2020-02-06
Mentre il caso Regeni imbarazza Pd e M5s il governo vende due navi all’Egitto
I genitori del giovane accusano Giuseppe Conte di inerzia. Però Fincantieri prepara un accordo da 1,2 miliardi. Uno schiaffo anche a Parigi...La vendita di due navi da guerra all'Egitto sta mettendo a dura prova i nervi del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Perché rischia di creare pesanti malumori anche tra le fila della maggioranza giallorossa, in questi giorni di ricordo per l'anniversario della morte de ricercatore italiano Giulio Regeni, 4 anni fa: ieri i genitori di Giulio sono tornati a chiedere giustizia e verità per loro figlio. L'affare tra Roma e Il Cairo è noto da tempo agli addetti ai lavori, meno al grande pubblico. Del resto si tratta anche di un passaggio delicato dal punto di vista diplomatico, anche perché Fincantieri e Naval Group hanno siglato una joint venture nel giugno dello scorso anno. Ma la cessione di due fregate da parte della nostra azienda statale (un'operazione da più di un miliardo di euro) rappresenta «una sconfitta umiliante per la Francia» (La Tribune di ieri), in difficoltà nei rapporti con il governo egiziano. La richiesta del rispetto dei diritti umani da parte del presidente Emmanuel Macron non è stata gradita durante la visita della scorsa settimana.Da circa un anno Fincantieri sta lavorando alla vendita di due fregate da guerra, Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi, nona e decima Fremm. Già da mesi l'azienda di Giuseppe Bono lavora al fianco dell'amministratore delegato Fabrizio Palermo per portare al governo di Al Sisi queste due navi da 6.500 tonnellate, commissionate dalla nostra Marina Militare. Il costo dell'operazione è stato stimato in 1,2 miliardi di euro. Furono richieste a Fincantieri nell'ambito dell'accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di Occar, l'organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti. Dotate di tecnologia all'avanguardia, vantano anche un hangar per l'elicottero.I lavori però vanno a rilento. E le bocche sono cucite. Per di più nelle scorse settimane l'ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare del premier Giuseppe Conte, aveva fissato una riunione per sciogliere gli ultimi nodi dell'affare, convocando tutti a Palazzo Chigi il 25 gennaio. Poi qualcuno gli aveva fatto notare che il 25 è il giorno dell'anniversario della scomparsa di Regeni, di certo non il più indicato per annunciare la vendita di due navi da guerra all'Egitto. Così, per evitare mal di pancia all'interno di un esecutivo giallorosso sempre più vacillante, è tutto stato rinviato a data da destinarsi. Ma il punto sembra essere proprio questo.La ricerca della verità sulla morte di Regeni è un tema caro sia ai 5 stelle sia al Pd. Proprio il 3 febbraio l'europarlamentare grillino Filippo Massimo Castaldo ha fatto un appello: «Penso sia necessario mandare un chiaro segnale all'Egitto e alla comunità internazionale: export di armi da bloccare, veramente e immediatamente». Parlare di affari con l'Egitto in questo momento causerebbe una nuova grana per l'esecutivo, alle prese già con il dossier Autostrade e la prescrizione. Di sicuro Cdp che controlla Sace la scorsa settimana ha dato il via libera al progetto. Dal consiglio di amministrazione di via Goito è trapelato che per la fornitura di navi sarebbe già stata definita la parte finanziaria. Il consiglio di amministrazione ha dato il via libera per la concessione di una garanzia fino a 500 milioni di euro coinvolgendo la controllata Sace, che garantisce le nostre commesse all'estero, insieme con Intesa SanPaolo, Bnp Paribas e Santander sarebbero anche esse coinvolte.Ma perché cedere due fregate agli egiziani? Da quel che trapela in ambienti della Difesa il motivo è soprattutto legato ai buoni rapporti con il Cairo, sempre più stretti dopo la scoperta del giacimento di Zohr da parte dell'Eni nel 2015 e già entrato in funzione nel 2017. Il giacimento di gas è al 50% controllato da Eni e dovrebbe arrivare a breve alla produzione di 3 miliardi di metri cubi. Da tempo poi Fincantieri è impegnata all'estero. Un mese fa la Us Navy ha assegnato al consorzio guidato da Lockheed Martin, del quale fa parte Fincantieri Marinette Marine (Fmm), un ordine da 1,3 miliardi di euro per la costruzione di quattro unità Multi-Mission surface combatants (Mmsc) destinate all'Arabia Saudita, nell'ambito del programma Foreign military Sales del Paese.In ogni caso se la Marina, dove circola un certo timore per l'operazione, dismettesse le due fregate ne dovrebbe chiederne altre due alla stessa Fincantieri. Oppure, come suggeriscono alcuni analisti di difesa, si potrebbe rinforzare e migliorare la nostra flotta già esistente. In questo modo metteremmo in scacco i francesi e l'affare sarebbe un bel colpo dal punto di vista diplomatico, non solo per il giacimento di Zohr ma anche per la delicata situazione in Libia.