
Il premier celebra la Liberazione «contro tutti i regimi». Sergio Mattarella: «La coesione è un dovere». Antonio Tajani omaggia i caduti. Ma sui social si scatena l’odio: «Giorgia appesa».«Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà». Pubblicate sul suo profilo ufficiale Instagram, sono le parole del premier Giorgia Meloni per la commemorazione del 25 Aprile, giorno sorvegliato speciale non solo dalle forze dell’ordine per le manifestazioni, ma soprattutto dall’opposizione proprio per le parole usate o no dagli esponenti del governo di centrodestra. E infatti il deputato di Avs Angelo Bonelli ha subito stigmatizzato: «Era importante stare in piazza per ricordare la festa della Liberazione dalla dittatura fascista in Italia. Liberazione, cara presidente Meloni, e non libertà come ha affermato lei». Ma oltre alle polemiche da sinistra, si scatena anche l’odio social, con utenti anonimi inneggianti a Piazzale Loreto: «Meloni appesa, Anni di piombo ai suoi colleghi», e ancora: «Crepa», «A testa in giù». «Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante», ha detto il presidente Sergio Mattarella, che dopo la cerimonia all’altare della Patria è intervenuto alle celebrazioni a Civitella in Val di Chiana: «La festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo». Fischiato dalla piazza di Treviso il guardasigilli Carlo Nordio, dopo aver detto che la richiesta a un ministro di dichiararsi antifascista «è retorica». Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ieri si è recato al Museo storico della Liberazione in via Tasso a Roma, ha ribadito: «Il 25 aprile è la Festa della Liberazione da una dittatura, la Resistenza fu un momento significativo importante. Vi parteciparono italiani di varie tendenze politiche. Poi una minoranza comunista ha tentato di monopolizzare la resistenza. In Italia è giusto dichiararsi antifascisti, e io lo faccio, ma allo stesso modo bisogna dichiararsi anticomunisti». Alle vittime va invece il pensiero del vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani che ha partecipato alla cerimonia alle Fosse Ardeatine: «Ai caduti per la libertà. Ai caduti per la patria. Militari e civili. A tutte le vittime innocenti del nazifascismo. Onoriamo sempre la loro memoria, contro ogni forma di odio e intolleranza». Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha inviato un messaggio ai nostri militari: «Il 25 aprile è la celebrazione dei principi di libertà e di giustizia che ogni giorno ci guidano; è il ricordo della determinazione con cui noi italiani abbiamo riconquistato la libertà, dopo un conflitto sanguinoso e che ci ha spinto, negli anni successivi, a lavorare per garantire che le tragedie del passato non si ripetessero. Impegno è più attuale che mai. Perché pace e libertà sono valori profondamente radicati nel nostro cuore e nel nostro patrimonio genetico: ma non sono scontati, né garantiti, anzi, vanno protetti». Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Frosinone per il conferimento della medaglia d’oro al merito civile alla provincia, ha detto: «La Liberazione è di tutti e siamo una democrazia compiuta che dà spazio al libero pensiero nel rispetto delle norme. Per nessuna ragione è consentito svilire il senso unico della Liberazione o infarcirlo di contenuti estranei a quel prezioso frangente della Storia d’Italia, da cui ebbe origine la democrazia. No al tentativo ideologico di appropriarsi dell’identità di tutti per le ragioni di alcuni». Lo ribadisce su X il ministro del Turismo Daniela Santanché: «Liberiamo la festa del 25 aprile da chi la tiene in ostaggio, diventi finalmente la festa di tutti». «Il 25 aprile non deve essere solo la festa della liberazione ma la festa della libertà da tutti i totalitarismi e da tutte le oppressioni, di ieri e di oggi» ha scritto sui social il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella.
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.
«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.






