2020-03-31
Medici senza le mascherine e record mondiale di morti. Ma Conte «rifarebbe tutto»
Il premier si autoincensa sul Pais: «Abbiamo scelto di limitare i diritti costituzionali». Mentre ad Harvard studiano i suoi errori. Non gli resta che sventolare bandiera bianca.Il migliore dei premier possibili, quello che guida il miglior Paese possibile (per i virus), ha deciso di diventare uno statista su scala continentale e dopo aver passato due mesi a non azzeccarne mezza, ha deciso che rifarebbe tutto quanto da capo. Candide-Giuseppi ha raccontato al Pais che «del senno di poi son piene le fosse» e se l'Italia con i suoi 11.591 morti guida la sinistra classifica europea del Covid-19, il suo governo non c'entra niente. «Se tornassi indietro prenderei le stesse decisioni». Certo, nella totale assenza di autocritica, il premier del governo giallorosso è aiutato quotidianamente dai cantori dell'uomo solo al comando, causa emergenza, ovviamente. In un solo giorno, il Nobel per l'Economia Edmund Phelps ha sostenuto che «il capitalismo va messo in pausa» (Corriere Economia) e i sinceri democratici di Repubblica, per i quali Berlusconi era solo bunga bunga, mafia e conflitto d'interessi, hanno ospitato il Cavaliere con una bella intervista dal titolo: «In guerra un Paese deve stringersi intorno a chi decide». E Conte, «l'uomo che decide», domenica si è regalato una bella chiacchierata con il principale quotidiano spagnolo, al quale ha anticipato che «siamo nella fase più acuta. È difficile fare previsioni esatte. Gli esperti sono ancora cauti, ma è ragionevole pensare che siamo vicini al picco». L'avvocato foggiano ha anche ripercorso come si è arrivati alla serrata nazionale, scelta che nel caso sia quella corretta allora avrebbe forse dovuto essere presa almeno 7-10 giorni prima: «Quando abbiamo visto che il contagio era diffuso, le misure di restrizione che avevamo adottato in Lombardia sono state assunte da tutto il Paese. Questo fino a quando abbiamo capito che era necessario essere più radicali e abbiamo imposto la chiusura di attività non essenziali. Ma, insisto, sono misure che devono essere graduali»Nel fine settimana è uscito, tra le tante voci internazionali fuori dal coro, anche uno studio di tre docenti di Harvard (Gary Pisano, Raffaella Sadun e Michele Zanini) sulla Harvard business review dal titolo «Lezioni dalla risposta dell'Italia al coronavirus». I tre ricercatori sostengono che Stati Uniti ed Europa devono evitare gli errori che ha commesso l'Italia, che ha «reagito in ritardo» e ora si trova esposta alla «più grande crisi mai attraversata dalla fine della seconda guerra mondiale». Nel saggio si ripercorrono i tempi dell'epidemia italiana e, al fianco di una oggettiva sfortuna, si sottolinea una certa, storica, «mancanza di leadership» della politica e della macchina di governo italiana nel riconoscere la minaccia e nel fornire immediata risposta. Sulla discussione in Europa su come reagire all'emergenza economica e ai rischi sul fronte della liquidità, il premier italiano spiega invece al Pais che «in questo momento in Europa si gioca una partita storica. Non è una crisi economica che ha toccato alcuni Paesi meno virtuosi di altri. Non c'è distinzione che ha a che fare con i sistemi finanziari. Questa è una crisi sanitaria che ha finito per esplodere in campo economico e sociale. È una sfida storica per l'intera Europa. E spero davvero, con un forte spirito europeo, che sappia affrontare questa situazione». Conte ammette che «stiamo limitando i diritti costituzionali dei nostri cittadini e l'Europa deve reagire evitando tragici errori».Detto che, quantomeno sulla lentezza del governo, e sul caos delle mascherine (di cui i medici sono ancora nella stragrande maggioranza dei casi sprovvisti) sarebbe lecito avanzare qualche dubbio senza passare per nemici della patria, bisogna ammettere che Conte è davvero soddisfatto di sé. Come il predecessore, Matteo Renzi, soffre evidentemente della «sindrome di Fonzie», il personaggio di Happy days che ha dato il nome a una doppia patologia: quella del personaggio minore che si trova incredibilmente al centro della scena e quella dell'uomo che non sa chiedere scusa, mai. Sarà il ciuffetto che accomuna i tre a spiegare il contagio. In ogni caso al Pais il premier italiano ha sottolineato: «Se potessi tornare indietro, farei di nuovo tutto allo stesso modo. Ora è il momento dell'azione e della responsabilità poi verrà quello delle critiche, ma se tornassi indietro prenderei le stesse decisioni». Il migliore dei premier possibili, Candide-Giuseppi, dovrebbe ricordare il dialogo con il saggio Martino nel capolavoro di Voltaire. Quando Candide gli chiede «a quale scopo dunque è fatto questo mondo», quello ha una risposta fulminante: «Per farci arrabbiare». Ed è invece, probabilmente, per tenerci allegri che Conte gioca da qualche tempo con sfondi e bandiere. Quando diede l'annuncio di un altro decreto Blocca Italia, quello del 22 marzo, tirò fuori da chissà dove una terza bandiera «personale», oltre a quella italiana e a quella dell'Unione europea. Il giorno dopo, su questo giornale, Maurizio Belpietro lo ha paragonato al Re Sole e ha fatto notare che «ormai si presenta in video con un terzo vessillo, ossia quello di Palazzo Chigi, manco fosse quello della casa reale. Nessuno prima d'ora aveva sentito il bisogno di fare conferenze stampa con il simbolo del governo». Ma niente, lui è un innovatore, su queste cose di vanità. Il 24 marzo, incassata la garbata presa in giro, Conte fa sparire la bandiera di Palazzo dalle scenografie che gli organizza il fido Rocco Casalino. Sabato, nell'ultima comparsata a media unificati, si è fatto stringere l'inquadratura solo sul Tricolore. Non gli resta che sventolare bandiera bianca.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)