2025-06-02
Marina Suma: «E pensare che volevo fare la hostess»
Marina Suma (Getty Images)
L’attrice: «Amavo il volo, mi lanciavo pure col parapendio. Alitalia mi chiamò, poi un regista vide le mie foto e mi convinse a girare il primo film. Con Jerry Calà e gli altri di “Sapore di mare” ci teniamo in contatto».Non per ragionare per cliché ma, telefonando alle 3 pomeridiane a Marina Suma e trovandola, con l’estate che si affaccia, in un posto di mare, si trae piacere dalla corrispondenza con l’immaginario. Certo, nel curriculum dell’attrice non c’è soltanto la scena finale di Sapore di mare, campione d’incassi 1983 di Carlo Vanzina, ma anche molte altre cose. Esse sono raccontate in un volume a sua firma, All’inizio sognavo di volare (Editore Frascati e Serradifalco), «un libro di fumetti, una graphic novel che mi ha dedicato il fumettista Marco Sciame. È su di me, sono descritta a fumetti e parlo della mia vita, incontri con i colleghi, film, aneddoti. E alla fine c’è un piccolo book fotografico». Pronto.«Ciao Roberto, come va?».Bene e tu?«Bene, mi trovo qui sull’isola di Salina».Beata te. «Sono fortunata da quando sono nata. I miei genitori sono stati bravi, molto illuminati». Com’è il tempo lì nell’isola?«23-24 gradi, ma la mattina e la sera ti devi coprire perché fa fresco, un po’ umidino, un po’ freddino. Non sai mai come ti devi vestire (ride, ndr). Ma non mi lamento, per carità». I ricordi tornano come onde nel bagnasciuga. Non si può non partire dalla scena finale di Sapore di mare, nella quale tu (che ti chiami Marina anche nel film), dopo 18 anni incontri Luca, Jerry Calà. Torna la storia a Forte dei Marmi dell’estate del 1964 con Abbronzatissima di Vianello e la Vanoni con Senza fine come colonna sonora. Tu lo saluti. Lui ti fa avere un biglietto: «Sei sempre la più bella». Quegli amori scanzonati o amorazzi da spiaggia possono, nell’intimo, lasciare un segno nel tempo? «Certamente. Ti dirò di più. Io ricordo molto di più quelli che vivevo da piccolina, rispetto a delle storie che ho avuto, poi, con il passare del tempo. Il luogo dove vai sempre a fare villeggiatura, dove ti ritrovi tutte le estati con gli amici, vuol dire tanto. Sono cose che racchiudono ricordi - io ovviamente parlo della mia generazione -, magari con un falò sulla spiaggia con gli amici. Era tutto molto più semplice».Si ha l’impressione che la Marina del film si fosse coinvolta in quella storia…«Quella è la scena iconica del film che, secondo me, si basa su quella scena finale, gli sguardi tra me e Jerry». All’epoca avevi 23 anni. Vogliamo ricordare la bionda attrice londinese Karina Huff, che interpretava Susan, purtroppo mancata nel 2016, a 55 anni, a causa di una patologia oncologica? «Karina era una ragazza molto piacevole ed era anche una bravissima ballerina. Si è trovata per caso sul set di Sapore di mare. È stata scelta da Carlo Vanzina. Ci siamo divertiti. Eravamo un gruppone di persone». Sul set nacque qualche flirt vero tra qualcuno dei protagonisti? «Quando giravamo no. Poi, se sia successo dopo, non ti saprei dire…».Nel corso delle riprese Jerry Calà ti ha fatto la corte?«Jerry, diciamo, mi ha fatto la corte, era così, un ragazzo spensierato, molto giovane, che voleva divertirsi. Più che fatto la corte diciamo che andavamo lì tutti insieme in gruppo e ci divertivamo». Vi sentite qualche volta?«Ci siamo visti ultimamente alla presentazione del musical a Roma, Sapore di mare, alla prima al teatro Olimpico. Ci siamo ritrovati, non c’erano proprio tutti. C’eravamo io, Jerry, Cristian (De Sica, ndr), Enio Drovandi, quello che faceva il fotografo, Giorgio Vignali e qualcun altro…». Il tuo primo film, tuttavia, è del 1981, drammatico. Sei protagonista di Le occasioni di Rosa, di Salvatore Piscicelli, un’operaia napoletana che decide di prostituirsi con il consenso del compagno Tonino, per necessità. «Il mio primo film in assoluto. Bella avventura anche questa. Non mi aspettavo tutto quel successo. Non mi aspettavo nemmeno di andare al festival di Venezia e di vincere il David di Donatello (miglior attrice esordiente, ndr), ma anche il Nastro d’argento, il premio Noschese… Ero molto giovane, neanche così cosciente, era quasi un gioco all’inizio…». Attrice per caso o per scelta?«No no, per caso. Io non pensavo di fare l’attrice. Sono stata scelta dal regista che trovò le mie foto per caso in uno studio fotografico a Napoli. Io volevo fare la hostess, volare, viaggiare. Poi la mia vita si stravolse completamente…». Un ricordo della tua infanzia e della tua famiglia? «Sono sempre stata molto determinata, fin da piccola. Mio padre mi ha sempre lasciato fare quello che volevo, mia mamma anche, anche se la mamme fanno più fatica a lasciar andare le figlie… Ho lasciato casa a 16 anni e, da Napoli, sono andata a vivere a Milano. Ho lavorato come fotomodella per delle agenzie di moda a Milano. Da lì mi sono sempre mantenuta da sola. Finite le superiori - ho fatto le magistrali - decisi che volevo lavorare e così è stato».Ma volevi fare la hostess o la modella?«Io la modella già la facevo a 16 anni. A 21 anni l’Alitalia mi chiamò per fare la hostess e nello stesso momento Piscicelli decise che dovevo essere la protagonista del film. Sono stata molto combattuta. Ero un’appassionata degli aerei e del volo».Il papà che professione ha fatto?«L’avvocato, siciliano, di Avola».Terra nota per il «Nero»… «Sì e anche per le mandorle». Hai fratelli o sorelle?«Una sorella, più grande di me, solo 18 mesi di differenza, siamo quasi gemelle». In quale città vivi oggi?«Vivo tra Roma e Napoli». Cosa cambieresti e cosa non cambieresti di Napoli?«È una città unica, anche nelle sue contraddizioni. Probabilmente mi piacerebbe che ci fosse meno caos. Ma il caos fa parte di questa città, piena di energia, colori, vitalità, gioia. Cosa cambi? Non sarebbe più Napoli. Forse vorrei che ci fosse un più di pulizia, ma questo non è solo un problema di Napoli ed è molto migliorata da questo punto di vista… Io a Napoli ci sto molto bene». Quando eri ragazza quali litorali frequentavi?«Frequentavo molto anche la costiera amalfitana, andavamo spesso ad Amalfi, a Positano. Ma le spiagge vicino a Napoli che frequentavamo da ragazzi erano Bacoli oppure Miseno, famosissima, e ci ritrovavamo con tutti i nostri amici». Spiagge all’estero?«L’anno scorso sono stata all’Isola dei famosi e quindi sono andata in Honduras, nelle Cayos Cochinos, le 24 isole dell’arcipelago, abbastanza carine».Com’è stata l’esperienza?«Molto tosta, sia a livello psicologico, sia di adattamento. La volevo fare. Lì ti devi procurare il cibo e pescare, devi mantenere il fuoco acceso. Hai un piccolo spazio insieme a persone che non conosci…».Un po’ di privacy c’è?«No, praticamente non c’è. Solo quando devi andare a fare la pipì e altre cose, cerchi un posto dietro a un albero, a dei cespugli, ma la privacy non c’è. Sei messo molto alla prova».Gli ultimi film cui hai partecipato? «Amici per caso, regia di Max Nardari, presentato anche ai festival di Roma, Miami e a Cannes, dove interpreto Orietta, la mamma di uno dei protagonisti. Si parla con leggerezza dell’omofobia e della crisi tra uomo e donna nella coppia. Poi The big mother, del regista torinese Antonello Altamura, Lento, un corto girato in Irpinia, di Edoardo Sandulli, La ragazza dagli occhi di smalto, due anni fa, regista Anna Linda Ravazzoni e Prima di andare via, di Massimo Cappelli. Poi, a teatro, Clonazione da Tiffany…». Impegnatissima. In giugno sarai al Premio Troisi, al Marefestival, a Salina, dove hai una casa. Nel 2012, vincesti il premio, come protagonista di Stella di mare, che coinvolgeva, come attori, due persone Down.«Girato a Vulcano. Per un certo periodo sono stata rappresentante della Lega del filo d’oro. Molte di queste persone hanno la capacità di inserirsi nella società. Uno dei protagonisti, il ragazzo, è proprio di Vulcano, mentre la ragazza è di Milazzo. A Salina mi sento a casa». Viene spontaneo identificarti come una ragazza solare. Marina, nomen omen. Ma la montagna?«Ti spiego. Io preferisco il mare alla montagna, ma questo s’è capito. La montagna l’ho frequentata. Negli anni Novanta mi lanciavo con il parapendio. Ma nel sangue mi scorre il mare». Sentimentalmente, adesso, sei impegnata?«In questo momento no». Con chi si ha vissuto una storia d’amore che si è conclusa, si può rimanere amici, oppure il ritorno di passione è sempre incombente?«(ride, ndr) Io, con alcuni compagni cui sono stata quando ero molto giovane non sono rimasta in amicizia, alcuni non so nemmeno che fine abbiano fatto. Però, con il tempo, con alcuni di loro mi sono ritrovata. Inizialmente, uno resta un po’ dispiaciuto per un legame che finisce, soffri…». Tuttavia, la vecchia fiamma si può riaccendere?«No, secondo me non si può riaccendere. Quello che è stato è stato. La vita riserva anche sorprese e potrebbe rinascere una bella storia. Ma io ci credo poco».Concretamente, ti è mai capitato un ritorno di fiamma?«No (sorride, ndr)».
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)