
Ecco gli elementi alla base della richiesta d'arresto del pm di Roma, Stefano Fava, per i quattro noti professionisti (sponsorizzati dai giallorossi) bocciata dai suoi superiori. Lo «scambio» con una docenza universitaria.Il collegio sindacale di Acea, il colosso dell'energia e dell'acqua di Roma Capitale, avrebbe affidato due consulenze fotocopia a una società di revisione internazionale e a un commercialista pugliese. Ma quest'ultimo sarebbe stato ingaggiato in cambio di favori. Erano queste le ipotesi accusatorie per cui l'allora pm romano Stefano Fava nel dicembre 2018, chiese ai suoi superiori l'arresto in carcere per quattro professionisti eccellenti. Un'istanza che l'allora procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, e i suoi vice, bocciarono. Scatenando forti tensioni all'interno dell'ufficio. A decidere di dare quegli incarichi gemelli sarebbero stati l'ex presidente di Acea, l'avvocato genovese Luca Lanzalone, manager sponsorizzato dai 5 stelle e arrestato per corruzione nel giugno 2018 nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma, e due commercialisti di fama, Enrico Laghi (nominato dai governi Renzi e Gentiloni come commissario straordinario di Ilva e Alitalia) e Corrado Gatti (revisore di aziende come Leonardo, Atlantia e Alitalia), rispettivamente ex presidente del collegio dei sindaci e sindaco di Acea. Il beneficiario sarebbe stato, invece, Marco Lacchini, commercialista leccese trapiantato a Roma. Per tutti e quattro, come detto, Fava chiese le manette.Ma ricostruiamo nel dettaglio la vicenda che portò il sostituto procuratore allo scontro con i suoi capi. Tra fine 2017 e inizio 2018, Lacchini ricevette da Acea tre consulenze. Il 27 ottobre di tre anni fa l'azienda gli affidò la redazione per conto del collegio sindacale di un parere per la «realizzazione di un'analisi di ragionevolezza sui contenuti economici dei contratti infragruppo, già oggetto di verifica condotta da Pwc (PricewaterhouseCoopers) e Gartner», pagato 32.760 euro; il 9 febbraio 2018, Acea chiese a Lacchini, a corredo della prima consulenza, «un'attività integrativa riferita allo svolgimento di approfondimenti circa l'analisi di ragionevolezza sui contenuti economici dei contratti infragruppo tra Acea e le sue controllate/partecipate», pagata 20.000 euro; infine il 21 dicembre 2017, venne concordato con Lacchini un terzo incarico che, però, non venne perfezionato. A inizio 2019, in una nota inviata al procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli, Fava scrive: «Deve evidenziarsi che i primi due incarichi affidati a Lacchini sono del tutto privi di giustificazione economico/aziendale, posto che gli stessi costituiscono una mera replica di un'attività di revisione già svolta da PricewaterhouseCoopers e Gartner primaria società internazionale di revisione contabile; tale circostanza, ben nota al collegio sindacale, dunque costituisce un evidente indizio della pretestuosità dei suddetti incarichi, aventi come unica finalità quella di creare uno schermo di legittimità alle dazioni di denaro di Acea a Lacchini, in cambio, ovviamente, delle utilità costituite». E quali erano queste utilità? Lacchini era uno dei due referenti del corso di studio in management dell'università di Cassino in cui Lanzalone avrebbe dovuto ricevere un incarico di docenza a titolo gratuito. Ma per Fava era prevista un'ulteriore attività da parte di Lacchini: «La prestazione richiesta da Gatti e da Laghi a Lacchini è consistita nella intercessione del Lacchini medesimo presso l'avvocato Ussani al fine di “indirizzare" l'andamento del concordato preventivo e delle udienze prefallimentari della Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori spa della quale entrambi i soggetti erano stati presidente (Gatti) e consigliere del Cda (Laghi)». Insomma in cambio delle consulenze Lacchini avrebbe garantito un incarico universitario a Lanzalone e un'intermediazione a favore di Gatti e Laghi. E la possibilità di ricondurre il conferimento di questi incarichi «all'accordo corruttivo», per Fava, poteva «essere rinvenuta nel contenuto delle intercettazioni». L'1 settembre 2017, in una di queste chiamate, Lacchini «non solo propone al Lanzalone l'assunzione di incarichi di insegnamento presso una delle università nelle quali è docente, ma riferisce di aver pensato a lui proprio in relazione alla carica che lo stesso aveva appena assunto in Acea». Passano due settimane e «Lanzalone riferisce a Lacchini di aver parlato con Laghi e che entrambi - dopo alcune considerazioni su Atac ed Acea - avrebbero pensato di coinvolgerlo in ordine a delle valutazioni di “framers" sui contratti di servizi che hanno in essere con le amministrazioni». Per Fava le due telefonate sono collegate e rappresentano un chiaro «scambio di favori». Il 22 novembre «Lanzalone dice a Lacchini di aver visionato "il suo lavoro", aggiungendo che “è perfetto" e di averlo passato al collegio sindacale». Di fronte questa conversazione Fava commenta: «Se è vero che gli incarichi di consulenza affidati al professore avrebbero dovuto essere svolti nell'interesse del collegio sindacale non si comprende la particolare attenzione del presidente di Acea che, in maniera del tutto anomala, prima visiona il lavoro del consulente e poi lo invia, tramite il suo staff, all'asserito diretto interessato organo di vigilanza con il quale non dovrebbe avere alcun rapporto di cointeressenza essendo (Lanzalone, ndr) il soggetto da controllare». Ma l'intercettazione instilla nel magistrato altri sospetti. In essa infatti il commercialista informa il presidente di Acea che sono uscite le nuove linee guida Authority anticorruzione e di rimando l'avvocato genovese fa sapere all'interlocutore «di volergli dare subito l'incarico proprio per ottemperare agli obblighi». Il commercialista «conclude dicendo a Lanzalone di avergli mandato il link per l'università […]». Per Fava «l'espresso invito di Lacchini a Lanzalone di avere cura di visionare il link per l'università, immediatamente dopo la comunicazione della futura proposta di collaborazione, appare pienamente riconducibile a quel rapporto sinallagmatico (di do ut des, ndr) instauratosi tra i due soggetti».Ci sono infine i messaggi di posta elettronica, per cui Fava aveva deciso di contestare la turbativa d'asta per la prima delle tre consulenze ottenute da Lacchini. Nell'occasione il commercialista aveva proposto all'azienda una parcella di 45.000 euro, un secondo collega di 52.000 e un terzo, Giovanni Fiori, di 39.000. A questo punto la segreteria del collegio sindacale «richiedeva via mail a Lacchini un adeguamento dell'offerta “proponendo un allineamento di quest'ultima all'importo inferiore di euro 39.000,00 più oneri di legge", ossia pari alla cifra offerta dal professor Fiori che fino a quel momento risultava essere economicamente la più vantaggiosa». Lacchini si adeguò immediatamente. Per Fava era la prova che quell'incarico dovesse andare a lui e a nessun altro.
Alessia Pifferi (Ansa)
Cancellata l’aggravante dei futili motivi e concesse le attenuanti generiche ad Alessia Pifferi: condanna ridotta a soli 24 anni.
L’ergastolo? È passato di moda. Anche se una madre lascia morire di stenti la sua bambina di un anno e mezzo per andare a divertirsi. Lo ha gridato alla lettura della sentenza d’appello Viviana Pifferi, la prima accusatrice della sorella, Alessia Pifferi, che ieri ha schivato il carcere a vita. Di certo l’afflizione più grave, e che non l’abbandonerà finché campa, per Alessia Pifferi è se si è resa conto di quello che ha fatto: ha abbandonato la figlia di 18 mesi - a vederla nelle foto pare una bambola e il pensiero di ciò che le ha fatto la madre diventa insostenibile - lasciandola morire di fame e di sete straziata dalle piaghe del pannolino. Nel corso dei due processi - in quello di primo grado che si è svolto un anno fa la donna era stata condannata al carcere a vita - si è appurato che la bambina ha cercato di mangiare il pannolino prima di spirare.
Toga (iStock). Nel riquadro, Roberto Crepaldi
La toga progressista: «Voterò no, ma sono in disaccordo con il Comitato e i suoi slogan. Separare le carriere non mi scandalizza. Il rischio sono i pubblici ministeri fuori controllo. Serviva un Csm diviso in due sezioni».
È un giudice, lo anticipiamo ai lettori, contrario alla riforma della giustizia approvata definitivamente dal Parlamento e voluta dal governo, ma lo è per motivi diametralmente opposti rispetto ai numerosi pm che in questo periodo stanno gridando al golpe. Roberto Crepaldi ritiene, infatti, che l’unico rischio della legge sia quello di dare troppo potere ai pubblici ministeri.
Magistrato dal 2014 (è nato nel 1985), è giudice per le indagini preliminari a Milano dal 2019. Professore a contratto all’Università degli studi di Milano e docente in numerosi master, è stato componente della Giunta di Milano dell’Associazione nazionale magistrati dal 2023 al 2025, dove è stato eletto come indipendente nella lista delle toghe progressiste di Area.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.






