Scenari, grandi manovre sul fronte delle fiere. E a Verona ribaltone in vista dello shopping

Manovre sul fronte del settore fieristico italiano
Grandi manovre nel sistema fieristico italiano che è ripartito dopo il periodo il forzato stop per il Covid (con cali di giro d’affari superiori all’80%).
Ma il boom di presenze registrato tra i padiglioni da gennaio ad oggi non cancella i problemi di un rilancio che passa anche attraverso il rinnovamento delle strutture ed un salto tecnologico-digitale che si è fatto pressante alla luce delle problematiche legate alla pandemia.
Tra l’altro, mentre nel resto d’Europa (specie in Germania) i governi sono intervenuti da subito con cospicui finanziamenti a sostegno delle Fiere, nel nostro Paese i soldi sono arrivati in ritardo e col contagocce. Dunque il gap si è fatto più netto. A nostro favore gioca però la forza del prodotto-Italia ed il contesto attorno alle manifestazioni. Ma non basta.
Da qui il percorso, quasi obbligatorio, delle partnership che sembra trovare nuovo slancio con, ad esempio, Milano che punta ad una fusione con Parma e Vicenza-Rimini che continua a guardare a Bologna.
LA PERLA DEL NORDEST
Ma poi c’è la “perla” del Nord est ovvero la Fiera di Verona, dove passano manifestazioni di caratura internazionale come Vinitaly ma non solo. Verona da tempo si sta guardando attorno. Bloccato un discutibile accordo con Milano su una costola del Vinitaly, e sfumata l’intesa con Vicenza ha anche percorso la strada di una forte partnership con Parigi.
Tutte strade che non hanno sortito, al momento, risultati concreti e che mettono Verona nella situazione di dover pensare allo shopping ma anche di essere preda. Da qui un ribaltone che ha però all’origine un diverso equilibrio tra le forze propulsive della città ed il recentissimo nodo- alleanze in vista delle lezioni comunali. Il risultato è il cambio alla presidenza, alla direzione generale (con lo “storico” Giovanni Mantovani in uscita) e la creazione di un amministratore delegato.
Il cambio alla direzione generale è comunque il perno di una intesa portata avanti dal Comune di Verona principale azionista della Fiera con quasi il 40% e la Fondazione Cariverona con il suo 24%, ma anche da altri soci forti come Camera di Commercio, Banco BPM e Cattolica Assicurazioni.
NUOVO VERTICE
A VeronaFiere si va dunque verso un vertice tutto nuovo con Federico Bricolo presidente e Maurizio Danese Amministratore Delegato. Il principale sponsor di Bricolo è l’attuale sindaco Federico Sboarina, che ha dovuto superare le resistenze di coloro che spingevano per andare con la nomina a dopo le elezioni comunali.
D’altra parte Bricolo è un uomo forte della Lega, di cui è anche responsabile elettorale per le prossime amministrative. E con questa nomina il sindaco Sboarina cerca di ricucire lo strappo con Salvini dopo la sua adesione a Fratelli D’Italia. Il leader leghista infatti, durante una visita a Verona, aveva pubblicamente elogiato il sindaco, facendo intendere che fosse molto vicino al Carroccio. Come tutta risposta Sboarina, pochi giorni dopo aveva annunciato la sua adesione a Fratelli d’Italia con tanto di plauso ufficiale dalla leader Meloni.
Da qui il grande gelo Sboarina-Lega con quest’ultima fredda sulla ricandidatura alla poltrona di sindaco. A complicare le cose la decisione di Forza Italia di appoggiare Tosi. Ora, con le amministrative da un passo, la mossa Bricolo potrebbe spianare la strada ad una pace Sboarina-Lega.Ma torniamo alla Fiera: Bricolo come presidente della Fiera prenderà il posto proprio di Maurizio Danese, destinato a diventare amministratore delegato. Danese, imprenditore e presidente di Aefi (l’associazione delle fiere italiane) è ben visto dai soci forti.
Come pure il nuovo dg che dovrebbe essere Flavio Piva, presidente della Bcc di Verona e Vicenza. Le nomine dovrebbero avvenire il 17 maggio, alla prossima assemblea per l’approvazione del bilancio della fiera.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!













