2024-04-30
Inserito l’aborto in Costituzione, Macron passa all’utero in affitto
Il ministro della Famiglia transalpino si dice possibilista sulla maternità surrogata, pratica vietata anche nel suo Paese. Il leader dell’Eliseo si dice europeista, ma l’Europarlamento ha cassato la Gpa e lui tira dritto.«Discorsi omofobi», che possono mettere «in pericolo i bambini». Così in Francia il ministro delegato per l’Infanzia, la Gioventù e le Famiglie, Sarah El Haïry, ha commentato la domanda posta da Marion Maréchal (nipote di Marine Le Pen, con cui in passato condivideva anche il cognome) a Simon Porte Jacquemus, celebre stilista francese, e al marito Marco Maestri, i quali hanno di recente annunciato la nascita di due gemelli, Mia e Sun. «Dov’è la mamma?», aveva chiesto l’ex braccio destro di Marine nel Front National (dal 2018 rinominato Rassemblement National), oggi candidata nel partito di Éric Zemmour, sotto al post in cui la coppia gay ha svelato al mondo l’arrivo dei figli: una foto che ritrae i piccoli in ospedale, con il braccialetto ai polsi indicante il loro nome. Da cui si deduce che, non molto tempo prima che l’istantanea fosse scattata, una donna doveva pur averli partoriti. Un interrogativo legittimo, pertanto, eluso già dalla didascalia: «Benvenuto sulla Terra, nostro amore. Ti amiamo tanto. Il nostro sogno si è avverato con te. Papa Marco e Papa Simon». E la mamma? La domanda sorge spontanea.«Sono il ministro di tutte le famiglie», ha insistito Sarah El Haïry. «Famiglie al plurale, con un padre e una madre, due papà, due mamme, un padre, una sola madre, di un bambino adottato o avuto dalla propria carne e dal proprio sangue». La donna, nata in Francia ma di origini marocchine, ha svelato nel 2023 di essere omosessuale e, più tardi, di essere rimasta incinta attraverso la procreazione medicalmente assistita. In altre parole, si è dichiarata ministro anche della sua famiglia. Non si capisce, però, in che cosa consista l’omofobia di Marion Maréchal, visto che la Gpa (gestazione per altri) è illegale in Francia come lo è in Italia.Inoltre, proprio una settimana fa l’Europarlamento ha dato il via libera a una legge che «criminalizza a livello europeo anche il matrimonio forzato, l’adozione illegale e lo sfruttamento della maternità surrogata». Una dicitura che - è vero - non dice una parola definitiva sul caso della Gpa solidale, che comunque resta interdetta Oltralpe. E che, per quanto ponga problemi etici analoghi, rimane statisticamente irrilevante.L’uomo che vorrebbe salvare l’Europa, Emmanuel Macron, ha nel suo governo membri pronti a infrangere l’ennesimo tabù, per altro interdetto anche dall’Ue (per la nuova direttiva manca solo il passaggio formale dal Consiglio). Dopo l’aborto in Costituzione, assurto al rango di diritto inviolabile, e la legge sul fine vita, che con la conclusione dei lavori della Convenzione cittadina comincia ora il suo iter parlamentare (l’approvazione è prevista non prima del 2025), la finestra di Overton si allarga anche sulla Gpa. Negata in passato dallo stesso presidente, che l’ha definita una «linea rossa» in quanto «mette in discussione la dignità del corpo della donna e la sua mercificazione», ora quella linea rischia surrettiziamente di passare da rossa a gialla. Con i progressisti pronti, al momento giusto, a farla diventare verde. Interrogata sulla possibilità che la maternità surrogata diventi un giorno legale anche in Francia, Sarah El Haïry ha risposto che il tema è «difficile da affrontare perché è strumentalizzato dagli estremi». Il ministro tuttavia desidera «che si esca dall’ipocrisia», al fine di «proteggere i bambini e i loro diritti», e auspica che un giorno «nel Paese ci sia la preparazione per affrontare questo dibattito». Con la scusa di difendere i diritti dei bambini già nati, si riconosce quindi indirettamente una pratica, per il momento condotta all’estero, che lede la dignità delle donne e nega ai bambini del futuro il diritto di avere una madre. Eppure, l’unico fatto che cattura l’attenzione della maggioranza di governo è la presunta omofobia di Marion Maréchal. «Ancora una volta non perde l’occasione per fare un commento disgustoso su una famiglia e dei bambini», ha scritto su X Clément Beaune, deputato ed ex ministro dei Trasporti. Prisca Thévenot, portavoce del governo, ha invece parlato di «omofobia sfrontata» e «allucinante». «Due papà. Che si amano e amano questi bambini. È bello così», ha aggiunto l’ex ministro del Lavoro, Olivier Dussopt.Che non si tratti dell’idea peregrina di un ministro, lo confermano anche alcune dichiarazioni riportate ieri dal quotidiano cattolico La Croix. «Il dibattito non è chiuso», ha affermato domenica il ministro della Giustizia, Éric Dupond-Moretti, che è anche uno dei padri della legge sulla procreazione medicalmente assistita. Pur affermando di temere una mercificazione del corpo femminile, il ministro ha spiegato che su questi grandi temi il dibattito rimane aperto «perché la società evolve». Bruno Le Maire, ministro dell’Economia e contrario alla Gpa per lo stesso motivo, lo scorso gennaio si era detto «toccatissimo» dalla storia di «una coppia di amici molto stretti», ammettendo di essere in fase di «riflessione».Mentre l’economia francese è nel pieno di una crisi di competitività, il ministro Le Maire ha di che riflettere sulla compravendita di bambini. E Macron è pronto a salvare l’Europa.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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