2025-07-12
L’Ue prova a intascarsi le tasse sul tabacco
Ursula Von der Leyen (Ansa)
Commissione pronta al blitz mercoledì per alzare le imposte e soffiare i soldi delle sigarette agli Stati membri. Un tesoretto da 15 miliardi al quale Ursula Von der Leyen vuole puntare aggirando la regola dell’unanimità. Tra i primi a insorgere c’è la Svezia.L’Ue continua a usare il tabacco per forzare la mano sulle sovranità nazionali. Aveva tentato di scavalcare i ministeri nazionali imponendo normative con la sponda dell’Oms e adesso la Commissione interviene direttamente sui budget fiscali. La riforma europea sulle accise del tabacco, attualmente in discussione a Bruxelles, potrebbe segnare una svolta senza precedenti: una parte delle entrate fiscali derivanti da sigarette, tabacco riscaldato e prodotti della nicotina non finirebbero più nelle casse degli Stati membri, ma direttamente nel bilancio dell’Unione europea. In pratica, sarebbe Bruxelles a incassare i proventi, sottraendoli ai governi nazionali. A rivelarlo è un documento riservato, trapelato grazie ai parlamentari tedeschi, secondo cui la Commissione europea presenterà una proposta ufficiale sulle cosiddette «risorse proprie» mercoledì prossimo. Secondo le ipotesi allo studio, si legge esplicitamente, «nuove fonti di risorse proprie si potrebbero sviluppare dove appropriato, per esempio attraverso le imposte sul tabacco».Il dossier sarebbe gestito direttamente da Ursula von der Leyen e dal commissario Piotr Serafin. Per gli altri commissari solo un accesso veloce agli atti. La consultazione interna sarebbe durata appena 24 ore, tempo in cui i funzionari avrebbero dovuto analizzare un testo di 100 pagine con impatti significativi su agricoltura, industria, salute pubblica e finanze statali.La proposta è destinata ad accendere un forte dibattito per due motivi. Primo, secondo alcune indiscrezioni la Von der Leyen vorrebbe provare a far passare la riforma con la sola maggioranza qualificata stracciando così tutte le regole a tutela del budget comunitario. Secondo motivo, i prodotti del tabacco e della nicotina sono infatti una fonte fondamentale di gettito per gli Stati membri. Stime indicano in circa 15 miliardi l’ammontare delle risorse che, se questa proposta vedesse la luce, sarebbero sottratte ai governi nazionali, già alle prese con il Patto di stabilità. Già nei giorni scorsi, l’ipotesi di una revisione della tassazione dei prodotti del tabacco e della nicotina, paventata da un documento interno di Bruxelles trapelato alla stampa, aveva generato forti perplessità. La proposta prevedeva aumenti per la tassazione delle sigarette fino al 139%; per i tabacchi trinciati fino al 258%; per i sigari un +1.090%, senza risparmiare nemmeno i prodotti di nuova generazione (tabacco riscaldato, sigarette elettroniche, bustine di nicotina). Un’ipotesi che per i consumatori italiani, si tradurrebbe in un aumento dei prezzi di oltre il 20% (ben oltre 1 euro a pacchetto sia nel caso delle sigarette che per i prodotti a tabacco riscaldato). Secondo le stime della stessa Ue, tali incrementi comporterebbero un aumento dell’inflazione di oltre mezzo punto percentuale. È chiaro che se lo schema dovesse passare, si aprirebbe una crepa nella sovranità fiscale dei Paesi. A oggi il gettito Iva, ad esempio, viene raccolto dai singoli governi e poi girato a Bruxelles secondo quote e proporzioni frutto di trattati. Con il tabacco saremmo di fronte a una terra incognita. Quali criteri di proporzione tra i singoli Stati? Al momento non è dato sapere e non a caso, se le indiscrezioni che arrivano dalla Germania fossero vere, la scelta sarebbe quella di secretare alla faccia della trasparenza. A questo punto bisogna vedere che succederà da qui al prossimo mercoledì quali Paesi bloccheranno il blitz. Cercherà veramente la Commissione di imporre una novità sostanziale per il budget tramite maggioranza qualificata? L’idea di dare, da un lato, una brusca impennata alla tassazione dei prodotti del tabacco e della nicotina, e dall’altro, di trasferire le risorse fiscali dagli Stati membri alla burocrazia di Bruxelles, ha già generato le prime forte proteste. Nei giorni scorsi, il ministro delle Finanze svedese, Elisabeth Svantesson, ha criticato duramente la proposta su X: «Le indiscrezioni indicano che la Commissione presenterà una nuova direttiva sul tabacco la prossima settimana. È del tutto inaccettabile per il governo svedese». Il riferimento è soprattutto allo snus bianco, prodotto molto diffuso in Svezia, che verrebbe colpito da un forte aumento delle tasse. «Il gettito fiscale», ha aggiunto, «deve restare ai singoli Paesi, non finire nelle mani della burocrazia europea». Non sono dettagli e pensare che siccome il tabacco è un settore aggredibile con la scusa del salutismo sarebbe un errore fatale. Si aggredisce il tabacco perché l’opinione pubblica non lo difende, ma poi in un attimo si arriva a ribaltare tutte le regole fiscali dell’Ue. Ecco perché serve vigilare.