2021-10-06
Luigi Merlo:«camionisti e portuali fermi. Le consegne saranno paralizzate»
Il presidente di Federlogistica: «Con meno operatori, lo scarico e il trasporto della merce subiranno ritardi».Dal 15 ottobre ci sarà la paralisi del sistema e il governo pare fare le orecchie da mercante quando si tratta di ascoltare le preoccupazioni del mondo del mondo del trasporto merci. A parlare con La Verità è Luigi Merlo, presidente di Federlogistica che spiega come, grazie all'obbligo del green pass, dovremo abituarci a non avere le merci di nostro interesse sempre disponibili. Sarà, ad esempio, una mazzata per l'ecommerce e per tutti quei siti che promettono la consegna in meno di 24 ore. Che problemi vi attendete a seguito dell'obbligo del green pass in arrivo il 15 ottobre?«Se entro il 15 ottobre, come purtroppo credo, non si farà qualcosa il rischio è che un settore strategico come quello della logistica verrà messo a durissima prova. Il governo deve pensare che questo è il settore più strategico del Paese, l'elemento cardine per la ripresa economica. Già oggi, sia chiaro, siamo già di fronte a una situazione di grande difficoltà operativa. Soffriamo già molti colli di bottiglia per tutte le merci che arrivano dai porti asiatici e americani. Quando va bene abbiamo già ora un ritardo medio di sette giorni rispetto a quando le merci dovrebbero arrivare perché ci sono centinaia di navi ferme nei porti in attesa di imbarcare e sbarcare. Poi, quando arrivano, ci sono terminal con dipendenti senza green pass che non potranno lavorare». Cosa farete allora?«Difficile dirlo perché non abbiamo indicazioni chiare. Di certe non sarà facile sostituire operatori specializzati come gruisti o macchinisti. Non si tratta di operatori che si possono trovare da un giorno con l'altro. Di certe l'operatività portuale subirà un rallentamento importante, a questo si aggiungano le manifestazioni di protesta annunciate in alcuni scali importanti come Trieste. Usciti dal porto, poi, iniziano i problemi maggiori. Il camionista deve arrivare a prendere il container ma non è possibile sapere fino all'ultimo se l'autista avrà il certificato verde o no e se potrà entrare nel terminal a ritirare la merce. Può darsi che non sia un problema del professionista: può arrivare da Paesi dove non è richiesto per operare oppure si è vaccinato con un vaccino non riconosciuto come lo Sputnik. Non è colpa di nessuno se non è in regola, ma comunque oggi non potendo lavorare crea un problema al sistema. Tutto questo, senza prendere in considerazione i problemi del personale che opera in Italia: persone che non vorranno pagare il tampone, che non vorranno vaccinarsi o che non intendono mostrare il documento di identità. Ci vorrebbe un'analisi di sistema. Nel caso dei porti basterebbe chiamare tutti i concessionari che si occupano della logistica nei vari scali e si potrebbe fare una stima di quanti lavoratori potrebbero avere problemi. Nel caso degli autotrasportatori, dove temiamo i maggiori problemi, dovrebbero essere i vari titolari a dare una stima, senza ledere la privacy di nessuno, di quanto operatori non potranno lavorare a partire dal 15 ottobre. Una volta ottenuta una radiografia adeguata si potrà capire l'entità reale del problema. Invece, si preferisce attendere di vedere cosa succederà il 15 ottobre». Siete in contatto con le istituzioni per cercare di risolvere il problema?«Abbiamo sollecitato il governo, attraverso il nostro sistema federale di Conftrasporto, per sottolineare che ci serve una soluzione in tempi rapidi ma, almeno per ora, non abbiamo avuto risposta». Quali sono i settori della logistica che più soffriranno con l'obbligo del green pass? «Il mondo dei porti sicuramente soffrirà, ma la situazione più critica è quella dell'autotrasporto. Poi ci sarà sicuramente la logistica distributiva, quella cioè legata all'ecommerce. Il problema principale è che tutto questo dura due mesi e poi non sappiamo cosa succederà. Non si può pianificare nulla e nemmeno fare investimenti per la sicurezza anti-Covid basandosi su una norma che cambierà ancora a fine anno». Avremo problemi anche su beni di prima necessità come il cibo?«Noi da tempo soffriamo del problema di scarsità delle materie prime. Anche grazie al superbonus 110% i materiali per l'edilizia si trovano con difficoltà. Dovremo abituarci a non avere tutto e subito».
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.