2022-10-24
Meloni suona già la sveglia ai suoi. «C’è un’emergenza, stiamo uniti»
Mario Draghi e Giorgia Meloni (Getty Images)
Auto italiana, lungo colloquio con Mario Draghi, cambio di scarpe: il nuovo premier s’insedia e inaugura il cdm, richiamando la squadra alla lealtà. Matteo Salvini al lavoro sulle grandi opere. Oggi si fa il punto su gas e tariffe.Gli applausi della folla in attesa dell’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi per la tradizionale cerimonia della campanella scoppiano già quando l’italianissima ammiraglia dell’Alfa Romeo, la Giulia, gira l’angolo di via del Corso. In cima all’imponente scala che conduce alla Sala dei Galeoni c’è l’ormai ex premier Mario Draghi. Le sorride. Lei sale. Sotto il tailleur scuro ha delle comode scarpe lucide modello derby di colore nero. Ma al momento della cerimonia sorprende tutti con una décolleté nera con tacco non molto alto. «Benvenuta, come stai?», chiede Supermario. «Bene, ma questa sotto è stata una cosa un po’ impattante emotivamente», risponde la Meloni, riferendosi al picchetto d’onore che aveva appena passato in rassegna mentre l’inno d’Italia risuonava nel cortile. Prima del passaggio di consegne, i due si riuniscono per oltre un’ora in ufficio. All’uscita, Meloni è sorridente. Accanto ai due ci sono il sottosegretario uscente, Roberto Garofoli e Alfredo Mantovano, in attesa della sua nomina. Si passa alle strette di mano a favore dei fotografi. Draghi saluta anche l’uomo della scorta di Giorgia. È il momento della campanella. Meloni, emozionata, la fa tintinnare più di una volta, mentre confeziona sorrisi per le foto di rito. Poi saluta l’ex premier: «Ciao Mario». Congeda Draghi e si ritira nella sala del primo piano, quella con il tavolo ad anello, per guidare la prima riunione del Consiglio dei ministri. In 27 minuti, Meloni apre il Consiglio, ringrazia il presidente della Repubblica, formula la proposta di nomina di Mantovano a sottosegretario alla presidenza del Consiglio con funzioni di segretario. Poi, concorde il Consiglio dei ministri, attribuisce le funzioni di vicepresidenti del Consiglio ad Antonio Tajani e a Matteo Salvini. E conferisce nove incarichi da ministro senza portafoglio: per i rapporti con il Parlamento al senatore Luca Ciriani; per la Pubblica amministrazione al senatore Paolo Zangrillo; per gli Affari regionali e le autonomie al senatore Roberto Calderoli; per le Politiche del mare e per il Sud al senatore Sebastiano Musumeci; per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza al deputato Raffaele Fitto; per lo Sport e i giovani ad Andrea Abodi; per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità al deputato Eugenia Maria Roccella; per le Disabilità ad Alessandra Locatelli; per le Riforme al senatore Maria Elisabetta Alberti Casellati. Poi richiama tutti al senso di responsabilità e di lealtà: «Dobbiamo essere uniti per affrontare le emergenze che il Paese ha davanti». E appena può twitta: «Si comincia. Con molta emozione ma anche con la consapevolezza delle difficili sfide che ci attendono. Ora tocca a noi: siamo pronti». Momento social anche per Salvini che, invece, sceglie Facebook, dove pubblica una foto in cui è ripreso di spalle mentre stringe la mano della figlia Mirta: «Al lavoro per l’Italia, soprattutto per loro». Subito dopo Salvini si getta sui dossier sulle opere commissariate, sulla Gronda e sul ponte dello Stretto. Il clima è formale ma disteso. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scherza con i fotografi: «Devo anche sorridere per farvi contenti?». «C’è una certa emozione», dice il nuovo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Ma c’è già chi è concentrato sul da farsi: «Domani al ministero facciamo il punto sul dossier energia», annuncia il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che aggiunge: «I prossimi passaggi li annuncerà la presidente del Consiglio nel messaggio alle Camere per la fiducia. C’è l’impegno a dare le soluzioni. È chiaro che ci sono delle priorità». «Vado subito in ufficio a lavorare, sapete che è stato solo un primo Consiglio di insediamento, siamo tutti pronti a lavorare. Abbiamo fatto le nomine di rito, io subito vado prendere il dossier sulla legge delega sulla disabilità che è un tema urgente che dobbiamo subito portare all’attenzione e concludere in questi mesi. Voglio prendere in mano il tema dei caregiver familiari che in questi mesi sono stati fondamentali», afferma il ministro della Disabilità, Alessandra Locatelli. «Abbiamo bisogno di velocizzare la semplificazione, quindi dobbiamo fare in modo che la Pubblica amministrazione sia vissuta come un riferimento positivo, smart, intelligente, e far sì che i cittadini pensino che la Pubblica amministrazione non è un intralcio», sono le prime parole da ministro della Pubblica amministrazione di Paolo Zangrillo. Mentre il primo a fare il punto politico è il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida: «Lavoreremo in discontinuità» col governo Draghi, ma c’è «piena collaborazione» rispetto a «quanto è stato fatto di positivo» per l’Italia. Poi aggiunge: «L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è un governo di destra-centro. Lavoreremo a un’Italia più credibile nel mondo, vogliamo tutelare il prodotto italiano come fanno altre nazioni». «Il governo è già operativo. Neanche un mese dal voto e siamo subito al lavoro. È un messaggio chiaro, gli italiani non possono aspettare, non c’è tempo da perdere», twitta dopo aver lasciato Palazzo Chigi il ministro per le Riforme, Casellati. L’ultimo a rilasciare una dichiarazione all’uscita da Palazzo Chigi è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: «Giorgia ha detto che siamo chiamati a dimostrare che questo governo sarà una bella sorpresa per tutti». La campanella del sessantottesimo governo italiano è suonata. Tutti al lavoro.