2020-05-14
Maxi inchiesta sulla Link Campus: 71 indagati
La Procura di Firenze apre un'indagine con l'accusa di esami tarocchi. Coinvolto anche l'ex ministro Vincenzo Scotti, che deve rispondere di associazione per delinquere. Nelle carte compare il Siulp: avrebbe brigato per lauree finte ai suoi iscritti.A leggere la sfilza di accuse che la Procura di Firenze ha inanellato l'una dietro l'altra, l'ex ministro democristiano Vincenzo Scotti sarebbe a capo di una combriccola di professori della «sua» Link Campus, l'università privata con sede a Roma creata nel 1999 e riconosciuta dal 2011 come università non statale, che i magistrati definiscono «un'associazione a delinquere». Scotti, in qualità di presidente del Consiglio d'amministrazione, legale rappresentante e componente del Senato accademico ma anche come professore di Economia politica, viene indicato dalla pm Christine von Borries e dal procuratore aggiunto Luca Turco come il «promotore, costitutore e organizzatore dell'associazione». Al pari del direttore generale Pasquale Russo e del rettore Claudio Roveda. Il ruolo da promotore viene affibbiato anche al professor Pierluigi Matera (Diritto privato comparato), che aveva il compito di nominare le commissioni d'esame di tutti i corsi di laurea. In quella che viene descritta dalle toghe come una cricca (ma come concorrente) i pm includono anche Veronica Fortuzzi, professore a contratto di inglese, già nello staff del ministro della Difesa ai tempi della pentastellata Elisabetta Trenta. La Link Campus è, infatti, l'università nella quale il Movimento 5 stelle ha pescato parte della sua classe dirigente. E anche la ministra Trenta, che con l'inchiesta non c'entra, prima di entrare nella squadra di governo era alla Link Campus come vice coordinatrice di un master. l'imbroglioL'indagine, che si è conclusa con la notifica di 71 avvisi contenenti i capi d'accusa (atto che di solito precede, salvo sorprese, una richiesta di rinvio a giudizio), si è concentrata sulla laurea triennale in Scienze della Politica e dei rapporti internazionali. E in particolare sugli esami superati tra il 2016 e il 2019 da una sfilza di agenti di polizia in servizio a Firenze. Stando alla ricostruzione della Procura, si svolgevano senza professori e in sedi non autorizzate. Le domande, inoltre, venivano anticipate in chat e c'era la possibilità di copiare dal web. I libretti elettronici, poi, venivano taroccati. Le aule d'esame? «Non idonee»: come una stanza nel mercato ortofrutticolo della Mercafir a Firenze. L'inchiesta non imbarazza, però, solo il mondo accademico che ruota attorno alla Link, ma anche il Siulp. Il sindacato di polizia più rappresentativo aveva stipulato una convenzione con l'ateneo di Scotti. E il suo segretario generale Felice Romano si è trovato nel primo capo d'imputazione quale concorrente, sostiene la Procura, nell'associazione a delinquere. Gli studenti-poliziotto pagavano 4.100 euro complessivi (600 dei quali andavano alla Fondazione sicurezza e libertà), sostenevano gli esami senza aver frequentato una sola lezione e, ovviamente, li superavano a pieni voti. In un caso, addirittura, all'esame non c'erano i professori. Come nel caso di Informatica. A verificare le competenze degli studenti del corso del professor Eliseo Sciarretta c'era invece l'impiegato amministrativo Andrea Pisaniello che, senza esercitare vigilanza durante l'esame, avrebbe consentito l'uso di internet e di copiare le risposte. Tutti promossi. Sul verbale, oltre a quella di altri, tre professori, c'è anche la firma di Scotti. «Falso ideologico», scrivono i magistrati. Pisiniello, che si era presentato agli studenti come un professore della Link, e il vero prof, ovvero Sciarretta, si sono beccati la stessa accusa in concorso. i corsiLa storia si è ripetuta con lo stesso copione per diversi corsi: Analisi strategiche, geopolitica e ricostruzione post-conflittuale (professor Maurizio Claudio Zandri); Organizzazioni internazionali e regionali (prof. Zandri); Lingua spagnola (professor Stefano Mustica); Economia politica (professor Vincenzo Scotti); Corso integrato di teoria dello Stato (professor Claudio Vasale); Diritto internazionale (professoressa Ida Caracciolo); Economia e finanza internazionale (professor Gianfranco Vento); Comunicazione pubblica (professoressa Marica Spalletta); Governance politica ed economia aziendale (professor Maurizio Melani); Totalitarismi e democrazie (professor Angelo Vincenzo Emanuele). Gli studenti furbetti passavano con lo stesso metodo anche esamoni come Diritto costituzionale (professor Giorgio Mocavini), Analisi comparata (professor Sergio Zoppi) e Diritto dell'Unione europea (professor Alessandro Figus). Per la bellezza di 46 capi d'imputazione ricostruiti dall'accusa. Tra questi c'è anche l'accusa per il corso Human security, che - pur non essendo riconosciuto dal Miur - permetteva agli studenti di approdare al secondo anno di studi saltando il primo. Come? Pagando 600 euro di iscrizione e mandando via mail una tesina di poche pagine. Anche in questo caso gli studenti-poliziotto sono passati senza partecipare a una lezione e senza aver mai visto un professore. D'altra parte, nonostante la diversità delle materie, le prove sarebbero state sempre sostenute alla presenza di tutor e funzionari. Mentre i prof restavano a Roma e si limitavano a certificare il superamento dell'esame sui verbali. Quando è scoppiata l'inchiesta, Link Campus si era affrettata a dichiararsi parte offesa, qualora fossero accertate irregolarità. Nel documento giudiziario, però, di parti offese non c'è traccia.
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Lo ha detto l'eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint, dopo la votazione alla commissione sulla pesca a Bruxelles, riguardo la vittoria sulla deroga delle dimensioni delle vongole, importante aspetto per l'impatto sul settore ittico.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
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Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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