2019-04-14
Manifesto sovranista della Meloni.15 pilastri per un’altra Europa
Termina oggi la due giorni torinese. Fdi definisce l'agenda per le elezioni.Con l'inno di Mameli, cantato da tutti rigorosamente in piedi, è partita ieri dal Lingotto la Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia con cui la leader Giorgia Meloni presenta candidati e programma per le elezioni europee del 26 maggio. Due giorni a Torino perché è «un luogo simbolo della produzione e delle imprese che chiedono sviluppo, meno tasse e meno burocrazia». Presenti oltre 2000 delegati, di cui oltre 1.300 eletti in 850 seggi, chiamati a discutere e approvare un «Manifesto sovranista e conservatore» composto da 15 punti ben evidenziati dai pannelli che compongono la scenografia azzurra nel grande padiglione 1: Italia da rispettare in un'Europa da rendere confederale, meno tasse e burocrazia e stop austerità, favorire l'economia reale rispetto a quella finanziaria, difesa del Made in Italy, natalità, lotta alla povertà, controllo dell'immigrazione, sicurezza, identità cristiana. Un programma che la Meloni porterà avanti con i suoi candidati in lista nei 4 collegi: nel nordest Sergio Berlato, ex europarlamentare di An; nel nordovest Francesco Alberoni; al centro il sindaco di Terracina, Nicola Procaccini; al sud Caio Giulio Mussolini. Nessuna conferma sulla presenza in lista della neo transfuga da Fi, Elisabetta Gardini. Ma l'obiettivo che si pone la leader di FdI con il voto europeo è anche cambiare il governo nazionale. «In Europa per cambiare tutto, perché noi abbiamo bisogno di un'Europa che sappia difendere l'interesse nazionale italiano e non solamente quello francese e tedesco, e si può fare votando Fratelli d'Italia perché la nostra collocazione in Europa è la più strategica per questo obiettivo. In Italia, anche», ha detto la Meloni, «intendiamo cambiare tutto, a partire dal governo del cambiamento. Pensiamo che se gli italiani ci daranno una mano alle prossime elezioni europee e se ci sarà la consapevolezza che c'è un'altra maggioranza possibile, allora sarà possibile anche un governo senza M5s». Insomma la leader del partito è decisa: «Deve essere chiaro che non andiamo in Europa per limare qualche direttiva, ma a ricostruire la configurazione europea dalle sua fondamenta. Vogliamo un'Europa nella quale si faccia insieme la politica estera ma gli Stati nazionali siano liberi di decidere la lunghezza delle zucchine e non ci siano oscuri burocrati che decidono tutti per noi. Questo si può fare se Fratelli d'Italia diventa una presenza importante in Europa». Un obiettivo che piace anche all'applaudito governatore della Liguria, Giovanni Toti, ospite d'onore ed unico esponente esterno al partito che «apre» chiaramente a Fdi: «Fdi è il movimento che nel centrodestra si è dimostrato più aperto. Plaudo la scelta di Torino come segnale di sostegno alle imprese e allo sviluppo. Qui avete lanciato il vostro “manifesto sovranista e conservatore". Questo è il mio mondo. Ma per declinare quel messaggio di orgoglio nazionale a noi così caro dobbiamo rilanciare un sistema in grado di sfidare i nostri concorrenti. La competizione sarà globale e dobbiamo vincere in quello sport». Poi l'impegno: «Alle europee voterò Silvio Berlusconi. Da qui al 26 maggio non mi muovo, continuo a fare il governatore e dire la mia. Ma dopo il voto sarò al lavoro per la creazione di un nuovo centrodestra, una reale forza repubblicana. Su questa linea trovo che Fratelli d'Italia sia il partito più disponibile, il più vicino a me». Promessa suggellata con un selfie dal palco con la presidente. Del resto la Meloni è stata chiara sugli alleati storici, Forza Italia e Lega. «Io considero la Lega un movimento populista, non un movimento sovranista. E anche alcune scelte che sta facendo il governo tutto sono meno che sovraniste». Sul rapporto con FI nessun dubbio: «Un rapporto di leale competizione, come con la Lega. Sono elezioni con sistema proporzionale e ogni partito conta per sé. Certamente ci distanzia da Fi più che dalla Lega il rapporto con l'Europa perché la posizione di Fi è più conservativa rispetto all'attuale assetto, mentre la nostra è rivoluzionaria». Questa mattina, prima delle conclusioni di Giorgia Meloni, sono previsti gli interventi del presidente del Family Day Massimo Gandolfini, dell'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti; del direttore Mario Giordano e di Giampaolo Rossi, consigliere d'amministrazione della Rai.
Papa Leone XIV (Getty Images)
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