
Parla il segretario del Partito comunista Marco Rizzo: «Lega e grillini hanno tradito la battaglia contro Bruxelles».Onorevole Rizzo, lei presenta a queste europee una ennesima lista comunista. «Ennesima? Casomai l'unica, vorrà dire. La nostra è l'ultima rimasta». Beh, ma c'è il Partito comunista dei lavoratori di Ferrando.«Si candidano dentro la lista della Sinistra!».C'è Rifondazione Comunista!«Si candidano anche loro nella lista della Sinistra!».Ma entrambi hanno la falce e martello nel loro simbolo.«Però il mio è l'ultimo simbolo comunista rimasto sulla scheda. Ci sarà una differenza, no?». Quale? «È dal 2006 che non c'è più una falce e martello sulle schede. E Rifondazione in questi anni ha sempre camuffato la sua identità». «Camuffato»? «Certo. Prima con la lista Arcobaleno, poi con quella Ingroia, poi con L'altra Europa, infine con Potere al Popolo». Hanno formato dei cartelli elettorali. «Mi scusi, ma se io mi presento devo presentarmi con il mio nome vero. Lei Luca Telese, io Marco Rizzo. Non dico che sono Luca Potere al Popolo o Marco Rinnovamento».È solo una questione nominale? «No, di sostanza. Di fatto questi partiti si vergognano della loro storia e della loro identità». Mi sembra un giudizio molto severo. «È una semplice constatazione». Vuole vivere di nostalgia? «Al contrario. Siamo proiettati nel futuro. Nelle scuole medie superiori noi abbiamo vinto. A Torino addirittura trionfato, con il 36%, alle elezioni studentesche. Il presidente della consulta si chiama Ivan Boine, è un nostro compagno». Marco Rizzo è segretario del Partito Comunista, una formazione nata nel 2009, da una scissione di Rifondazione comunista. Dopo una lunga battaglia organizzativa spera in queste europee di rimanere l'ultimo erede di una lunga tradizione politica. Onorevole Rizzo, voi non avete radicamento elettorale a livello nazionale. «In Italia? Lo vedremo lunedì. In Europa siamo nella grande famiglia di Iniziativa dei partiti comunisti e operai d'Europa». Avete rappresentanza sopra il 5% solo in Grecia, con il Kke, il vecchio partito comunista. «Ero ieri ad Atene, dove mi è stato dato l'onore di concludere davanti ad una piazza Sintagma piena di centomila persone«. Voi siete gli alleati italiani. «Sono sicuro che il Kke in Grecia arriverà terzo». E Tsipras? «È uno dei tanti che si è omologato al dogma del rigore». Tsipras è di destra per lei? «A me non frega nulla delle coloriture di Alexis. Ha fatto vincere il No all'Europa con il 60%. E poi lo ha trasformato quel consenso in un sì. È stato un tradimento». E cosa è successo a piazza Sintagma?«La nostra falce il martello con la bandiera rossa quadrata, lì si è unita al simbolo della terza internazionale, un movimento che ha militanti in tutta Europa».Vede che lei è nostalgico?«Ma quale nostalgia? Oscilliamo nelle università tra il 5% e il 10%. Il nostro obiettivo realistico di oggi è stato riconquistare il diritto di parola». A quanto punta? «Ad almeno 300.000 voti». Non bastano a superare il quorum. «È il primo passo. Poi i consensi arriveranno». Perché ne è così certo? «Perché siamo gli unici eurocritici che hanno il coraggio di sostenere la necessità di uscire dall'euro». E Salvini dove lo mette? «Lei sa bene che ha rinunciato a questa parola d'ordine dopo il caso Savona. Hanno fatto un ripiegamento tattico, per restare al governo».E il M5s? «Il M5s proponevano l'uscita dall'euro. Poi si sono addirittura convertiti. Sono entrati nell'ufficio di Mattarella antisistema e ne sono usciti eurofili». E Casapound? «Si, loro sono no euro. Ma vogliono resuscitare le colonie in Tripolitania. È folle!»E Zingaretti? «Ripete la ricetta del vecchio Ulivo, in tono minore. Mi pare che non vada da nessuna parte. Vogliono addirittura più Europa. Ce l'hanno nel simbolo con il movimento di Calenda». E non la convince? «È un partito che ha appena ottenuto l'endorcement di Cirino Pomicino. Capisco tutto, ma con la sinistra cosa c'entrano? Noi siamo il futuro». E quanto ci vuole? Cento anni? «Fossero anche duecento ci arriveremo. Ma temo che il nostro tempo di attesa sarà molto più breve». Perché? «Perché il sistema collassa. Tutti i tempi di lavoro diminuiscono. Moltissimi perderanno il lavoro. Che risposte darai?». Me lo dica lei. «Questo terremoto produrrà solo due strade. O si arriva alla ricchezza concentrata sole nelle mani di pochi ricchi contornati da una folla di poveri. Quello che vogliono le élite, le stesse che definiscono in modo sprezzante come “populismo" qualsiasi voce critica...».Oppure? «Oppure redistribuiamo questo lavoro per salvare il vecchio stato sociale e fondarne un nuovo stato sociale».Si sente profeta? «Non mi prenda in giro: non sono un pazzo ma un lungimirante». Lo dice perché si rifà alle teorie di Marx sulla fine del capitalismo? «Marx ha detto e scritto tante cose profetiche. Ma questo è un mondo diverso da quello che raccontava lui. Non siamo ancorati al passato, ma lungimiranti sul futuro». E cosa vuol dire nella pratica? «Che bisogna uscire dall'euro, dall'Europa, dalla Nato. E noi siamo gli unici a chiedere queste tre cose». Perché? «La produzione industriale è diminuita del 19%. L'agricoltura sta andando a scatafascio». Mi dica uno slogan che usa nei suoi comizi. «Il neo-capitalismo è il regno del superfluo. Il socialismo quello del necessario». Proviamo a tradurlo?«In questo tempo siamo sedotti dalla sfida dei consumi. I telefonini, il lusso, la rete. L'illusione che tutto sia accessibile e che si possa comprare». E si può fare, non è una illusione. «(Sorriso, pausa) Già. Ma se non hI la casa dove abitare, se non hai un lavoro per sfamarti, mi spieghi a cosa ti serve poter volare a Londra con soli 19 euro?».
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