2022-02-09
L’Ue cambia ancora. Le auto con la spina non sono più verdi
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Dopo aver spinto a investire nelle vetture plug-in, l’Europa scopre che inquinano. Giancarlo Giorgetti vede i rappresentanti del settore. La Commissione Ue vuole rendere più severi i metodi per misurare le emissioni di anidride carbonica delle vetture ibride plug-in, ovvero che possono ricaricare la batteria infilando la spina nella presa di corrente, ma che a bordo hanno anche un motore endotermico. Un mercato di 73.000 unità l’anno. Un gruppo di lavoro formato da produttori, associazioni dei consumatori e rappresentanti delle istituzioni discuterà il provvedimento, il cui iter dovrebbe concludersi entro l’anno. Non ci voleva però tutto questo tempo per capire che i veicoli ibridi plug-in non fossero così ecologici, soprattutto dopo la decisione della Svizzera di eliminare gli aiuti di Stato per questo tipo di vetture, le cui emissioni dichiarate dai costruttori sono anche quattro volte inferiori a quanto emesso durante l’uso comune. Alla crisi del settore si somma quindi anche un terremoto: perché per raggiungere gli obiettivi di non-emissioni imposte dalla Ue e non essere multate, le case saranno costrette a vendere più veicoli totalmente elettrici, e perché quasi tutti i costruttori hanno in catalogo veicoli di questo tipo che, se penalizzati, vedrebbero letteralmente buttati gli investimenti fatti. Di fondo c’è una politica europea che al posto di creare le condizioni affinché le industrie possano proporre al mercato la migliore tecnologia possibile, continua a cambiare idea mantenendo un atteggiamento punitivo, creando danni e incertezza. Dunque le norme Wltp (Worldwide Light Vehicles Testing Procedure) entrate in vigore dopo il Dieselgate, non sarebbero sufficienti né esaustive, perché un conto è mandare in giro commissari in condizioni standard, altro è usare la macchina come fanno gli automobilisti tutti i giorni. Ma i risultati delle prove effettuate e delle quantità di multe pagate per le emissioni vengono pubblicati con molto ritardo dalla Commissione, e soltanto ora sappiamo che Volkswagen, Mercedes, Bmw e Renault hanno dichiarato d’aver raggiunto gli obiettivi 2021 grazie ai veicoli elettrici. Nell’ambito dei collaudi Wltp le case pagano gli ispettori per supervisionare l’esecuzione di un test standard per tutti i loro tipi di veicoli, test che viene fatto nei laboratori per ottenere una cifra per le emissioni medie di anidride carbonica in grammi per chilometro (l’anno scorso era 95), variando poi leggermente il dato poiché l’obiettivo di ciascuna casa è regolato in base al peso dei veicoli. Qui casca l’asino! Prendendo in esame la regina delle utilitarie italiane, la Panda, questa con motore a benzina pesa a vuoto 865 kg (1.200 cc), mentre la versione ibrida plug-in (1.0 FireFly Hybrid), 115 kg in più (980). Se consideriamo una Bmw X5, si passa dai 2.275 kg della diesel ai 2.516 kg dell’ibrida: la differenza fa 241, tre persone di 80 kg. Ma l’energia necessaria per spostare questo peso in più non è gratis, e aumentando la potenza dei motori per non penalizzare le prestazioni è anche peggio. E pensare che quando lo scrivevamo, i più ci additavano come boomer populisti.Lo Wltp era stato pensato sulla base di dati effettivi su come e dove le persone tendono a guidare, tuttavia studi effettuati da organizzazioni come l’International Council for Clean Transportation (Icct) hanno dimostrato che anche questo metodo è lontano dalla realtà, in particolare per le auto ibride, poiché esse utilizzano il motore a combustione più di quanto mostrino in sede d’omologazione. La scoperta deriva dall’analisi degli acquisti di carburante per le plug-in (meno costosi ma più frequenti perché i serbatoi sono più piccoli per fare spazio alla batteria), sulle emissioni effettive registrate e sui ridotti tempi di ricarica, con conseguente uso limitato della modalità elettrica. Le analisi mostrano anche che le flotte aziendali sono le meno virtuose poiché i dipendenti che ne fruiscono non ricaricano elettricamente a loro spese. E fa cadere le braccia il fatto che dal 2021 su tutte le auto ci sia l’obbligo d’installare un misuratore dei consumi, ma della cui precisione minima poco si sa, e che la norma Wltp non specifichi con chiarezza se i dati ricavati da questi dispositivi siano da considerare per le prove. In altre parole, le versioni ibride plug-in hanno reso più facile il rispetto degli standard di emissioni di CO2 da parte dei costruttori.Se la Ue non cambia passo e rinuncia alla sua politica punitiva continuerà a fare disastri.Consoliamoci: oggi alcuni rappresentanti del settore incontreranno a Palazzo Chigi il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, per discutere misure per attenuare gli effetti della crisi che si è abbattuta sull’automotive italiano, con gennaio che ha chiuso le immatricolazioni a -19,7%. Giorgetti, soltanto una decina di giorni fa, aveva annunciato la possibilità di nuovi incentivi, dichiarando: «Standard ambientali elevati devono andare di pari passo con la sostenibilità economica, così da evitare effetti distorsivi e minimizzare l’introduzione di vantaggi competitivi nel mercato interno a beneficio di Paesi terzi e a scapito dei Paesi europei». Il chiaro riferimento è all’imminente invasione di auto elettriche cinesi, alla necessità di proteggere la filiera dell’automotive nazionale con i suoi oltre 161.000 addetti (dato Anfia 2021).
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)