2023-11-05
Meno aiuti alle madri per salvare le pensioni
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Maggioranza verso lo stop alla norma che causerebbe la fuga dei medici dagli ospedali. Per compensare i mancati risparmi, però, l’esecutivo è orientato a tagliare gli sgravi alle mamme: per quelle con due figli, la decontribuzione si riduce da tre a un anno.Sul taglio delle pensioni ai medici contenuto nella Legge di Bilancio si gioca una partita molto importante all’interno della maggioranza. Lega e Forza Italia spingono perché si riesca a evitare questa brusca sforbiciata, che porterebbe a una fuga dagli ospedali dei camici bianchi che hanno la possibilità di andare in pensione prima che l’eventuale taglio entri in vigore. Scendono in campo anche gli infermieri, che pure verrebbero colpiti dal provvedimento: «Non si cambiano le regole del gioco a partita in corso», dice Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche ha proclamato lo stato di agitazione, «il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto in manovra è inaccettabile per una categoria che è già ridotta al lumicino e a cui la nuova norma darà solo il colpo di grazia, incentivando ancora di più la fuga di infermieri o verso nuovi lavori o fuori confine. Lo spiraglio aperto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non basta a tranquillizzarci. Se il governo non tornerà sui suoi passi siamo pronti allo sciopero. Non è accettabile che un infermiere assunto per esempio nel 1992 arrivi a perdere, secondo le nostre stime, circa 6.000 euro lordi all’anno di pensione». Il riferimento è a quanto affermato dal leghista Durigon a Radio 24: «La norma inserita in manovra», ha detto Durigon, «spinge i medici e andare in pensione subito. C’è la possibilità di correggerla, non ci saranno emendamenti, ma come governo possiamo, in qualche modo ed a saldi invariati, cercare di gestire questa situazione. Se c’è la necessità per correggere alcune cose faremo un maxi-emendamento. Come sempre accade se c’è qualche cosa da cambiare. Limare, sistemare norme, abbiamo fatto tante finanziarie e sappiamo che questo può avvenire».Il sindacato degli infermieri, così come quello dei medici, aspetta risposte concrete: «Si tratta di una cifra enorme, considerando lo stipendio medio di un professionista», sottolinea Bottega, «senza contare che un cambio di regime previdenziale così improvviso non darebbe neppure il tempo di ragionare su una exit strategy. L’unico effetto che produrrebbe, questo sì, è di accelerare ancora di più gli addii in seno alla categoria. Col rischio per l’Italia di ritrovarsi con circa 13.000 infermieri in meno».Ricordiamo le cifre di cui stiamo parlando: secondo la relazione tecnica il taglio alle pensioni interessa 31.500 dipendenti pubblici: 27.100 lavoratori degli enti locali, camere di commercio, infermieri, 3.800 medici, 400 insegnanti delle primarie e dell’infanzia, 200 ufficiali giudiziari. La riduzione dell’importo delle pensioni prevista dalla Legge di Bilancio ammonta a poco meno di 18 milioni lordi in totale, 562 euro in media a testa, per il 2024. Spiccioli, direte voi, e invece no: con il passare degli anni, il risparmio per le casse dello Stato sale vertiginosamente: al netto degli effetti fiscali, parliamo di 43,2 milioni nel 2025 e di 96,9 nel 2026 fino ad arrivare a 2,27 miliardi nel 2043. Tra il 2024 e il 2043, lo Stato prevede di risparmiare circa 21 miliardi.Dal punto di vista politico e elettorale abbiamo già ampiamente raccontato come l’ira dei camici bianchi abbia messo in grave imbarazzo la maggioranza, considerato che gli sfoghi e le proteste di associazioni e singoli professionisti finisce per riversarsi sugli eletti. Anche volendo fare marcia indietro, però, bisogna cercare i soldi per garantire i famosi «saldi invariati», ovvero per compensare i mancati risparmi. Uno spiraglio potrebbe arrivare da una «errata corrige» inviata dal governo in Senato, dove si sta esaminando la Legge di Bilancio: passa da tre a un solo anno il periodo di decontribuzione per le mamme lavoratrici con due figli fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo previsto in origine «in via sperimentale» dal 2024 al 2026, lo sgravio dei contributi per le lavoratrici a tempo indeterminato con due figli e fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo. In sostanza, se questo dovesse servire a risolvere il problema dei medici, sarebbe a danno delle mamme che lavorano: qualcuno ci rimette comunque.«Non abbiamo ancora discusso di come si gestirà questa vicenda delle pensioni», dice alla Verità un esponente del governo, «però sta creando sicuramente molto disagio. Abbiamo il tempo, durante l’iter parlamentare, di dare una risposta. Se mi chiedete una mia impressione, è che al 90% il taglio verrà eliminato o comunque diluito nel tempo». E i soldi dove si trovano? Stiamo pur sempre parlando di miliardi. Il nostro interlocutore chiarisce: «Parliamo di miliardi, ma da qui al 2043. Non possiamo lasciare tutto così, inducendo i medici ad andare prima in pensione, quindi dobbiamo trovare il modo per allungare nel tempo questa quadratura. Nel triennio, fino al 2026, non parliamo di cifre esorbitanti. La misura per dirla tutta non è sbagliata, però farla oggi significa svuotare gli ospedali, dopo aver fatto tanto per sostenere la sanità. Occorre una riflessione». «Colpire ora i medici è veramente impensabile», sottolinea un parlamentare di peso di Forza Italia, «è un tema molto delicato».
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)
Un robotaxi a guida autonoma Pony.ai