2024-09-15
Marina e il banchiere idoli della sinistra che fa sogni proibiti per battere la Meloni
Marina Berlusconi (Getty Images)
I fogli progressisti elogiano l’economista e la figlia di Berlusconi. Pur di inscenare assalti al governo, ormai vale davvero tutto.L’occasione era troppo ghiotta per non sfruttarla contro il governo. Marina Berlusconi la figlia del nemico giurato di sempre, a colloquio con l’uomo paragonato ad una sorta di Gesù bambino dei tempi moderni: il salvatore Mario Draghi. Con loro, Gianni Letta il deus ex machina di un’intera stagione politica che è stato visto uscire dalla casa di Marina Berlusconi poco dopo Draghi. La sua presenza ha scatenato una serie di congetture politiche proprio per il suo ruolo di pontiere tra Mediaset, Forza Italia e le realtà economiche e sociali che contano nel Paese. L’incontro non doveva essere segreto, né era obbligatorio che venisse pubblicizzato. Come ha fatto sapere il portavoce dell’imprenditrice che guida il gruppo Fininvest e Mondadori si è trattato di un «incontro di cortesia pianificato da tempo, che rientra nella prassi di incontri che la presidente Berlusconi svolge in qualità di imprenditore». La presidente non ha mai nascosto le simpatie e la stima per il suo ospite: «Ha restituito il giusto peso a valori come serietà, autorevolezza, europeismo», spiegò già tempo fa in una conversazione con il Corriere della Sera, «con lui ci siamo liberati di molti apprendisti stregoni e siamo tornati all’etica della competenza». E lo stesso Cavaliere ha sempre storicamente tenuto molto in considerazione la figura dell’ex premier, avendolo proposto prima come governatore della Banca d’Italia e poi come presidente della Bce, fino a votare la fiducia al suo Esecutivo presieduto dal febbraio 2021 all’agosto 2022. Così come, negli stessi ambienti, non si nasconde il fatto che l’interlocuzione tra Mario Draghi e Gianni Letta ci sia sempre stata e che proprio negli ultimi tempi si sia particolarmente rafforzata. Questo non significa assolutamente nulla dal punto di vista squisitamente politico. Tra l’altro sia Pier Silvio che Marina non hanno mai mostrato disponibilità o voglia di scendere in campo. Insomma, per le opposizioni in questo momento la famiglia Berlusconi è innocua, e anzi, potrebbe essere sfruttata per tentare una nuova via per demolire l’attuale nemico giurato numero uno: la premier Giorgia Meloni. «L’irritazione di Meloni» scrive Repubblica che rincara così: «Tra Palazzo Chigi e via della Scrofa è scattato l’allarme». Come ci fossero gelosie, quando è normale che un imprenditore di quel calibro abbia interesse a incontrare un ex premier già sostenuto dal partito guidato da suo padre e incaricato oggi di mostrare una via alla ripresa della competitività europea. Eppure è già da un po’ che l’imprenditrice milanese, tra le donne più potenti d’Italia, viene ridisegnata da chi fin qui non ne aveva riconosciuto lo spessore come una specie di idolo progressista. A scatenare una sinistra orfana di leader carismatici, quell’intervista rilasciata al Corriere in occasione del lancio della Silvio Berlusconi Editore. Disse: «Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere». Apriti cielo, da lì in poi non si è fatto che evidenziare questa, che per chi conosce la storia di Marina Berlusconi, non può essere considerata una notizia. I giornali poi, non casualmente si dimenticarono di evidenziare invece le solide e convincenti idee che la avvicinano al centrodestra: «Guardi a quella sorta di malattia autoimmune chiamata cancel culture, secondo cui tutto quello che la nostra civiltà ha costruito è da buttare. Cosa c’è di più preoccupante di una grande cultura che rinnega se stessa?». Non solo Repubblica, anche La Stampa legge, o meglio interpreta la notizia dell’incontro come una minaccia per l’esecutivo Meloni. «L’irritazione di Palazzo Chigi» per il quotidiano torinese deriverebbe da una richiesta che la premier avrebbe fatto per un incontro con Draghi sempre per discutere del rapporto sulla competitività in Europa. L’incontro ci sarà ma non è ancora stato stabilito quando, perché nell’agenda della premier ancora non risulta. Per questo la notizia dell’incontro con Marina Berlusconi sarebbe suonata «disturbante, un’invasione di campo di colei che di fatto controlla le finanze di uno dei due grandi partiti alleati di Meloni». E poi il retroscena insiste sulla presunta rottura tra le due. Si legge: «Che fra Marina e Giorgia, non scorra buon sangue in questo periodo è cosa acclarata», anche se entrambe hanno sempre negato la cosa. E citando la famigerata intervista al Corriere insistono: «Una presa di posizione (quella sui diritti civili, ndr) che avrebbe spinto Palazzo Chigi a guardare con sempre più sospetto all’atteggiamento del partito centrista della coalizione». Per La Stampa quindi l’incontro avrebbe rappresentato «l’ennesimo sgambetto» politico. Il giornale infine cita una fonte di Fratelli d’Italia che avrebbe fatto notare il timing sospetto della diffusione della notizia sull’incontro, non nel giorno stesso, ma due giorni dopo, quando nelle stesse ore, il ministro dell’Economia Giorgetti discuteva dell’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti alle imprese in Europa. E se la suggestione fosse corretta, sarebbe l’ennesima dimostrazione che non esiste nessuno sgambetto politico, ma semplice interesse per l’economia del Paese e dell’Europa, da parte di una famiglia che alla crescita economica contribuisce fattivamente da decenni.