2025-11-07
La Lega: «In pandemia l’Oms pensava ai soldi»
Francesco Zambon (Getty Images)
Audito dalla commissione Covid Zambon, ex funzionario dell’agenzia Onu. Dalle email prodotte emerge come il suo rapporto, critico sulle misure italiane, sia stato censurato per volontà politica, onde evitare di perdere fondi per la sede veneziana dell’Organizzazione. Riavvolgere il nastro e rivedere il film della pandemia a ritroso può essere molto doloroso. Soprattutto se si passano al setaccio i documenti esplosivi portati ieri in commissione Covid da Francesco Zambon, oggi dirigente medico e, ai tempi tragici della pandemia, ufficiale tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Di tutte le clamorose notizie diffusamente documentate in audizione, ne balzano agli occhi due: la prima è che, mentre gli italiani morivano in casa con il paracetamolo o negli ospedali nonostante i ventilatori, il governo dell’epoca guidato da Giuseppe Conte (M5s) e il ministro della salute Roberto Speranza (Pd) trovavano il tempo di preoccuparsi che la reputazione del governo, messa in cattiva luce da un rapporto redatto da Zambon, non venisse offuscata, al punto che ne ottennero il ritiro. La seconda terribile evidenza è che la priorità dell’Oms in pandemia sembrava proprio quella di garantirsi i finanziamenti.Zambon è arrivato in commissione Covid ieri mattina alle 9, accompagnando la sua relazione a una serie di slide (molte delle quali pubblicate su X dall’onorevole leghista Alberto Bagnai) che hanno fatto piena luce sul contenuto delle mail che si scambiarono Ranieri Guerra, all’epoca direttore vicario dell’Oms e poi dall’11 marzo 2020 membro del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) da un lato con il ministero della salute guidato da Speranza, dall’altro con i vertici dell’Oms, tra i quali Hans Kluge (Direttore Generale dell’Oms Europa) e lo stesso Dg dell’Oms Tedros Ghebreyesus. Una triangolazione che i rappresentanti di Fratelli d’Italia in commissione Covid non esitano a definire gravissima: «L’audizione conferma, anzi rafforza quanto aveva dichiarato Guerra», ha dichiarato Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia e componente della commissione Covid. «Sul rapporto scritto dal team Zambon, pubblicato e poi ritirato dall’Oms - continua Zedda - non c’è stato il “niet” della Cina, ma la volontà politica di censurare ciò che è accaduto in Italia nei primi mesi del 2020. Gli auditi, dunque, documentano un rapporto tra Speranza e l’Oms che pare una anomalia tutta italiana». Anomalia, rileva Alice Buonguerrieri di Fdi «dimostrata anche dal fatto che il ministro chiedeva all’Oms che come osservatore dell’Organizzazione fosse nominato un italiano, cioè Guerra. Lo stesso Guerra non avrebbe dovuto avere, in qualità di osservatore, un ruolo decisionale, ma è chiaro che lo abbia avuto. È allora lecito chiedersi: cosa non dovevamo leggere in quel rapporto? Chi mente? Il governo Conte II ha fatto terrorismo politico sulla scienza?», conclude Buonguerrieri.Zambon ha portato in commissione quella lettera inviata da Tedros a Speranza: «Caro ministro, ti confermo che - come da te richiesto - il dottor Ranieri Guerra sarà trasferito per assistere il tuo Gabinetto da mercoledì 11 marzo 2020 (la lettera è del 9 marzo 2020, ndr). Lavorerà direttamente con te». Il resto è storia nota: il 25 marzo Zambon propone di preparare il famoso rapporto, ci lavora giorno e notte, lo presenta e a questo punto Guerra, nella nuova veste di rappresentante del Cts a stretto contatto con Speranza, lo censura. Zambon ha prodotto in commissione una mail molto dura di Guerra; l’11 maggio 2020 alle 11, due ore dopo aver ricevuto il rapporto da Zambon, gli scrive intimandogli di correggere: «Non fatemi casino su questo. Stasera andiamo sui denti di Report e non possiamo essere suicidi. Adesso blocco tutto. Fammi avere la versione rivista. Così non può uscire. Per favore niente cazzate». Nel pomeriggio, mettendo in copia anche la responsabile relazioni esterne dell’Oms Cristiana Salvi, rincara la dose: «Dobbiamo pesare le parole in maniera molto cauta», scrive, «sto per iniziare col ministro il percorso di riconferma parlamentare (e finanziaria) del centro di Venezia e non vorrei dover subire ritardi». Alle dieci di sera, replica anche Salvi, rivelando che «Ranieri ed io abbiamo cercato di arginare le critiche che questo rapporto denuda» perché «potremmo sollevare il disappunto del governo». La preoccupazione di Guerra, ormai emissario di Speranza nel Cts, non era dunque quella di analizzare con attenzione le criticità della gestione pandemica per evitare che si ripetessero sulla pelle dei cittadini ma di assicurarsi i fondi per la sede Oms di Venezia, condizionati a come Venezia parlava dell’esecutivo e del ministero. Il fitto scambio di email testimonia la piena consapevolezza della «bomba mediatica», così la chiama Salvi, che Roma ha fatto di tutto per bloccare. Alla luce dei documenti depositati ieri appare molto tendenziosa la ricostruzione dei fatti esposta da Roberto Speranza in aula al Senato il 28 aprile 2021: «Il report non ha una ricaduta operativa nella gestione della pandemia», dice il ministro. Falso, replica Zambon: in diversi passaggi erano indicate anche misure alternative. «La scelta di pubblicare e poi ritirare quel documento viene assunta esclusivamente dall’Oms nella sua piena autonomia», prosegue Speranza. Falso anche questo, lascia intendere Zambon attraverso la mole di email inviate da Guerra, che in quei mesi rappresentava il governo, più che l’Oms, al punto da disconoscere documenti prodotti dal suo ufficio. L’altro punto dolente sollevato dalla maggioranza in commissione Covid - mentre i membri dell’opposizione Pd e M5s manifestavano disappunto e molto nervosismo - riguarda l’Oms: «Emerge un’incredibile presentazione di documenti che testimoniano in modo inoppugnabile l’interesse principale dell’Oms, ovvero i soldi», hanno dichiarato il senatore Claudio Borghi e l’onorevole Bagnai. «Guadagni a scapito dell’indipendenza e della professionalità dei ricercatori. Ora è tutto scritto nella documentazione e nelle mail: anche nei giorni più critici della pandemia, occorreva blandire Speranza in modo tale da non compromettere alcuni finanziamenti. Insistiamo perché il governo valuti l’opportunità di seguire l’esempio degli Stati Uniti e smettere di finanziare questa organizzazione, affidando i denari risparmiati al nostro Servizio Sanitario Nazionale». Tanto più che, come rilevato dal senatore Borghi, gli stipendi dei funzionari dell’Oms sono esentasse.
Henry Winkler (Getty Images)
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