2024-02-03
Manette e guinzagli si usano pure da noi. E a diffonderli è stata la sinistra
I dispositivi applicati all’anarchica Ilaria Salis durante l’udienza in Ungheria sono in dotazione alla penitenziaria italiana.In Italia proseguono le geremiadi per il «guinzaglio» con cui è stata condotta in aula dalla polizia ungherese la presunta cacciatrice di neonazisti Ilaria Salis. Come se nel resto del mondo quel materiale per trasportare i detenuti non fosse comune. In Italia l’opinione pubblica rimase scioccata per l’ingresso in tribunale dell’ex portavoce della Democrazia cristiana Enzo Carra in aula con le manette in vista, in mezzo a due carabinieri. Da allora i detenuti italiani non hanno più dovuto subire tale onta, almeno di fronte al giudice. Infatti per gli spostamenti è cambiato poco o nulla. Salvo la divisa degli accompagnatori: all’epoca gli uomini dell’Arma, da fine millennio scorso gli agenti della polizia penitenziaria. C’è stato anche un altro cambiamento: i vecchi schiavettoni con le catene sono stati sostituiti con la versione moderna. Il termine tecnico usato in Italia è Chubb locks custodial, dal nome dell’azienda inglese che li produce. È il tipo di manette che è stato mostrato ai polsi della anarco-antagonista pluripregiudicata Salis a Budapest. «In Italia si usano da tempo», conferma alla Verità l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. E infatti l’acquisto risale a circa diciassette anni fa. Il contratto, a quanto ci risulta, anche se al ministero della Giustizia ieri non hanno saputo darci informazioni certe, è datato dicembre 2006. Un ex alto ufficiale della polizia penitenziaria ricorda che la costosa fornitura riguardava circa 2.000 dispositivi, ma di più non riesce ad aggiungere. Al governo c’era Romano Prodi e il ministro della Giustizia era proprio Mastella. «La mia nomina risale al mese di luglio e non ricordo quell’appalto», afferma l’ex Guardasigilli, che liquida così la questione: «Gli acquisti per gli equipaggiamenti li dispongono i direttori dei dipartimenti e onestamente ricordo i loro nomi ma decisamente non ricordo i loro acquisti». Fatto sta che, dopo l’abbandono degli schiavettoni, si è passati alle manette modulari multiple con relativo cavo, il tanto vituperato «guinzaglio». Già nel 1998, una circolare del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, spiega che fanno parte dell’equipaggiamento del nucleo traduzioni e piantonamenti anche «le manette modulari multiple di cui al decreto del ministro di Grazia e giustizia del 18 marzo 1993», che dovranno sostituire i «ferri di sicurezza con lucchetto e catena».Nel documento si dispone anche, dopo il caso Carra, che «nelle traduzioni sono adottate le opportune cautele per proteggere i detenuti o gli internati dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità nonché per ridurne i disagi». Per il collaudo dei nuovi dispositivi di sicurezza bisogna attendere il 2008. Il premier è Silvio Berlusconi, ma sotto il suo governo il materiale resta chiuso negli armadietti. Per vederlo utilizzato occorre aspettare quasi quattro anni e l’arrivo a Palazzo Chigi del super liberale Mario Monti: infatti le manette vengono distribuite agli agenti nel 2012, quando il ministro della Giustizia Paola Severino riorganizza il sistema delle traduzioni, consentendo allo Stato di risparmiare qualche milioncino. Magari anche grazie alle manette modulari multiple. La circolare del Dap del 2013 sul nuovo modello operativo del servizio delle traduzioni e dei piantonamenti le cita espressamente come dotazione dell’equipaggiamento del personale. Nel paragrafo sui mezzi di coercizione fisica viene spiegato che «per l’applicazione delle manette modulari multiple devono essere impiegate due unità di personale, una delle quali effettua l’operazione mentre l’altra vigila pronta per eventuali interventi; l’operatore che applica le manette non si pone mai in posizione frontale rispetto al detenuto al fine di evitare che lo stesso possa colpirlo al viso con azione improvvisa delle mani dal basso verso l’alto; parimenti evita di porsi verso il traducendo con il fianco sul quale ha posizionata l’arma individuale al fine di evitare una eventuale sottrazione; dopo l’applicazione l’operatore innesta il nottolino di arresto ovvero di sicurezza». E compare anche un riferimento ai cavi: «Durante i brevi trasferimenti a piedi, il traducendo è tenuto sempre in posizione centrale rispetto alle due unità di scorta che mantengono salda la presa sugli estremi dei cavi di cui sono dotate le manette modulari onde evitare improvvise reazioni da parte del soggetto. Qualora particolari circostanze lo consiglino, i cavi possono essere tenuti da un solo componente della scorta, mentre l’altro trattiene il detenuto per il braccio». Nel 2022, con il governo di Super Mario Draghi e con il ministero della Giustizia guidato da Marta Cartabia, se ne sollecita addirittura l’impiego. Anche in questo caso è una circolare del Dap, Settore IV, Gestione tecnico logistica dell’armamento, munizionamento, equipaggiamento e vestiario, che dispone «l’uso delle manette del tipo Chubb locks custodial». Il direttore dell’ufficio, il generale di brigata Ernesto Cimino, fa una «ricognizione» del materiale a seguito di una segnalazione ricevuta dal coordinatore del nucleo traduzioni e piantonamenti della casa circondariale della Spezia che lamentava la rottura «di una manetta modulare del tipo Chubb locks custodial». È l’occasione per chiedere a tutti i comandanti di reparto, ai coordinatori e ai comandanti dei nuclei traduzioni e piantonamenti «un attento controllo dei kit». Ma, soprattutto, il direttore ricorda a tutti di averne disposto l’uso «non essendo ipotizzabile quanto riscontrato in diverse sedi, ovvero un uso nullo o del tutto sporadico delle stesse (le manette Chubb locks, ndr) fornite dall’Amministrazione con impegno di spesa pubblica e a seguito di specifiche procedure di gara e collaudo». E specifica: «Non possono pertanto essere astrattamente prese in considerazione generiche valutazioni sulle nuove forniture, frutto di considerazioni personali, ad esempio circa la maneggevolezza, trattandosi di materiale di equipaggiamento/dotazione dell’Amministrazione penitenziaria ed essendo indubbio che un mancato uso può comportare deterioramento e un conseguente pregiudizio per l’amministrazione». E per rendere corrente l’uso delle Chubb locks ha anche fatto sapere che «è in corso [...] l’effettuazione di corsi destinati al personale dei nuclei traduzione e piantonamento, anche al fine di assicurare la continuità dell’addestramento sulle tecniche operative, altresì con riferimento all’utilizzo dei kit indicati». All’ufficio dovevano essere arrivate diverse richieste di chiarimenti proprio su quel materiale e il direttore, richiamando una sua nota del 9 settembre 2022, precisa «che la direttiva emessa dallo scrivente [...] non esclude la possibilità di contestuale impiego delle altre tipologie di manette modulari fornite dall’Amministrazione penitenziaria, purché idonee, non essendo state le stesse dichiarate fuori uso».«Quando quel tipo di manette fu consegnato non indicarono l’uso compatibile con la tipologia di detenuto», ricorda un comandante del nucleo traduzioni e piantonamento, che spiega alla Verità: «È ovvio che detenuti in alta sicurezza e anche in media sicurezza possono risultare pericolosi e questo tipo di manetta garantisce maggiore sicurezza. L’impiego è a discrezione del direttore del carcere, del caposcorta e del comandante del nucleo che sceglie l’armamento e il materiale per la traduzione». Inoltre, spiega ancora, «è il provveditore regionale a disporre a livello distrettuale le disposizioni ad hoc per questo tipo di manette».In conclusione le polemiche sull’uso del cavo per condurre in aula la Salis risultano un po’ pretestuose se si considera che in Italia, con l’Ulivo al governo, sono state acquistate manette simili e che queste sono state impiegate per la prima volta con Monti e che il loro uso è stato incentivato niente meno che durante l’ultima età dell’oro, quando alla guida del Paese c’era Super Mario Draghi. Magari adesso il «guinzaglio» diventerà il dress code degli intellettuali engagé nelle serate organizzate per canticchiare insieme le canzoni del Festival di Sanremo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.