2023-12-03
Meloni insiste: «Siamo pragmatici». E difende la neutralità tecnologica
Il premier a Dubai: «Transizione ecologica e non ideologica: la sostenibilità deve essere anche economica o ci porterà alla deindustrializzazione». Sul Patto di stabilità: «Sono le ore più delicate della trattativa».Giorgia Meloni può essere soddisfatta della sua partecipazione alla Cop28 di Dubai. Tonica e determinata, la Meloni è ricercatissima: almeno 20 i bilaterali con altrettanti leader del mondo, tra i quali il padrone di casa, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan; il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan; il primo ministro indiano, Narendra Modi, con il quale c’è una forte simpatia anche personale; il presidente di Israele, Isaak Herzog; il primo ministro del Libano, Najib Miqati; il primo ministro etiope, Abiy Ahmed Ali; il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi e il primo ministro giapponese Fumio Kishida. L’intervento della Meloni in plenaria indica ai partecipanti la strada per affrontare il tema, sintetizzata in una frase destinata a entrare nei libri di storia: «Serve una transizione ecologica, non ideologica»: «L’Italia», dice la Meloni, «sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico con un approccio che rispetti la neutralità tecnologica, libero da radicalismi: se vogliamo essere efficaci serve una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale, una transizione ecologica non ideologica. È un momento chiave del nostro sforzo di contenere le temperature entro 1,5 gradi: anche se ci sono ragioni per essere ottimisti», avverte la Meloni, «l’obiettivo è lontano, la Cop28 deve essere una svolta. Ci viene chiesto di fissare una chiara direzione e agire in modo ragionevole ma concreto». Davanti ai grandi del mondo, che la ascoltano con estrema attenzione, la Meloni illustra i principi della azione del governo di Roma: «L’Italia», aggiunge il premier, «sta gradualmente rimpiazzando i combustibili fossili con rinnovabili, abbiamo adottato un nuovo piano per l’energia e il clima e stiamo investendo risorse nei biocarburanti, siamo tra i fondatori dell’alleanza globale per i biocarburanti. Nel contesto europeo, siamo parte della carbon neutrality entro il 2050 e per ridurre le emissioni almeno del 55% entro il 2030. Ma siamo anche impegnati per il programma Fit for 55, con un approccio multistrutturale». La conclusione del discorso scatena applausi: «Siamo consapevoli», sottolinea la Meloni, con lungimiranza da statista, «che molti degli sforzi che facciamo oggi daranno risultati visibili quando molti di noi non avranno più ruoli di responsabilità, ma siamo qui per chi verrà dopo di noi e questo definirà il valore della nostra leadership». Poi la citazione di una famosa frase di Warren Buffett, uomo d’affari e filantropo americano: «C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero tanto tempo fa», scandisce Giorgia Meloni, che successivamente fa un bilancio dell’evento rispondendo alle domande dei giornalisti: «Si sono fatti importanti passi in avanti. Io penso che i passi in avanti devono essere sempre concreti», sottolinea la Meloni, «e penso che sia stato dimostrato senso di responsabilità. Penso che l’obiettivo del “Loss and Damage”, ad esempio, sia un obiettivo concreto e utile. Quello dell’uscita dalle fonti fossili è un obiettivo che dobbiamo continuare a centrare. Chiaramente lo dobbiamo fare mentre produciamo altre fonti energetiche, quindi il tema è sempre lo stesso: gli obiettivi sono chiari e mi paiono condivisi. Io non sono neanche stata d’accordo sul fatto che si dicesse la Cop28 non potesse essere ospitata da una nazione che produce fossili, perché se non si coinvolgono anche queste nazioni, visto che gli obiettivi sono globali, alla fine non ci arriverai mai. Gli obiettivi sono chiari per tutti, anche per le nazioni che dovrebbero essere più rigide da questo punto di vista, è la tempistica chiaramente che deve essere sostenibile», tiene a puntualizzare la Meloni, «ma sostenibile perché come ho detto tante volte e ribadito anche qui pubblicamente, la sostenibilità climatica-ecologica deve camminare insieme alla sostenibilità sociale e alla sostenibilità economica altrimenti ci porta dritti alla deindustrializzazione. Bisogna avere un approccio non ideologico ma pragmatico, bisogna secondo me lavorare sulla neutralità tecnologica molto di più ed è una posizione che il governo italiano porta avanti. E costruire passi che siano veloci ma che sia possibile centrare perché se noi continuiamo a darci degli obiettivi che sono irraggiungibili ci ritroveremo qui tra cinque anni e scopriremo che non li abbiamo raggiunti». Dall’ambiente all’economia, la Meloni fa anche il punto sul Patto di stabilità: «Ne ho parlato con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino», spiega, «ma in queste ore eviterei i commenti, perché sono ore nelle quali si sta procedendo a confronti molto puntuali, che speriamo possano portare a una soluzione nell’interesse dell’Ue. Noi vogliamo e dobbiamo essere ambiziosi, l’Unione europea deve essere ambiziosa. Credo che le politiche economiche che il governo ha portato avanti dimostrino la serietà con la quale approcciamo, però dobbiamo riuscire a costruire una riforma del Patto di stabilità e crescita che sia rispettabile, cioè che sia possibile rispettare, cercando delle sintesi tra punti di vista e interessi che sono diversi. Siccome sono le ore più delicate per questa trattativa. Direi che insomma se la commentiamo magari la settimana prossima può aiutare tutti». Il premier ha anche parlato delle polemiche sulla magistratura. «Nessuno scontro tra politica e toghe», ha detto, però «il problema in una piccola parte della magistratura è ritenere che i provvedimenti di alcuni governi che non sono in linea con una certa visione del mondo debbano essere contrastati, come è accaduto ad esempio sull'immigrazione».
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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