2024-10-20
Mercati e agenzie Usa promuovono l’Italia
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Nei giorni della manovra, lo spread scende ai minimi degli ultimi tre anni mentre Fitch, che aveva ridotto le previsioni su Parigi, migliora quelle su Roma elogiando la stabilità politica. Anche S&P non tocca il rating. Resta il problema del debito.Presidente Conftrasporto Pasquale russo: «Ci fidiamo di Giorgetti. Serve pure uno sforzo per il settore».Lo speciale contiene due articoli.«I giudizi delle agenzie di rating sono il risultato dell’azione responsabile di questo governo che si traduce in credibilità per l’Italia». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato così i giudizi di Standard&Poor’s e di Fitch, arrivati nella tarda serata di venerdì quando questo giornale era già andato in stampa. Entrambe le agenzie di rating hanno confermato a BBB il merito di credito a lungo termine del nostro Paese, con la differenza che S&P ha mantenuto l’outlook stabile mentre Fitch lo ha migliorato a positivo. La stessa Fitch che una settimana fa aveva rivisto al ribasso le prospettive sul rating della Francia, abbassando l’outlook da stabile a negativo, attendendosi per Parigi deficit fiscali più ampi.L’Italia, invece, passa indenne la prova a pochi giorni dal varo della manovra di bilancio. Secondo S&P, che ha mantenuto l’outlook stabile, ci sono «prospettive di crescita del pil italiano rosee», con l’economia attesa crescere di circa l’1% nel periodo 2024-2025 rispetto allo 0,2% del decennio precedente alla pandemia. La maggiore sfida per l’Italia resta l’elevato debito. «Al 135% del Pil nel 2024 è fra i più alti». E si muove verso il 138% nel 2027. «Questo è preoccupante perché limita la capacità del governo di effettuare investimenti a sostegno della crescita», osserva l’agenzia di rating, spiegando che sull’aumento del debito pesano principalmente aggiustamenti legati al Superbonus.S&P osserva, comunque, un miglioramento della traiettoria fiscale. L’Italia è infatti attesa raggiungere un saldo primario l’anno prossimo mentre il deficit è previsto scendere sotto il 3%, al 2,9%, nel 2027. S&P cita anche alcune sfide strutturali del nostro Paese, e fra queste l’invecchiamento della popolazione. Prima del giudizio sul rating emesso venerdì, va segnalato anche un report della stessa agenzia diffuso lo scorso 17 ottobre. «L’elevato debito pubblico e le grandi esigenze di finanziamento rappresentano un rischio maggiore per le banche italiane rispetto ai loro pari», si legge nello studio. «Abbiamo ribadito la nostra opinione dopo che il governo italiano ha delineato i piani per raccogliere fino a 3,5 miliardi di euro da banche e assicuratori nazionali per aiutare a rispettare gli impegni di bilancio. La mossa ci conferma anche che istituzioni finanziarie altamente redditizie, ben capitalizzate e liquide sono diventate un bersaglio facile per i governi di tutta Europa». Insomma, qualche riflettore si è acceso sulla scelta di chiedere «sacrifici» agli istituti di credito (anche se non si tratta di una tassa quanto piuttosto di un anticipo di cassa, di un prestito a tasso zero) che potrebbero secondo gli analisti di S&P diventare un target anche per altri Stati seguendo l’esempio dell’Italia. E questo, chiaramente, al mercato non piace. L’agenzia Fitch, dal canto suo, ha migliorato la previsione da stabile a positiva, parlando di «piano fiscale credibile e di una situazione politica stabile». Sostiene che la credibilità di bilancio dell’Italia è aumentata, e come il budget 2025 mette in evidenza l’impegno del governo verso le regole fiscali dell’Unione europea. E a giudicare dall’andamento del differenziale tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi, il clima generale lascia presagire una maggiore fiducia rispetto al passato. Prova ne è che lo spread tra Btp e Bund a 10 anni è sceso sotto i 118 punti base, ai minimi degli ultimi tre anni. L’andamento del differenziale tra titoli italiani e tedeschi è crollato dai 233 punti del 22 ottobre 2022 ai 117 dell’ultima seduta (-48,75%). Segno che non manca la fiducia nella sostenibilità del debito, nonostante nell’ultimo biennio esso abbia quasi raggiunto quota 3 miliardi. Non solo. I rapporti tra il governo Meloni e Piazza Affari sembrano sin qui stati buoni: dal giorno dell’insediamento della leader di Fratelli d’Italia a oggi, il FtseMib ha messo a segno un rialzo di quasi 14.000 punti pari a una performance del 62,46%. Alle pagelle mancano però altri voti. Dopo Fitch e S&P, il 25 ottobre sarà infatti la volta di Dbrs. Mentre il 22 novembre ad aggiornare il giudizio sui Btp anche Moody’s: attualmente è l’agenzia che mantiene il rating più basso sui titoli italiani, al livello Baa3 e outlook stabile, il più basso tra i giudizi di «investment grade», ovvero a un passo dai titoli considerati spazzatura.La vera sfida, a parte il fardello del debito, è anche il sentiero stretto lungo cui il Mef si deve muovere. Perché con la firma del nuovo Patto di stabilità i margini di manovra si sono ulteriormente ridotti. E molti dimenticano che tra il 2020 e il 2021 abbiamo preso impegni di spesa per 400 miliardi di euro, tra gestione dell’emergenza Covid, Recovery Plan e Superbonus. Intanto, per la manovra la settimana che sta per cominciare sarà cruciale. Martedì (data che coincide, peraltro, con l’anniversario dell’avvio della legislatura e del giuramento da premier di due anni fa) si dovrebbe tenere la conferenza stampa di Giorgia Meloni per i dettagli e sempre martedì ci sarà il primo incontro tra i capigruppo della maggioranza alla Camera e il presidente della commissione competente, quindi per allora il testo dovrebbe essere pronto.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mercati-agenzie-usa-promuovono-litalia-2669445629.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="nessun-aumento-sulle-accise-o-il-mondo-dei-camion-va-a-sbattere" data-post-id="2669445629" data-published-at="1729423529" data-use-pagination="False"> «Nessun aumento sulle accise o il mondo dei camion va a sbattere» «Nella manovra non c’è nulla che aiuti la crescita delle imprese dei trasporti. Inoltre, resta da vedere se il ministro Giorgetti manterrà la sua parola e non alzerà le accise per gli autotrasportatori». A parlare con la Verità è Pasquale Russo, presidente dal giugno 2023 di Conftrasporto, la confederazione più rappresentativa del mondo dei trasporti, della logistica e della mobilità, aderente a Confcommercio.Sulle accise per gli autotrasportatori il ministro Giorgetti ha promesso che non ci saranno rialzi. Cosa ne pensa?«Sulle accise prendiamo ovviamente per buono quello che ha dichiarato il ministro Giorgetti e cioè che l’aumento dovrebbe essere scongiurato per chi lo utilizza in maniera professionale come l’autotrasporto. Anche se ovviamente questo poi lo verificheremo. Non dovesse essere così, si aprirebbe un problema molto importante perché l’autotrasporto non è assolutamente nella condizione di poter sostenere ulteriori costi legati al gasolio, all’energia. Inoltre, sarebbe un ulteriore elemento che renderebbe meno concorrenziale le imprese italiane rispetto a quelle europee che già oggi non solo pagano un’accisa generale più bassa, ma che utilizzano anche il sistema di sterilizzazione previsto dalla direttiva comunitaria. Secondo noi, in generale l’aumento delle accise è sbagliato.Cosa c’è nella manovra per le imprese del settore del trasporto?«Dobbiamo andare a vedere puntualmente quello che succede nel decreto legislativo fiscale. In generale, per quanto ci riguarda, nel piano strutturale di bilancio vengono fatti alcuni riferimenti ad alcune materie per noi molto importanti, ma che non si concretizzano. Si cita, ad esempio, la messa in funzione del Sudoco, che è lo sportello unico dei controlli doganali, una misura che tra l’altro non costa, di coordinamento delle attività tra i vari organismi che seguono l’importazione e le esportazioni delle merci. C’è poi l’anticipo di un anno di alcuni importi legati alla ristrutturazione della rete ferroviaria, anche qui non stiamo parlando di risorse nuove, ma di un anticipo di risorse che sono già state previste dal Pnrr. Sempre nel piano strutturale del bilancio si fa riferimento anche alla realizzazione del cold ironing (l’elettrificazione delle banchine portuali, ndr). Anche qui non stiamo parlando di risorse nuove, sono risorse collegate al Pnrr. Capiamo che dal punto di vista tecnico deve essere fatta una legge di rendicontazione, ma evidenziamo che per questi aspetti, al di là del formalismo e cioè del fatto che sono contenuti nel piano strutturale del bilancio, non vediamo elementi di novità. Noi avremmo voluto vedere che queste cose si realizzassero».Quindi, come Conftrasporto, cosa vorreste che il governo inserisse nella manovra?«In primis, non vogliamo che vengano toccate le accise al rialzo. Chiediamo poi maggiori stimoli alle imprese del settore, investimenti seri per la transizione energetica, come il cold ironing per le banchine portuali, incentivi per stimolare stimolare seriamente il ricambio del parco veicolare di mezzi pesanti. C’è poi il tema delle Zes, le zone economiche speciali sul quale non abbiamo visto nulla. L’unica cosa che ha fatto il governo è stata quella di accorpare otto Zes trasformandole in una unica grande Zes del meridione, senza però metterci un euro. Queste sono un po’ le cose che noi avremmo voluto vedere all’interno della manovra finanziaria, ma che non ci sono, una misura nella quale, per quanto riguarda il tema di trasporto e logistica, manca di qualsiasi tipo di stimolo alla crescita». Prevedete quindi un calo occupazionale nel mondo dei trasporti?«Noi prevediamo un arretramento del settore che si trasformerà poi di conseguenza in un calo occupazionale. Complessivamente questo è un mondo che ha bisogno di essere assistito, un settore sul quale non si fanno investimenti e sul quale il governo non ha una visione di lungo periodo».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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