2019-01-07
L’ultima del Parlamento europeo: ha cancellato il maschio per decreto
Funzionari e deputati di Bruxelles hanno ricevuto una guida per l'utilizzo del linguaggio «gender neutral». Vietato usare «manpower», «statesman», «fireman» e tutti i vocaboli in cui compare il riferimento all'uomo.La femminista radicale Valerie Solanas, nel 1967, pubblicò Scum, un «manifesto per l'eliminazione del maschio». Un testo in cui, tra gli altri deliri, suggeriva che le donne dovessero «distruggere il sesso maschile», composto esclusivamente da «porci». Poco più di 50 anni dopo, il Parlamento europeo ha deciso di prodigarsi al fine di accontentare la gentile signora. Le istituzioni di Bruxelles si sono convinte di eliminare i maschi per decreto. Non potendo procedere, per ovvi motivi, alla cancellazione fisica degli uomini, hanno optato per quella grammaticale. A dare la notizia, qualche giorno fa, è stato l'autorevole quotidiano britannico Daily Telegraph: «I funzionari e i deputati del Parlamento con sedi a Bruxelles e Strasburgo», ha scritto il giornale, «hanno ricevuto una guida sull'uso di un linguaggio “gender neutral"». Si tratta di un manualetto - corredato da un'introduzione firmata dal vicepresidente del Parlamento Dimitrios Papadimoulis - che suggerisce quali parole utilizzare nella comunicazione istituzionale e nella stesura dei documenti ufficiali, normative comprese. Tale guida invita a «evitare l'uso generico del termine uomo». Tradotto dal burocratese significa che il Parlamento Ue mette al bando ogni termine che contenga le tre lettere fatali di «man» (ovviamente si tratta di parole inglesi). Facciamo qualche esempio, giusto per essere chiari. Al posto della parola «mankind» (genere umano, umanità), bisogna usare «humanity», poiché non contiene riferimenti diretti all'uomo. «Manpower» (cioè forza lavoro, manodopera) andrà sostituita con «staff». «Man-made» (che significa letteralmente «fatto dall'uomo») dovrà scomparire: al suo posto si userà «synthetic» (sintetico) o «artificial». Al posto di «statesmen» (uomini di Stato) si utilizzerà «political leaders». Per indicare i pescatori, invece, si potrà continuare a usare «fishermen», almeno fino a che non saranno universalmente accettati termini neutri come «fisher» o «fisherfolk». Per indicare i Vigili del fuoco si dovrà dire «firefighters» e non «firemen». Tutto questo potrebbe sembrarvi assurdo, ma per i geniacci di Bruxelles è una priorità assoluta: «Il Parlamento è impegnato a favore dell'uguaglianza di genere e della non discriminazione per motivi di genere», si legge nelle linee guida. «L'uso di un linguaggio sensibile al genere è uno dei modi per attuare questo impegno». Come è facile immaginare, cancellare del tutto il maschile è sostanzialmente impossibile, almeno per quanto riguarda le lingue (come l'Italiano) che non sono già in origine «gender neutral». Ecco perché gli esperti del Parlamento Ue suggeriscono di ricorrere alla «femminilizzazione», ovvero «l'uso di corrispondenti femminili di termini maschili o l'uso di entrambi i termini». Insomma, è un bel guazzabuglio: in nome di supposti diritti si cerca di cancellare parole utilizzate da migliaia di anni. Tra l'altro, questa assurda manifestazione di correttezza politica renderà piuttosto complicato il lavoro degli interpreti, che dovranno tradurre discorsi e interventi dei parlamenti stando attenti a non risultare «discriminatori». «Per quanto riguarda l'interpretazione», si legge nelle linee guida, «i servizi del Parlamento sono pienamente impegnati a utilizzare un linguaggio neutrale rispetto al genere e ad abbracciare i principi associati della non discriminazione, del riconoscimento e dell'uguaglianza». Tuttavia, dato che i traduttori professionisti sono tenuti - prima di tutto - a essere veloci, il Parlamento contempla la possibilità che i poveri interpreti possano commettere qualche errore, e si scusa in anticipo.Al di là degli aspetti ridicoli della faccenda, che sono abbastanza evidenti, qui si pone una questione abbastanza rilevante. Il problema, infatti, non è tanto l'utilizzo di parole che includano anche le donne. In inglese, per di più, la gran parte delle professioni sono indicate da termini che comprendono ambi i sessi (ad esempio «journalist»). Il fatto è che le linee guida dell'Europarlamento sono l'ennesimo sintomo della fobia nei confronti del maschio. Quelle tre letterine - m, a, n - sono diventate il simbolo dell'oppressione e della discriminazione. Modificare il linguaggio significa modificare i pensieri delle persone, dunque cancellare il maschio dal linguaggio significa, nei fatti, farlo sparire dalla scena, o etichettarlo come un'entità negativa. «Cancellate i maschi!», gridava Valerie Solanas. La presero per pazza, ma adesso - a quanto pare - i pazzi comandano a Bruxelles.
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