2025-09-27
Azzardo e misteri, una pista porta al Casinò di Campione
La toga dal 2023 è presidente della «sala giochi» dell’exclave italiana in Svizzera: polemiche sull’incarico e scontro sulla revoca.Il gioco d’azzardo è il convitato di pietra nel fascicolo bresciano che coinvolge Mario Venditti, ex aggiunto e, poi, reggente della Procura di Pavia. A maggio Il Giornale aveva svelato che, nelle indagini sulla malagestione della municipalizzata pavese Asm (che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti), c’era un assegno da 100.000 euro «uscito dalle casse» della partecipata e, poi, approdato «al casinò di Campione d’Italia passando dalle Bahamas».A chi erano indirizzati quei soldi? E c’è un collegamento tra quel bonifico e le indagini della Procura un tempo guidata da Venditti, oggi presidente della casa da gioco? Al momento non lo sappiamo. Le investigazioni sulle operazioni dell’Asm sono iniziate nel 2023 e, nello stesso anno, l’ex coordinatore dell’ufficio inquirente pavese è transitato al casinò di Campione d’Italia. Qui, prima di lui, a partire dal 2022, a presiedere il cda era stata un’altra figura istituzionale di Pavia, l’ex prefetto Erminia Rosa Cesari. La signora, però, è deceduta improvvisamente (per cause naturali) ed è stata sostituita dal magistrato. Il quale, oggi, risiede in una bella abitazione che si affaccia sul Golfo di Genova, poco distante da Portofino. Ma, da quando ha lasciato la toga, più che dedicarsi alle passeggiate al mare o alla pesca, ha deciso di occuparsi di gioco d’azzardo. Un ruolo che ricopre a titolo gratuito. L’unico introito sono i rimborsi spese. Di cui abbiamo chiesto, senza soddisfazione, l’entità al sindaco dell’exclave, Roberto Canesi.La scorsa primavera Venditti, dopo aver svolto il ruolo di presidente dal 2023 al 2025, ha chiesto la riconferma.il protocollo Il 13 maggio il Comune campionese ha protocollato «la presentazione di candidatura per ricoprire la carica di componente del cda della Società Casinò di Campione Spa», in quel momento in concordato preventivo. Appena un mese prima, il 5 aprile, sempre Il Giornale aveva pubblicato la notizia dell’indagine su Venditti e i consiglieri d’opposizione Simone Verda e Gianluca Marchesini erano andati all’attacco con una puntuta mozione con cui chiedevano spiegazioni sulla posizione di Venditti, ricordando che la Casinò di Campione spa SB, la società interamente detenuta dal Comune di Campione d’Italia, «versa in concordato preventivo». E citavano la «Relazione informativa semestrale» di inizio anno sull’andamento dello stesso concordato. Un documento che annunciava tempi grami per la casa da gioco. Leggiamo un passaggio del documento: «Le aspettative per il 2025 appaiono più incerte […]. In questa prospettiva, non pare possa escludersi che la società si trovi in futuro nelle condizioni di non rispettare puntualmente gli impegni di pagamento dei creditori chirografari […]».i dubbi Verda e Marchesini esternano i loro dubbi: «La notizia dell’indagine penale che sarebbe stata aperta a carico del dottor Mario Venditti s’incrocia, dunque, con un primo, preciso segnale di preoccupazione dei commissari giudiziali circa la capacità della società di adempiere, nel prossimo futuro, agli impegni di pagamento dei debiti concordatari. E questa duplice indicazione negativa non può essere trascurata dal socio unico», ovvero il Comune, «il quale, invece, deve certamente valutare la situazione e assumere in tempi strettissimi delle sue determinazioni». I consiglieri, nell’occasione, citano anche lo statuto della società laddove evidenzia «i requisiti di onorabilità, professionalità e assenza di conflitti d’interesse di cui gli amministratori della casa da gioco devono godere». E ricordano che, tra i motivi che possono rendere incompatibile un candidato, ci sono «l’esistenza di un procedimento o di accertamenti per rilievi giudiziari o irregolarità amministrative rilevanti o reati di natura penalistica». Infine, i consiglieri rammentano al sindaco che «la posizione d’indagato che rivestirebbe il dottor Mario Venditti, è chiaramente inconciliabile sul piano dell’opportunità con la sua carica di presidente della società, la cui attività è delicatissima e la cui immagine reclama di non esser coinvolta in vicende che, quanto meno, possono influenzare negativamente la clientela e penalizzare i ricavi».Il 7 maggio la mozione viene discussa in Consiglio comunale. Il sindaco Canesi difende a spada tratta l’ex pm: «Il presidente del Consiglio d’amministrazione del casinò di Campione è stato attenzionato, per quanto a oggi conosciuto, solo da indiscrezioni di stampo giornalistico, non risulta aver ricevuto nessun avviso di garanzia […]. In assenza di un comportamento illecito accertato, la revoca risulterebbe ingiustificata». Il primo cittadino sottolinea che eventuali «decisioni frettolose» potrebbero portare «a richieste di risarcimento e danni in capo a chi, senza idoneo motivo, abbia frettolosamente aderito alla proposta, gettando pubblico discredito e diffamazione su persone che hanno servito lo Stato per tanti anni».il consiglio comunale Durante la seduta del Consiglio comunale, Canesi continua la sua arringa: «Ricordo che il dottor Venditti sta svolgendo il suo incarico del tutto gratuitamente e, voglio sottolineare, in maniera assolutamente positiva e soddisfacente con un concreto supporto alla chiusura della gestione concordataria del casinò».Alla fine, a votare a favore della mozione sono solo i due consiglieri che l’hanno presentata, altri due si astengono e sei votano contro.Una settimana dopo, il 14 maggio, il collegio sindacale della casa da gioco boccia la richiesta di un’immediata convocazione dell’assemblea dei soci e, quanto alle notizie di un’indagine ai danni di Venditti, si mostra estremamente dubbioso e giudica la «situazione estremamente fumosa» e non «supportata da concrete prove». Inoltre «l’iscrizione del registro delle notizie di reato a carico del dottor Venditti, ammesso e non concesso che sia esistente, non è di per sé motivo giuridicamente valido per richiedere la revoca dello stesso dalla carica di presidente». Infatti, la decadenza è prevista solo in caso di condanne di natura penale. Intanto, il giorno prima, il 13 maggio, come detto, Venditti aveva presentato la sua richiesta di conferma, in cui ribadiva di non trovarsi «in alcuna delle cause ostative alla nomina previste dall’avviso e dalla normativa vigente» e «di impegnarsi a comunicare tempestivamente eventuali variazioni circa l’insorgenza di cause di inconferibilità e/o incompatibilità».Ieri, i consiglieri Verda e Marchesini, di fronte alla notizia della perquisizione, sono tornati alla carica: «Non intendiamo entrare nel merito della vicenda penale», ma «le risposte che abbiamo ricevuto sono state sconfortanti: sia il sindaco (appoggiato dai suoi consiglieri di maggioranza) sia il collegio sindacale si sono rifiutati di considerare quanto denunciavamo e hanno dato per scontato che non ci fosse il minimo problema. Oggi emerge incontestabilmente che, invece, il problema esisteva ed esiste e, in termini politici e amministrativi, è enorme e gravissimo».concordato «Una società che gestisce gioco d’azzardo ed è in concordato preventivo per un default di molte decine di milioni è stata amministrata per lungo tempo da un soggetto privo dei requisiti di legge […]. Ci sono tutte le condizioni per un intervento ministeriale diretto a rimuovere gli amministratori comunali e ci sono i presupposti perché si indaghi in termini finanziari sulla gestione della casa da gioco sin qui avvenuta». Per questo i politici chiedono «un passo indietro al sindaco». Il quale, con La Verità, ribatte: «Ho letto delle questioni recentemente sollevate in capo al dottor Venditti che mi hanno assai colpito, data la loro affermata rilevanza e gravità. Non posso, però, che ribadire che ho potuto constatare la professionalità e preparazione tecnico giuridica manifestata nell’ambito dell’incarico svolto, come per tutti gli altri membri dell’organo amministrativo dalla società Casinò. È evidente che, alla luce dei recenti fatti, l’amministrazione comunale, quale socio della casa da gioco, effettuerà le necessarie considerazioni».Verda e Marchesini, con il nostro giornale, rimarcano anche l’esistenza di un’indagine sulla compravendita di medicinali svizzeri effettuata da una farmacia di Campione di cui è socio un imprenditore pavese e concludono con una battuta: «Ogni tanto ci sembra che Campione si trovi in provincia di Pavia anziché di Como». Le indagini dovranno verificare se questi incroci con la città affacciata sul Ticino siano casuali.
(Ansa)
«L'immunità parlamentare serve a garantire libertà di espressione, libertà di azione ai parlamentari, non per vicende che riguardano l'attività delle persone quando non erano ancora parlamentari. Quindi - ha spiegato il ministro degli Esteri - non e' giuridicamente fondata la richiesta della conservazione dell'immunità. Noi siamo garantisti, quindi finchè uno non è condannato non e' colpevole, però non possiamo dare un salvacondotto a Salis. Se fossero cose avvenute durante il mandato parlamentare sarebbe stato diverso, ma in questo caso i reati di cui è accusata sarebbero stati commessi prima della sua elezione in Parlamento quindi è giusto votare contro la conservazione dell'immunità».
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