2025-03-29
Meloni rivendica: tengo in piedi il ponte Europa-Usa. Ma il Pd si indigna
Giorgia Meloni (Getty Images)
Al «Financial Times»: «Infantile e superficiale» scegliere con chi stare. Realismo rilevato pure dalla «Faz». Non da Schlein & C.Sceglie il Financial Times Giorgia Meloni per rilasciare la sua prima intervista a una testata straniera. Si affida al quotidiano britannico che già nel 2022 l’aveva definita una «powerful woman» per spiegare la sua posizione e quella dell’Italia in uno dei momenti più difficili della storia dell’occidente degli ultimi anni.Per il premier, è «infantile e superficiale» scegliere tra Europa e Stati Uniti, soprattutto considerando che Washington è da sempre il miglior alleato italiano. Il Ft sottolinea: «A differenza di molti altri leader europei, il premier italiano si è detto fiducioso in merito agli sforzi dell’amministrazione Usa per raggiungere una pace giusta per Kiev pur rimarcando ripetutamente la necessità di forti garanzie per assicurare che la Russia non riprenda la guerra in futuro».Meloni ribadisce il suo scetticismo sulla proposta franco-britannica di una forza europea di rassicurazione: «Dobbiamo essere prudenti, questa forza può essere vista più come una minaccia», e chiarisce ancora una volta di non vedere in Donald Trump un avversario e di voler continuare a rispettare il «primo alleato» dell’Italia. «Io sono conservatrice, Trump è un leader repubblicano. Sicuramente sono più vicina a lui che a molti altri, ma capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali», ha aggiunto, e «io difendo i miei». Meloni tiene il punto anche sulle bordate anti-Ue del vicepresidente Usa, J.D. Vance: «Devo dire che sono d’accordo... Lo dico da anni che l’Europa si è un po’ persa». Giustifica anche le critiche di Trump all’Europa: «Non erano rivolta agli europei, ma alla sua “classe dirigente” e all’idea che, invece di leggere la realtà e trovare il modo di dare risposte alla gente, si possa imporre la propria ideologia alla gente».Il presidente del Consiglio, inoltre, spiega al Ft di poter fungere da «ponte» tra i due continenti se ce ne dovesse essere bisogno. Sui dazi chiarisce: «La guerra commerciale non nasce con Trump» e ricorda l’Inflation reduction act dell’ex presidente Usa Joe Biden. Sul dossier Nato, a Meloni «piace pensare che una crisi nasconde sempre un’opportunità», sperando che l’approccio «conflittuale» dell’amministrazione sulla difesa europea si traduca in uno «stimolo necessario per il Continente».Il premier, infine, lancia un monito agli altri leader europei sottolineando che è «nell’interesse di tutti superare le attuali tensioni tra le due sponde dell’Atlantico». Tensioni che - lascia intendere - sono anche da collegare a relazioni un po’ troppo politiche intrattenute da alcuni Paesi europei. Atteggiamento totalmente diverso il suo: «Non sono interessata a dire “sono quella al centro, sono una protagonista”. Non ora. La posta in gioco è troppo alta».L’intervista ha inevitabilmente scatenato le reazioni della politica italiana. A intervenire per il Partito democratico è la stessa Elly Schlein che sceglie di attaccare duramente il premier: «Giorgia Meloni ha scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano. Anzi, quello di Trump e Musk. Ha scelto di indossare il cappellino Maga, ammainando di fatto da palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea. Ed è un problema enorme, invece, per l’interesse nazionale italiano se il presidente del Consiglio sceglie di dare ragione a chi, come Vance, dà dei parassiti agli europei, insultando quindi anche noi italiani, dopo giorni di imbarazzante silenzio». E poi continua: «Il governo Meloni si sta trasformando giorno dopo giorno nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump. Questa deriva va fermata, è il momento di difendere i nostri interessi e il nostro orgoglio di italiani e di europei».Per una volta anche la senatrice dem Simona Malpezzi è d’accordo con il suo segretario: «Di fronte ai dazi di Trump, Giorgia Meloni dovrebbe ricordarsi che non ci si salva mai da soli. Quanta propaganda dannosa, quanta miopia pericolosa. E alla fine saranno gli italiani a pagare. Complimenti», scrive sui social. Così anche la riformista Lia Quartapelle: «Dove è finito il patriottismo della presidente Meloni?». E anche Debora Serracchiani: «Dopo giorni di silenzio, abbiamo finalmente capito che Meloni non sta con l’Italia, gli italiani e l’Europa». Con una sola intervista, Meloni è riuscita nel «miracolo» di riunire il Pd in frantumi.Eppure spiacerà ai dem ma anche un’altra testata straniera ha deciso di dare spazio al premier italiano e lo ha fatto riconoscendo la bontà del suo lavoro. Il Frankfurter Allgemeine Zeitung, in un editoriale in prima pagina dedicato al presidente del Consiglio, titola: «Meloni al centro». Si legge: «Il premier rimane fedele alla sua convinzione pragmatica che “l’Occidente” possa esistere solo insieme all’Ucraina con gli Stati Uniti». La Faz, infatti, spiega che Meloni resta coerente con il suo percorso.Il quotidiano tedesco non vede il rifiuto di aderire alla «coalizione dei volenterosi» come «una ricaduta in un nazionalismo feroce», anzi: «Sta cercando di evitare una rottura nell’alleanza transatlantica. Si aggrappa alla Nato come alleanza di difesa eminente. Vede l’Ue come un progetto di pace collaudato e non come una futura potenza militare». E ancora: «Meloni segue la sua linea generale: più decisioni nazionali possibili, più decisioni europee necessarie», ma infine avvertono dalle colonne di Faz: «Rimanere al fianco di Trump è rischioso per Meloni: non è noto per premiare la fedeltà con la fedeltà».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.