2019-01-05
Mega attacco hacker, Germania sotto shock
Trafugati dati personali, fatture e perfino carte di credito di un centinaio di politici, tra cui Angela Merkel. Un profilo Twitter, ora sospeso, ha pubblicato per settimane i link dove scaricare i documenti. Buio totale sugli autori, tremano i partiti: «Un colpo alla democrazia».La Germania ieri si è svegliata sotto shock, dopo che la stampa locale ha svelato la diffusione in rete, da parte di hacker sconosciuti, di un'enorme quantità di informazioni relative a più di 100 politici tedeschi. Una mole impressionante di dati, compresi numeri telefonici, indirizzi email, fatture, documenti di partito e persino numeri di carte di credito. Le vittime del furto digitale appartengono a tutti i principali partiti, esclusa la formazione di estrema destra Alternative fur Deutschland (Afd). Nel mirino dei pirati informatici, a quanto pare, non ci sarebbero solo parlamentari e titolari di importanti cariche pubbliche, ma anche giornalisti e personaggi celebri.Tutto ruota intorno a un account Twitter, ora sospeso, che nel corso del mese dello scorso mese ha pubblicato alcune decine di tweet all'interno dei quali venivano riportati i link a numerose pagine web, dalle quali poi era possibile scaricare i documenti trafugati. Particolare curioso: l'autore ha postato un solo messaggio al giorno dall'8 dicembre in poi, tant'è che qualcuno ha paragonato questa strategia a un grottesca parodia del calendario d'Avvento. Sempre a quanto riportato dalla stampa tedesca, la denuncia dell'accaduto sarebbe partita dopo una chiamata anonima al numero privato dell'ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. La disattivazione dell'utente incriminato è servita a ben poco. Considerato che i messaggi sono rimasti visibili per molte settimane, i malintenzionati hanno avuto tutto il tempo di diffondere questi stessi collegamenti anche su altre piattaforme.L'identità del colpevole (o dei colpevoli) non è stata ancora chiarita. Di certo si sa che il governo considera la questione «molto seria» e che gli inquirenti sono al lavoro per tentare di portare alla luce qualche elemento utile alle indagini. Per il resto, buio totale. Secondo il portale di tecnologia Heise.de, l'utente che ha diffuso le sue informazioni aveva in precedenza a sua volta hackerato l'account dello youtuber Yannick Kromer, noto al pubblico come Dezztroyz.Non è chiaro come gli hacker si siano procurati il materiale pubblicato in rete. Una parte delle informazioni è compatibile, a livello temporale, con il furto di informazioni avvenuto ai danni del Bundestag nel giugno 2015. Detto questo, non si spiega l'origine dei dati successivi al 2015, né tanto meno quelli relativi alle personalità fuori dalla politica. Nella serata, tuttavia, il Centro nazionale contro il cybercrimine (Bsi) ha dichiarato che presumibilmente i dati non provengono da un attacco hacker al Bundestag, ma presumibilmente sono stati sottratti dai social media e da archivi cloud privati.Ancor meno comprensibile il motivo alla base del gesto, anche in virtù del fatto che da una prima analisi i documenti trafugati non sembrano di natura compromettente. Ma allora perché rubare tutti quei dati, per poi renderli pubblici, se non contengono alcun elemento eclatante? Una buona parte della stampa tedesca, Frankfurter Allgemeine Zeitung in testa, dà credito alla teoria che si tratti solo di una mossa per attirare l'attenzione. Non è da escludere che il responsabile abbia compiuto questo atto in preda a un delirio autoreferenziale, magari per mostrare semplicemente il grado di bravura agli addetti ai lavori. Tuttavia, data la quantità di informazioni e il livello dei personaggi colpiti (pare che tra le vittime del furto di dati vi sia anche il presidente federale Frank-Walter Steinmeier e la stessa cancelliera Angela Merkel), la vicenda pare aver turbato le alte sfere a Berlino. Pur rassicurando l'opinione pubblica sul fatto che «allo stato attuale delle conoscenze non sussistono particolari preoccupazioni per le autorità federali», ieri mattina il Bsi ha ritenuto opportuno convocato una riunione d'urgenza del comitato di crisi. L'intero mondo politico tedesco ha reagito con sconcerto alla notizia del furto dei dati. Katarina Barley, ministro della Giustizia, ha parlato di un «attacco grave» e ha accusato gli autori di voler «danneggiare la fiducia nella nostra democrazia e nelle loro istituzioni». La Barley, che ha auspicato chiarezza in tempi brevi, ha poi aggiunto che «non possiamo permettere ai criminali e ai loro sostenitori di dominare il dibattito nel nostro paese». Un concetto ripreso dai rappresentanti di tutte le fazioni politiche.Di buone intenzioni, tuttavia, è lastricata la strada per l'inferno. Secondo le ricostruzioni, l'account che ha diffuso le informazioni, in un tweet non più disponibile, avrebbe tirato in ballo il comico e presentatore televisivo Jan Böhmermann. Quest'ultimo, nell'aprile dell'anno scorso, aveva lanciato su Twitter la massiccia campagna «Reconquista internet» (nome scelto per fare il verso alla rete di attivisti di destra «Reconquista germanica»), allo scopo di «accerchiare» i presunti seminatori d'odio con cuoricini e smile. Un'azione che ha raccolto migliaia di consensi, ma anche attirato numerose critiche. E qualche segnale preoccupante arriva anche dalle nostre parti. Da ieri, infatti, gira su Twitter un file contenente un elenco di centinaia di account considerati «hater» (odiatori), una versione digitale delle odiatissime liste di proscrizione che ha sollevato per l'ennesima volta il dibattito sulla libertà di espressione sui social network.