2023-12-17
Meloni da Atreju: «Non lasceremo l'Ue a chi la trasforma in Unione sovietica»
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Giorgia Meloni (Ansa)
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul palco di Atreju si presenta commossa e con poca voce. «È dura oggi», dice qualche volta durante l’intervento di 70 minuti che chiude la kermesse di Fratelli d’Italia giunta ormai alla sua venticinquesima edizione.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul palco di Atreju si presenta commossa e con poca voce. «È dura oggi», dice qualche volta durante l’intervento di 70 minuti che chiude la kermesse di Fratelli d’Italia giunta ormai alla sua venticinquesima edizione. Meloni è un fume in piena e ne ha per tutti, viene toccato quasi ogni argomento, ma è soprattutto di Europa che si parla. Quel «sogno europeo del quale noi ci nutriamo dal secolo scorso: qui a Roma 66 anni fa il sogno di pochi diventò la speranza di molti, fu qui a Roma che tra le righe di un trattato si definì il concetto di comunità d'Europa», ma «comunisti e socialisti votarono contro preferendo l'adesione all'internazionale socialista. I loro discendenti non vengano a darci lezioni sull'Europa». Oggi, aggiunge: «la difendiamo da chi ne vorrebbe fare un surrogato dell’Unione sovietica». È alle prossime elezioni europee che pensa Meloni dal palco di Atreju definendole: «Un memorabile appuntamento con la storia». Torna a parlare anche dell’accordo firmato con il premier albanese Edi Rama sulla gestione della crisi migratoria: «Voglio ringraziare Ursula von der Leyen (presidente della commissione europea, ndr)», perché ha definito l'accordo italiano con l'Albania un «caso di 'thinking out of the box': è importante» perché «La risposta che abbiamo ottenuto è che questo accordo è un caso di persone che cercano soluzioni nuove a un problema antico». Ricorda che «Atreju è un appuntamento unico nel suo genere, luogo per eccellenza dove le idee si incontrano e si scontrano» e attacca il leader del partito democratico Elly Schlein per non aver accettato l’invito a partecipare: «Mi ha ricordato 'Ecce Bombo' di Nanni Moretti. 'Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?' Faccio una citazione di sinistra...» sorride Meloni. Poi si rivolge ai giovani, e tira una stoccata agli influencer, nello specifico a Chiara Ferragni: «Il modello da seguire non sono gli influencer» che sui social promuovono «carissimi panettoni il cui ricavato servirà solo ad arricchire cachet. Il modello da seguire è l'eccellenza italiana, dire ai giovani che creare quei prodotti è più straordinario che limitarsi a mostrarli». Sul reddito di cittadinanza ribadisce la sua posizione: L'abolizione del reddito di cittadinanza? «Lo rifarei mille volte. Occorre distinguere tra chi può lavorare e chi no, si chiama giustizia. Io non intendo comprare il consenso della gente» spiega. «Alle donne italiane dico: 'denunciate, siete libere'. Le leggi ci sono» ma «siamo ancora lontani dallo sradicare il cancro» dei femminicidi. «L'amore è incompatibile con il possesso, se amiamo qualcuno vogliamo rafforzare la sua libertà. Faremo tutto il possibile» non solo «per le donne italiane». Continuando a parlare di donne, torna sulla maternità surrogata: «I bambini non sono un oggetto, non si comprano e non si vendono. La maternità non è un business. Per questo sono fiera che grazie ai nostri parlamentari la maternità surrogata diventerà presto un reato universale». Parte del suo intervento è dedicato a Caivano. «In Italia non ci devono più essere zone franche, nelle quali lo Stato indietreggia, sparisce e a Caivano noi vogliamo dimostrare che le cose possono cambiare, che piegarsi alla Camorra non è l'unica opzione. Noi abbiamo riportato le forze dell'ordine per dire ai criminali che, con noi al governo, non vi conviene sfidare lo Stato perchè, non ci facciamo intimidire e risponderemo colpo su colpo», ha proseguito. «Vogliamo fare di Caivano un modello da esportare poi in tutte le altre Caivano d'Italia. Non è una cosa facile, ma sono convinta che noi non siamo stati scelti per fare cose facili e che dobbiamo mettere la faccia su cose su cui gli altri non l'avevano messa». E aggiunge: «Caivano è un territorio che era stato abbandonato dallo Stato. Voglio ringraziare di cuore le forze dell'ordine che presidiano quel territorio, uomini e donne talvolta figli e figlie di quei territori che hanno scelto la libertà e la legge che difende quella libertà. Storie da raccontare che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive, regalano celebrità, ricchezza e magari un pulpito da New York da cui dare lezioni di legalità agli italiani, sempre si intende a pagamento». Dice riferendosi chiaramente allo scrittore Roberto Saviano. Meloni rivendica la bontà dell’operato del suo governo, dai risultati economici ai dati sul lavoro, parla del centrodestra e non dimentica di ringraziare anche chi non c’è più: «Grazie a Silvio Berlusconi». Non mancano le note di colore. «Grazie tesò» risponde il premier a una persona del pubblico che la incoraggia. Al termine dell’evento si commuove mentre abbraccia i volontari di Fratelli d’Italia e il pubblico canta «Oh mamma mamma sai perché mi batte il corazon? Ho visto la Meloni, ho visto la Meloni».
il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi (Ansa)
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Donald Trump (Getty Images)
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