2024-05-20
Meloni da Vox: «La famiglia non si tocca»
Il premier manda un video alla convention delle destre organizzata dai populisti spagnoli: «Non è progresso scegliere i propri figli come al supermercato». Marine Le Pen attacca Ursula Von Der Leyen e la Lega plaude: «Nessuna alleanza con Macron». Javier Milei: «Il socialismo è morte».«La mujer che ha cambiato la politica italiana». Così, insieme ad un’ovazione del pubblico viene presentata alla «convention dei patrioti» organizzata da Vox a Madrid il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. In un video saluta il pubblico omaggiandolo per non essersi lasciato «influenzare dal pensiero unico dominante» e poi rivolgendosi al leader del partito di destra spagnolo, Santiago Abascal dice con una punta di orgoglio: «Eccoci qui. Ancora insieme. E nonostante qualcuno ancora non si rassegni, e qualcuno altro si chieda come sia stato possibile che accadesse, sono il primo presidente del Consiglio di destra della Repubblica italiana, e sono addirittura una donna». Meloni augura lo stesso destino a Vox e ricorda: «le nostre vicende politiche si sono sempre somigliate molto. Fin dal primo momento hanno provato a denigrarci. Hanno provato ad isolarci. Hanno provato a dividerci. E hanno finito per rafforzarci». Tanti i punti in comune tra i due partiti, entrambi impegnati nella campagna elettorale per il voto europeo del prossimo 8 e 9 giugno. Tutela della vita e della famiglia, revisione del green deal europeo e lotta all’immigrazione clandestina. Vogliamo, dice, che l’Europa difenda «i propri confini esterni, invece di costringere i suoi cittadini ad accogliere masse di immigrati irregolari contro la loro volontà. Io sono particolarmente orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto in questi mesi: non più frontiere aperte e una eterna e inutile discussione sulle redistribuzioni, ma nuove politiche di cooperazione con i Paesi africani, controllo delle partenze, lotta ai trafficanti di esseri umani, percorsi regolari di immigrazione e accordi con Paesi terzi per processare le richieste di asilo. È un percorso lungo e faticoso ma già oggi in Italia abbiamo avuto il 62% in meno di sbarchi rispetto allo scorso anno». Sulla maternità surrogata, la Meloni mostra il pugno duro, rivolgendosi «a chi vuole mettere in discussione la famiglia, quale pilastro della nostra società, a chi vuole introdurre la teoria gender nelle scuole, a chi intende favorire pratiche disumane come la maternità surrogata. Perché nessuno mi convincerà mai che si possa definire progresso consentire a uomini ricchi di comprare il corpo di donne povere, o scegliere i figli come fossero prodotti del supermercato. Ci opporremo a chi vuole mettere in discussione la famiglia». E sulle radici identitarie europee Meloni insiste: «L’Unione europea che abbiamo in mente deve ritrovare l’orgoglio della sua storia e della sua identità. Continueremo a opporci con forza a tutti i tentativi di negare o cancellare le nostre radici culturali, a partire da quelle cristiane». La premier si mostra preoccupata anche per la competitività delle aziende europee schiacciate da «regole che vengono imposte solo a loro». Inevitabile il passaggio immediato al Green deal europeo che Meloni definisce una «follia». «Noi siamo conservatori e amiamo la natura. Ma la differenza tra noi e gli altri è che noi la natura vogliamo difenderla con l’uomo dentro. Noi non consideriamo la presenza dell’uomo e delle sue attività dannosa per la natura». «Pensano che non dobbiamo fare figli perché i figli inquinano» accusa, «la Ue ha preteso di decidere quello che potevamo mangiare, come dovevamo ristrutturare le nostre case, quale automobile potevamo guidare, utilizzando l’alibi della difesa della natura per dare vita a un attacco alla nostra libertà che noi dobbiamo respingere». Ma è il tempo di cambiare per Meloni: «Siamo alla vigilia di un voto decisivo perché per la prima volta l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti». Non solo la premier italiana al congresso di Vox. A Madrid ha parlato anche Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. Con Giorgia Meloni «ci sono punti in comune» assicura Le Pen in un discorso dal palco di Palazzo Vistalegre: «Non è questione di persone ma di libertà» e cita anche il segretario della Lega Matteo Salvini, suo collega nel gruppo Id. «Non c’è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa». La leader del partito di destra francese poi attacca il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron e il presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen: a causa «delle loro forze politiche ci siamo convertiti in soggiogati nell’uniformità, noi siamo i difensori dell’Europa e loro sono i suoi distruttori».«Le parole di Le Pen sono sagge e confermano la necessità che tutte le forze di centrodestra si uniscano per cambiare finalmente l’Europa. È necessario che la totalità dei partiti alternativi alla sinistra, anche in Italia, confermino l’indisponibilità ad alleanze innaturali con i socialisti o con il bellicista Macron». Il commento della Lega.Folla in visibilio per l’ospite d’onore della kermesse, il presidente argentino Javier Milei. «Aprire le porte al socialismo è aprire le porte alla morte perché il socialismo nasconde dietro una patina di altruismo il peggio dell’essere umano», così inizia il suo discorso, ribadendo che invece il «capitalismo della libera impresa è stata la panacea per l’Occidente», perché «nonostante i pianti della sinistra, il mercato libero produce prosperità per tutti». In un video messaggio il premier ungherese Viktor Orbán ha definito quella dei partiti di destra «una grande battaglia comune contro Bruxelles». Tra gli ospiti di Vox anche il ministro degli Affari della Diaspora di Israele Amichai Chikli, l’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, il leader del Partito Repubblicano cileno José Antonio Kast e il presidente del partito di destra portoghese Chega, Andres Ventura.
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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