2018-10-11
Mattarella vuole una renziana capo del personale all’Economia
Il Colle sta spingendo il nome di Monica Parrella per i vertici del Dag, nel ministero di Giovanni Tria. È moglie di un ex Margherita, già sottosegretario al Mef. Per Consob, Antitrust, Gse e servizi segreti, invece, è tutto bloccato.Slittano le nomine. Da tempo lo sport più diffuso a Roma è prendere altro tempo. Dall'addio di Mario Nava dalla Consob è passato un mese. Nessuno nome è sul tavolo dei decisori. Si fanno ipotesi ma non c'è ancora nulla di concreto. Stesso discorso per l'Antitrust e per le nomine dei tre servizi di intelligence, procedura prevista per il consiglio dei ministri di ieri e nuovamente saltata. La scelta del capo del Gse, il Gestore dei servizi energetici, è saltata per ben nove volte a indicare che l'impasse è strutturale e non legata a fattori specifici. Il temporeggiare rientra sicuramente nella difficoltà da parte del governo giallobù di gestire la macchina e prima ancora di capirla fino in fondo, ma c'è in tutto ciò un filo rosso che porta diritto al Colle. È sempre più chiaro che tutte le nomine non gardite al Quirinale finiscono in una corsia di decelerazione e sono tante. Al contrario le poche inseriscono il turbo sono quasi sempre silenziose e inutile ribadirlo apprezzate dalla struttura che supporta le decisioni di Sergio Mattarella. Il ministero dell'Economia è il simbolo di tale equilibrio. Non è un caso se i dirigenti sono finiti nel mirino di Rocco Casalino che in modo sguaiato e inappropriato ha sollevato un tema di fondo. I guardiani del Tesoro rispondono a Giovanni Tria ma garantiscono un background culturale e di relazioni vicinissimo al Colle. Vale per il capo di gabinetto, Roberto Garofoli, per il direttore generale Alessandro Rivera e varrà anche per le new entry. Perché mentre tutto appare congelato, i vertici del ministero si apprestano a riempire una nuova casella. Si tratta del direttore del personale del Dag. Sigla che sta per Dipartimento dell'amministrazione generale. Il ruolo fino a poco tempo fa era ricoperto da Valeria Vaccaro. Ora è vacante, ma dalle parti del Colle vedrebbero per tale ruolo Monica Parrella. Un dirigente di Palazzo Chigi attualmente alle Pari opportunità, considerato di stretta osservanza renziana. Ha studiato a Firenze e Siena e quando stava a Palazzo Chigi fu autorizzata da Matteo Renzi (come riportò Franco Bechis in un articolo) a prendere una consulenza come componente dell'Oiv al Mef. Senza contare che la Parrella è compagna di Nicola D'Amico già sottosegretario al Mef in quota Margherita, ora consigliere della Corte dei conti. Insomma, proprio il bachground culturale che riporta a Mattarella. Tanto che i gialloblù hanno poco da stupirsi se la macchina prosegue parallela rispetto alla politica. Tra le nomine andate in porto c'è invece quella di Adriana Cerretelli, nuova portavoce del ministro dell'Economia. Editorialista del Sole 24 Ore si occupa di Ue, per anni corrispondente da Bruxelles, la giornalista è anche consigliere indipendente di Saras del gruppo Moratti: a Palazzo Chigi c'è chi parla di possibile conflitto di interessi. Continua, invece, il balletto sui vertici di Gse dove martedì c'è stata l'ennesima fumata nera. I grillini accusano i renziani di bloccare la pratica. Se la prendono con Claudia Bugno, advisor del Mef, già consigliere di amministrazione di Banca Etruria. A quanto pare il Mise avrebbe proposto come amministratore delegato Francesco Vetrò e come presidente Roberto Moneta. La proposta è stata respinta al mittente. Continua a circolare così nel ruolo di super presidente il nome di Sergio Santoro, presidente di sezione del Consiglio di Stato e già consigliere del terzo governo Berlusconi. L'ennesimo nulla di fatto si è avuto poi sulle nomine di Dis e Aise, i vertici dei nostri servizi segreti. Ormai è un caso istituzionale. Non è chiaro perché il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non abbia la forza di sostituire Alberto Manenti e Alessandro Pansa. Ieri era attesa la riunione del Cisr, il Comitato interministeriale per la sicurezza nazionale. Anche uno dei possibili sostituti dell'attuale direttore dell'Aise, ovvero il vice Giovanni Caravelli, è tornato apposta dalla Libia per essere presente all'incontro. Ma non è successo nulla. «Se non si riesce a chiudere su Gse figuriamoci i servizi!», spiega un tecnico ben informata sui malumori interni al governo, dove continuano le tensioni sulla manovra economica. Nella mattinata di ieri, Conte ha incontrato sia Mattarella sia i vertici delle aziende di Stato, tra cui Eni e Leonardo, realtà che lavorano a stretto contatto con il mondo dei servizi segreti. Il giro di boa sarà la Conferenza internazionale sulla Libia – che l'Italia organizzerà a Palermo il 12 e 13 novembre. C'è particolare tensione sull'evento, in particolare a Forte Braschi. Anche se l'esito della conferenza appare a molti scontato, perché le elezioni non si svolgeranno entro la fine dell'anno, come voleva la Francia. C'è chi sostiene che alla fine, superato lo scoglio libico di metà novembre, sia Manenti sia Pansa rimarranno in sella fino alla scadenza naturale del mandato, primavera del 2019. Molto rumore per nulla. Non è scontato che le prossime nomine possa farle un altro governo, sempre sotto lo sguardo attento di Mattarella.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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