2020-03-27
Il commissario alle mascherine ammette: «La metà arriverà a emergenza finita»
Domenico Arcuri gela i governatori: lo Stato non riuscirà a fornire i materiali medici necessari entro il termine della crisi. Alle Regioni non resta che far da sole, se possono. Il governo di Giuseppe Conte ha fallito nelle decisioni per contrastare l'emergenza coronavirus in Italia. E questa a volte a dirlo non è un politico dell'opposizione o un giornalista, ma Domenico Arcuri, il commissario straordinario scelto proprio da Conte per migliorare una situazione che invece sembra peggiorata. A quanto risulta alla Verità, infatti, ieri mattina il manager di Invitalia ha spiegato che le gare fatte partire da Consip a inizio marzo per la produzione di mascherine, ventilatori, tamponi e test del valore di 500 milioni di euro si dimostreranno inutili. Metà dei prodotti arrivati arriverà a fine emergenza. «Ho preso atto», ha detto Arcuri incalzato dai governatori e dai rappresentanti regionali, «che il 50% degli 8.000 ventilatori aggiudicati verrà consegnato, forse, alla fine dell'emergenza. L'altro 50% stiamo cercando di pianificarlo e di portarvelo in tempi adeguati. Sennò andiamo nei guai tutti». È il fallimento dello Stato centrale. È la conferma che la gestione del governo dell'emergenza di queste ultime settimane non sta facendo altro che far perdere tempo alle singole regioni, ostacolate persino dell'Agenzia delle dogane che continua a sequestrare materiale in arrivo dall'estero. Il tempo è l'unica arma sicura contro l'epidemia, perché permette di mettere in sicurezza medici e infermieri come i cittadini che continuano a lavorare. Per di più iniziano a muoversi anche le Procure. Ieri Torino ha aperto un'inchiesta sulla carenza di dispositivi di protezione individuale. Del resto da giorni da Nord a Sud i governatori continuano a far sentire la loro voce. Mancano mascherine negli ospedali, mancano i ventilatori. Chi può si arrangia. In Umbria non sta arrivando niente. Nelle Marche i numeri sono risibili, perché c'è un bisogno quotidiano di risorse (consegne sporadiche non aiutano). In Regione Lombardia l'assessore al Bilancio, Davide Caparini, anche ieri ha chiesto di nuovo certezze sugli ordini in arrivo: «Queste riunioni sono inutili se non usciamo con dei dati. Diteci come stanno le cose. Sennò ci arrangeremo con gli imprenditori lombardi». Ma le richieste di aiuto arrivano un po' da ovunque. Anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, mercoledì aveva lanciato l'ennesimo allarme sulla carenza di materiale. Dalla Puglia di Michele Emiliano, dove non stanno arrivando i ventilatori che si aspettava da diverso tempo, proprio ieri il governatore ha chiesto se si possano creare mercati paralleli con l'estero, dalla Russia alla Cina, per ottenere materiale. È una modalità che ormai è diventata routine per molte regioni, ennesimo smacco per lo Stato italiano. Bisogna però avere indicazioni chiare, definite, che dopo l'arrivo di Arcuri in cabina di regia appaiono sempre più lacunose. Nelle situazioni di emergenza - da sempre - la regola è che la catena di comando sia più lineare possibile. Così non è. A detta di chi sta seguendo la gestione della pandemia, il commissario scelto da Conte non sembra aver avviato una collaborazione «leale» nei confronti della Protezione civile di Angelo Borrelli. Basta andare sul sito dell'Agenzia delle dogane, nella sezione «emergenza Covid». Qui si può trovare, sotto la voce «decreti di requisizione», l'ordinanza 1/2020 di Arcuri, con cui il commissario ha nominato l'Agenzia delle dogane «soggetto attuatore» per i fermi di questi giorni. In realtà, la norma richiamata dalla stessa ordinanza (cioè l'art. 122 del d.l. 18) prevede la possibilità per il commissario di nominare uno o più soggetti attuatori solo per la produzione e gli acquisti di beni utili a fronteggiare l'emergenza. Non prevede la nomina di soggetti attuatori per il sequestro del materiale. Eppure le requisizioni come si legge nello stesso art. 122 e nell'art. 6 del decreto, possono essere disposte «anche dal commissario straordinario», avvalendosi della protezione civile. Tutto sta diventando sempre più complicato. Per di più nelle ultime riunioni fiume di questi giorni sta avanzando sempre di più l'ipotesi che alla fine saranno proprio le Regioni a dover aiutare il governo centrale. Del resto, se neanche Consip può garantire il rifornimento, come si riuscirà a tutelare la salute dei cittadini?
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».