2019-03-23
Macron prova a fare il gradasso sulla Tav. Il premier tiene botta
Vertice bilaterale a margine del consiglio europeo. Il francese: «Non ho tempo da perdere». La replica: «Si parlino i ministri».Tra schermaglie e stoccate reciproche, Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron hanno animato gli «eventi collaterali» del Consiglio europeo che si è concluso ieri a Bruxelles, dove a tenere banco, inevitabilmente, è stato il caso Brexit, problema talmente gigantesco da far passare in secondo piano qualunque altra questione. Le elezioni europee però incombono, e Italia e Francia sono ormai, volenti o nolenti, i simboli di due visioni contrapposte dell'Europa che verrà. Il governo italiano sta tentando di scardinare quelle ipocrisie e quel dirigismo tecnocratico che ha caratterizzato la politica della Commissione europea, mentre quello francese si caratterizza come l'alfiere del mantenimento dello status quo. Inevitabili, quindi, accenni di reciproca polemica nelle riflessioni del nostro premier Conte e del presidente francese Macron, che si sono intrattenuti in un vertice bilaterale a margine del Consiglio.È stata la Tav l'argomento principale del botta e risposta tra i due leader. «Abbiamo avuto un buono e proficuo incontro», ha detto Conte al termine del bilaterale con Macron, durato mezz'ora «abbiamo anche parlato di Tav, abbiamo condiviso un metodo, riferiremo ai nostri rispettivi ministri competenti, Toninelli e Borne, che avranno il compito di analizzare i risultati dell'analisi costi-benefici e su quella base aprire una discussione, una discussione aperta».Alla consueta moderazione del nostro premier, Macron ha scelto di rispondere con toni poco eleganti, che dimostrano un certo nervosismo. Già prima del vertice, il presidente francese era stato tranchant: «Sulla Torino-Lione», aveva detto Macron, «la Francia ha sempre avuto la stessa posizione, adesso è un problema italo-italiano, io penso che i temi europei sono sufficientemente importanti, come la Cina, le questioni commerciali e industriali, il nostro avvenire comune. Ritengo», aveva aggiunto Macron, «che ogni volta che ci sono dei temi di divisione nazionale o domestici di un paese al Consiglio europeo si perde del tempo e io non ne ho molto da perdere». Ieri, dopo le dichiarazioni di Conte, l'Eliseo ha fatto sapere che «dopo l'avvio dei bandi, sulla Tav la Francia va avanti». Successivamente è stato lo stesso presidente francese a chiarire la sua posizione: «Con il premier Conte», ha sottolineato Macron, «abbiamo parlato di diversi temi, sulla Tav mi ha comunicato gli interrogativi e l'analisi costi-benefici, e gli ho ricordato che abbiamo un impegno intergovernativo e che ci sono degli impegni e dei testi internazionali che ci legano e ci legano all'Ue. Gli ho detto che la ministra dei trasporti francese è disponibile ad avere uno scambio con il suo omologo italiano».«Ho letto», ha replicato Conte, spegnendo sul nascere ogni polemica, «la smentita francese, che riguarda la redistribuzione delle risorse economiche, ma io non ho parlato di quello: io ho parlato dell'analisi costi- benefici. Ho detto che l'abbiamo affidata ai rispettivi ministri competenti, il ministro delle Infrastruttture Danilo Toninelli e, da parte francese, Elisabeth Borne, ministro dei Trasporti. Loro avranno adesso il compito di condividere i risultati, l'analisi costi-benefici, e di là si aprirà una discussione. È prematuro fare altre valutazioni: dobbiamo condividere prima questi risultati. L'importante», ha aggiunto Conte, «è che ovviamente si aprirà un tavolo tecnico su questo punto, con i ministri competenti che apriranno un'istruttoria».Molto più soft il dialogo tra Conte e Macron sul superamento della «dottrina Mitterrand», che permette a molti terroristi italiani di fare la bella vita in Francia senza pagare per i delitti commessi: «Con Macron», ha spiegato il nostro premier, «abbiamo parlato anche dei latitanti che sono in Francia, e abbiamo condiviso il fatto che i nostri ministri della Giustizia su questo si incontreranno. Io gli ho chiesto di superare la dottrina Mitterand. Lui ha detto che si incontreranno anche su questo i ministri e valuteranno dal punto di vista tecnico, anche su questo ha dimostrato apertura. Non abbiamo parlato di casi specifici», ha precisato Conte, «noi diamo direttive e indicazioni e lasciamo la competenza ai ministri della Giustizia». «L'argomento», ha confermato l'Eliseo, «è stato affrontato semplicemente per dire che serve una collaborazione tra i ministri della Giustizia».Infine, la Brexit. La situazione è ancora in alto mare: dal vertice dei 27 è arrivato il via libera a una proroga fino al 22 maggio se i Comuni approvano l'intesa, ma se questa dovesse essere bocciata Londra dovrà decidere entro il 12 aprile come procedere. Nel Regno Unito la petizione per restare nell'Ue ha superato i 3 milioni di firme: «Il destino della Brexit», ha detto il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, durante la conferenza stampa finale, «è nelle mani dei nostri amici britannici, noi siamo pronti allo scenario peggiore ma speriamo nello scenario migliore. Restiamo determinati a ottenere l'accordo migliore possibile», ha aggiunto Tusk, «ma tutto è in mano al Parlamento britannico, a Theresa May e al suo governo». Le incertezze sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea hanno appesantito le borse: Parigi e Londra hanno perso ieri il 2%, Francoforte l'1,6%, Milano l'1,38%.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)