rivolti a investitori individuali.Nel complesso, gli esperti del settore prevedono una suddivisione tra mercati privati e pubblici del 42%/58% nei propri portafogli (o in quelli dei loro clienti) entro 3-5 anni, il che rappresenta un lieve aumento rispetto alle attuali allocazioni.«I mercati privati continuano a seguire una traiettoria di crescita solida, anche se il ritmo di espansione come quota dei portafogli si è moderato rispetto ai livelli eccezionali registrati prima del 2024», ha fatto sapere Scott Carpenter, Global Head of Alternatives di State Street. «La rinnovata incertezza macroeconomica legata alla politica commerciale degli Stati Uniti, che arriva subito dopo lo shock inflazionistico degli anni della pandemia, con ogni probabilità spingerà ulteriormente le istituzioni a essere ancora più selettive nelle loro allocazioni».
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Sulle alture del Cuneese l'esercitazione «Joint Sapper», pianificata e organizzata dal 32° reggimento Genio guastatori della Brigata alpina Taurinense insieme ad una compagnia del 2° reggimento genio della Legione Straniera Francese.
L'articolo contiene una gallery fotografica.
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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Da tre giorni, la capitale irlandese è attraversata da violente proteste (c’è chi si è presentato a cavallo...) contro l’ennesimo caso di cronaca che ha per protagonista uno straniero. Ma, al solito, quando la piazza è identitaria la si bolla come razzista.











