2019-01-01
L’ultima impennata del termometro: a misurare la febbre sarà il cellulare
Da quando il mercurio è stato bandito, nel giro di un decennio siamo passati dalla colonnina analogica a quella digitale e ai raggi infrarossi. Ora Microsoft e Apple studiano sensori da inserire negli auricolari.In un futuro non troppo lontano, a misurare la febbre ci penseranno le cuffiette del cellulare. Almeno è quanto promettono le grandi aziende della Silicon Valley. Sia Microsoft che Apple stanno studiando sensori biometrici da inserire negli auricolari, in grado di rilevare temperatura corporea e battito cardiaco. Da quando il mercurio è stato bandito, i termometri hanno subito una vera e propria rivoluzione. Nel giro di un decennio siamo passati dalla classica colonnina analogica ai sensori digitali e ai raggi infrarossi, che misurano la febbre a distanza grazie a un puntatore ottico. Stando all'Istituto superiore della Sanità, questo Natale molti italiani dovranno usare il termometro: il picco influenzale è previsto proprio tra la vigilia e Capodanno. Il primo termometro della storia fu il termoscopio ad aria di Galileo Galilei: era capace di misurare le variazioni di temperatura ma non di quantificare il dato assoluto. Il primo termometro dotato di una scala fu realizzato nel 1714 da Daniel Gabriel Fahrenheit, ma la misurazione era complicata. Nel 1742 lo svedese Anders Celsius propose una scala decimale da 1 a 100. L'idea di applicare il termometro al campo medico venne a Santorio Santorio,professore di medicina all'Università di Padova. Nel 1626 modificò il termoscopio del suo amico Galileo Galilei e vi aggiunse una scala numerica ma lo strumento, scomodo e non troppo affidabile, non si diffuse. Ippocrate misurava la febbre lieve (calor dulcis) o la febbre elevata (calor mordax) con la mano. Galeno chiamava la febbre «calor praeter naturam» (calore innaturale) e per misurarla contava i battiti del polso. Nel medioevo, invece, si osservava il comportamento dei pidocchi: se scappavano dalla cute del paziente voleva dire che aveva la febbre alta. Nel Settecento poi si credeva che un ragno vivo, messo in un guscio di noce o in un sacchetto di tela appeso al collo con una cordicella, fosse un buon rimedio per curarla.Lo strumento per misurare la febbre più simile al termometro moderno fu inventato nel 1848 da Karl Reinhold Wunderlich, direttore dell'ospedale dell'Università di Lipsia: misurava 30 centimetri e ci volevano 20 minuti perché la colonnina di mercurio rilevasse la temperatura corporea. Per mettere a punto il suo termometro Wunderlich registrò nell'arco di 20 anni la temperatura di 25.000 pazienti. Alla fine degli anni Sessanta dell'Ottocento il medico inglese Thomas Clifford Albutt lo accorciò a 15 centimetri. Il termometro di Albutt è rimasto tale e quale per più di 140 anni, dal 1866 al 2009, anno in cui il mercurio, tossico e pericoloso, è stato sostituito da una lega speciale chiamata gallistan (formata da gallio, indio, stagno). Il design, però, è rimasto quello perfezionato da Thomas Clifford Albutt.Termometri moderni per misurarsi la febbre: quello digitale, che si posiziona sotto l'ascella, rileva la temperatura con un sensore; quello timpanico s'infila dentro l'orecchio: per dare il risultato impiega due secondi; quello a infrarossi rileva la temperatura a distanza con un puntatore ottico. Nella versione intelligente dà anche consigli medici per guarire. Per i più piccoli esiste il termometro a forma di ciuccio: va tenuto in bocca almeno 3 minuti. La temperatura, consigliano i medici, va presa sempre con lo stesso termometro, nello stesso luogo, agli stessi orari, lontano dai pasti. La pelle deve essere asciutta. Una stanza troppo umida o troppo calda possono influire sul corretto funzionamento dei termometri di nuova generazione. Nel 2012, all'ospedale di Trieste, un uomo malato di Sla morì per un'infezione polmonare. Il figlio disse di avergli misurato la temperatura con un termometro tradizionale: 39 gradi contro i 37 rilevati da quello del reparto, di tipo moderno. L'ospedale fu costretto ad ammettere che i nuovi termometri erano meno accurati e gli infermieri confessarono di portarsi da casa quelli al mercurio.La parola «febbre» forse deriva dal latino ferveo, «sono ardente». Si pensa anche che possa discendere dal greco phebomai, «mi spavento», per via dei brividi. La febbre sale quando ci sono microbi nel corpo, l'organismo produce cellule di difesa: queste rilasciano sostanze (interleuchine) che dicono all'ipotalamo nel cervello di aumentare la temperatura corporea. Così vengono i brividi (che servono a produrre calore) e freddo, causato dalla riduzione di sangue sotto la pelle (vasocostrizione). L'aumento della temperatura impedisce alla maggior parte dei microbi di moltiplicarsi.Omero nell'Iliade parla di «febbri di fine estate»; Alessandro Magno morì per una febbre che aveva i sintomi della malaria e gli etruschi scomparvero probabilmente per la stessa causa. Per primo Marco Terenzio Varrone attribuì le febbri malariche alle paludi. In epoca romana, colpirono anche i soldati di Annibale e, nel Medioevo, contagiarono vandali e visigoti. Chi sconfisse in realtà il Barbarossa nel 1167 non fu tanto la Lega Lombarda quanto la febbre, che sterminò migliaia di suoi soldati. La contessa Ana de Osorio Chinchón, moglie del viceré del Perù, che nei primi anni del Seicento fu guarita da una febbre ricorrente grazie all'infuso della corteccia di un albero, chiamato in suo onore «china». Dell'Ottocento la scoperta del principio attivo, da allora il chinino viene usato per curare la malaria. Il pittore Raffaello morì la notte tra il 6 e il 7 aprile, a causa di una febbre «continua e acuta, che già octo giorni l'assaltò» (da una lettera di Alfonso Paolucci al duca di Ferrara).«Il paragone più giusto che si possa fare dell'amore è quello con la febbre; non abbiamo potere sull'uno come sull'altra, sia per la violenza sia per la durata» (François de La Rochefoucauld).Morti di febbre anche Edoardo V d'Inghilterra, Lord Byron, Alberto di Sassonia marito della regina Vittoria d'Inghilterra, Nino Bixio, François Cliquot produttore di spumante, Giovanna Seymour terza moglie di Enrico VIII, Wolfgang Amadeus Mozart, papa Giulio II. «In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli» (dal Vangelo di Luca 4,38-44).«I malesseri, i maschi, li sfondano. Trentanove di febbre e vedono già i ragni giganti camminare sulle pareti, sentono le voci dei profeti. Due linee di febbre e ritornano indietro di quarant'anni, e vogliono la mamma. Si spiaggiano sul divano e ogni tanto: «Ehhhhh…». Emettono un lamento come se stessero tirando le cuoia, con l'occhio che dice: «Chiama il prete»» (Luciana Littizzetto).Benedetto XIII quando il 21 febbraio 1730 morì a causa di una febbre: spirò santamente e per non disturbare il popolo romano impegnato a festeggiare l'ultimo giorno di Carnevale dispose che non venissero suonate le campane a morto.Panfilo Gentile, filosofo, politico, giornalista e polemista era ipocondriaco. Passava molto tempo steso a letto, misurandosi con tre termometri la febbre che non aveva.«Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro» (Honoré de Balzac, Ultime parole prima di morire, 18 agosto 1850)Padre Pio soffriva fin da giovane di ipertermia, squilibrio organico che provoca aumenti improvvisi e violenti della temperatura del corpo. Durante le fasi più critiche nei termometri normali si spaccava la colonnina di mercurio, tanto la temperatura raggiungeva gradazioni elevate; quando più tardi si fece uso di un termometro da bagno, la temperatura segnò anche 48 gradi; in condizioni febbricitanti più acute si raggiunsero anche i 48,5 gradi. Queste fasi duravano uno o due giorni con sete, sudorazione e allucinazioni.Zaray, una ragazzina di 12 anni, è morta nel settembre del 2017 uccisa dalla febbre. Entrata in una sala operatoria del Giovanni XXIII di Bari per una frattura al femore, è morta dopo l'intervento per una presunta ipertermia maligna. I medici si erano convinti che avesse un'embolia polmonare. L'unica a individuare la giusta diagnosi una specializzanda in anestesia che fu allontanata dalla sala: «Le toccai la fronte, era calda. Chiesi un termometro e del dantrolene». Il termometro era rotto e il dantrolene scaduto. La Marmottina, al rumore delle grida di Pinocchio, gli domandò premurosamente: «Che cos'hai, mio caro casigliano?». «Sono malato, Marmottina mia, molto malato... e malato d'una malattia che mi fa paura! Te ne intendi tu del polso?». «Un pochino […]. Amico mio, mi dispiace doverti dare una cattiva notizia… ». «Cioè?». «Tu hai una gran brutta febbre!». «E che febbre sarebbe?». «È la febbre del somaro». «Non la capisco questa febbre!», rispose il burattino, che l'aveva purtroppo capita» (Storia di un burattino. Capitolo XXXII di Collodi).